La prima mossa: abolire la notifica

La prima mossa: abolire la notifica La prima mossa: abolire la notifica E9 noto che l'Italia è l'unico Paese che «gode» del doppio controllo da parte dello Stato. Uno sulla circolazione di opere d'arte all'interno dello Stato mediante l'istituto della «notifica», un provvedimento dell'epoca Bottai (1939) inteso a salvaguardare le opere di «rilevante» interesse per il patrimonio artistico italiano (successivamente aggravato da correttivi di tipo demagogico tanto che la parola «rilevante» è stata depennata). L'altro ancora più rigoroso, sull'esportazione. trazione sui possessori di opere d'arte. La differenza è che i prezzi raggiungibili in un mercato «aperto» sono da cinque a dieci volte superiori a quelli ottenibili in un mercato «controllato». I danni economici sono ingenti per la mancata riscossione dei tributi, per la non avvenuta rivalutazione economica delle opere d'arte e per la ridotta attività degli operatori del mercato, costretti a vivere ai margini del grande sistema internazionale. OPERE SVALUTATE E' noto che un quadro «notificato» vale molto meno di un'opera senza vincoli (l'opera notificata viene svalutata di circa il 50%) e ne sono prova le ripetute mancate vendite, quando in asta arrivano i provvedimenti di proposta di notifica. I dipinti o gli oggetti non trovano compratori, perche il decreto si può paragonare ad una t'orma di esproprio. Chi risarcisce il proprietario di questo fortissimo danno? Chi risarcisce le strutture di mercato per questi notevolissimi deprezzamenti? Noi riteniamo che i controlli devono essere misurati e intelligenti. L istituto della «notifica» deve essere abolito e se lo Stato vuole veramente regolare il mercato deve operare nel mercato stesso, come appunto avviene in tutti ì Paesi piìi evoluti. Il nostro suggerimento, in sintesi, invocato da molti anni, è che si possa in Italia attuare un modello di tipo francese, in grado di aprire il dialogo tra istituzioni e operatori. SCAMBI DIFFICILI Di fatto, il commercio è paralizzato e non consente flussi di scambio con le altre nazioni perché, in economia come nella cultura, non solo bisogna ricevere ma bisogna anche dare. Si può citare, come esempio, la situazione del nostro mercato dell'arte pittorica ottocentesca che è praticamente tutto in Italia, mentre l'Ottocento francese, ben più importante e valorizzato di quello italiano, è distribuito tra tutti i musei del mondo, da Los Angeles a Tokyo, con i vantaggi culturali, economici e di immagine che ne derivano. DANNI RILEVANTI Ora, questi provvedimenti di controllo, oltre che impedire il flusso di interscambio culturale, hanno creato danni economici notevolissimi perché hanno consentito che le istituzioni del mercato straniero si arricchissero utilizzando il nostro patrimonio e favorissero a dismisura l'esportazione clandestina. Un mercato libero, senza vincoli burocratici e più moderno anche in senso fiscale, esercita una fortissima at¬ Casimiro Porro Presidente di Finarte Casa d'Aste spa e presidente dell'Associazione Italiana Case d'Asta aria, assicuratori che parlano la ogliere le migliori vostra azienda.

Persone citate: Bottai, Casimiro Porro

Luoghi citati: Italia, Los Angeles, Tokyo