«Fu vittima della madre»
Fu vittima della madre « Fu vittima della madre « F« » GL New York Times presenta la ricerca di Elizabeth Renker sulla violenza di Herman Melville contro la moglie nel quadro del più recente interesse di critici e pubblico per la vita privata dei grandi scrittori. La docente dell'Ohio State University replica così: «Il mio è un interesse molto differente da quello dei biografi scandalistici. Per questo sono molto delusa perché il New York Times non ha chiarito l'importanza della vita privata per comprenderne la sua scrittura. Così i lettori ne sono rimasti confusi. Le lettere al giornale continuano infatti a chiedere: che differenza fa se Melville picchiava la moglie o no? Invece è molto importante saperlo per due motivi. Il primo è che in generale era uno scrittore molto frustrato, torturato, in continua agonia perché non si sentiva affatto apprezzato. A ciò si aggiunga il peso di lavorare a casa, chiuso in una stanza, circondato da donne: madre, sorelle non sposate, moglie, figlie. Il secondo motivo è che le tensioni domestiche e la relazione con le sue donne danno chiaramente forma alla sua scrittura. E' incredibile che lo si voglia negare, lo non voglio danneggiare la sua reputazione, ma lavorare sul suo linguaggio, capirne il significato, e scoprire da dove nascono le sue metafore. In The Paradise of Bachelors and the Tartarus of Maids, ad esempio, descrive la fabbrica della carta nella quale lavorano solo ragazze pallidissime, che incarnano il biancore del prodotto. Il Blood River, fiume di sangue, che genera l'energia per la fabbrica, è come il flusso mestruale. Mentre la critica si è divisa sull'interpretazione di questa storia allegoria biologica o accusa all'era delle macchine? mi pare chiaro che le donne siano associate alla produzione in due sensi: è loro il lavoro di fabbrica, ma anche il travaglio del parto. Tornando a casa: le donne di Melville copiavano diligentemente tutti i suoi libri e gestivano sia la casa e i figli, sia il suo lavoro. Non è possibile dire quanto il matrimonio tra Herman e Lizzie fosse dettato dall'amore. Parker sostiene che i due fossero innamorati. Ma le lettere rese pubbliche nel 1983 dalla Biblioteca Pubblica di New York parlano di quanto fosse importante il matrimonio per la madre di Herman, stanca della povertà cronica nella quale viveva. In breve, le pressioni famigliari e sociali devono essere state veramente forti per Melville, lo non sono una femminista interessata a sminuirlo, è uno scrittore troppo grande, il mio preferito. Sono anche iscritta alla Melville Society». Anna Di Lello La Fondazione Agnelli ha compiuto una ricerca, per la cura di Andrea Pacini, sull'attuale presenza cristiana nell'Islam arabo
Persone citate: Andrea Pacini, Anna Di Lello, Blood River, Elizabeth Renker, Herman Melville, Melville
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