NEL SALOTTO DELLA CONTESSA SI FACEVA IL RISORGIMENTO di Mirella Serri

NEL SALOTTO DELLA CONTESSA SI FACEVA IL RISORGIMENTO NEL SALOTTO DELLA CONTESSA SI FACEVA IL RISORGIMENTO ClaraFranc(colleIL L'AMICA Clara Maffei e il suo salotto nel Risorgimento Daniela Pizzagalli Mondadori pp. 396 L. 35.000 A sera di San Silvestro del I 1865, a Milano, vi fu, secondo una tradizione che durava da anni, un gran ballo a casa della contessa Maffei. Ma non tutti si divertivano in quelle sale «dove stavano impinzate quasi nove decine tra uomini e donne, tra dotti e minchioni, tra giovani e vecchi», come scrive in una lettera malevola lo scrittore Camillo Boito. E il librettista Francesco Maria Piave a Giuseppe Verdi, grande amico della Maffei, confidava il suo giudizio non favorevole sulla dinamica padrona di casa: «Mi sono convinto che è troppo vanitosa... Cotesta femmina-farfalla». Cominciava, in quel periodo, il lento declino della celebre contessa Clara Maffei, il cui astro brillava nella città lombarda da trent'anni. La minuta, attraente e vivacissima aristocratica, come appare nella prima completa biografia della storica e giornalista Daniela Pronta ad infrangere le regole, la bella Maffei incontrò subito dopo l'intellettuale con cui avrebbe avuto uno stretto legame fino alla morte: il giornalista, scrittore e ardente mazziniano Carlo Tenca. Per lui decise di rinunciare al matrimonio. Sistemata in una nuova dimora, in corsia Giardini (futura via Manzoni), la Maffei iniziò la nuova vita di donna libera e sola. Ma la sua solitudine era piena d'impegni e traboccante d'iniziative. Dietro la facciata di serate brillanti e futili, circolavano le idee. A Palazzo Maffei, Luciano Manara preparò l'insurrezione del marzo 1848 contro gli austriaci. Sempre lì si riunivano i patrioti e i politici che costituiranno poi la spina dorsale del Parlamento e del governo italiano dopo l'unità, tra cui Emilio Visconti Venosta (ministro degli Esteri a più riprese), Cesare Correnti, uomo di punta della Destra storica, Giuseppe Zanardelli, futuro ministro della Giustizia e presidente del Consiglio. Con il sostegno dell'amica e compagna di vita, Tenca progettò la rivista «Il crepuscolo», per portare su un piano culturale l'opposizione agli austriaci. Ai politici in casa Maffei si mescolavano belle donne, musicisti e letterati: Giuseppe Verdi era il più assiduo fre- L'AMICA Clara Maffei e il suo salotto nel Risorgimento Daniela Pizzagalli Mondadori pp. 396 L. 35.000 quentatore della Maffei, poi c'era il malinconico garibaldino Ippolito Nievo e il riservato don Lisander, ovvero Alessandro Manzoni; il corteggiatissimo Massimo d'Azeglio, Giosuè Carducci e gli scrittori scapigliati che sopraggiunsero quando il salotto Maffei iniziava il suo declino. Il soprano Giuseppina Strepponi, che Verdi impalmò nel 1859, ammirata scriveva a Clara: «Sono stupefatta di come tu possa, tanto gracile di salute, resistere alla fatica di tante ore di ricevimento». Ma Clara considerava il salotto la sua missione. Quando Tenca si allontanò nel 1860 da Milano per occupare il posto di deputato nel Parlamento italiano a Torino, la Contessa non volle abbandonare la sua città. Fatta l'Italia con le sue brillanti «soirée» politico-mondane, la gentildonna sperava di poter fare anche gli italiani. Pizzagalli, L'amica. Clara Maffei e il suo salotto nel Risorgimento italiano (che uscirà a giorni), è uno dei protagonisti più sorprendenti e meno noti del Risorgimento. A diciassette anni Clara, nata nel 1814, fu data in sposa al biondo e dissoluto (amante del gioco e dell'ozio) conte Andrea Maffei. L'irrequieta contessafarfalla si gettò immediatamente con grande entusiasmo nella costruzione di quella che sarà la sua creatura: il salotto, sul modello dei settecenteschi cenacoli parigini. Non si era ancora consolidata per i più chic e i più radicali milanesi l'abitudine di ritrovarsi tra le pareti di casa Maffei quando, l'abile Clara, riuscì ad accaparrarsi la presenza di un ospite d'eccezione: Franz Liszt. Il musicista approdò a Milano nel 1838, con la contessa d'Agoult incinta di parecchi mesi. Molte porte di aristocratiche magioni si sbarrarono per la coppia irregolare. Ma per Chiarina - come chiamavano la Contessa i più intimi - non vi fu problema di censure: spalancò la casa a Liszt e signora e sancì la fama delle sue riunioni conviviali. Clara, intanto, scalpitava e si sentiva stretta nell'indesiderato rapporto coniugale: quando arrivò a Milano in visita il panciuto Honoré de Balzac ne accettò la corte assidua. Mirella Serri

Luoghi citati: Italia, Milano, Torino