Diventa incubo il sogno del signor Kim
Scontro sempre più duro, il governo accusa i sindacati di essere al soldo di Pyongyang Scontro sempre più duro, il governo accusa i sindacati di essere al soldo di Pyongyang Diventa incubo il sogno del signor Kim La rabbia dei coreani per la nuova legge sul lavoro SEUL. Primo sindacalista arrestato in Corea. Si tratta del presidente del sindacato intemo delle aziende Halla, raggiunto dalla polizia a Ulsan, nel Sud del paese. Le autorità non sembrano dunque disposte a recedere dalla linea dura contro gli scioperi, considerati illegali. Il procuratore capo Choi Byong-kuk, in una dichiarazione televisiva, ha avvertito che «se i lavoratori non cesseranno immediatamente i loro scioperi, il governo agirà in modo fermo e risoluto». Il magistrato ha sostenuto che la protesta viene utilizzata dalla Corea del Nord per indebolire il governo di Seul e ha affermato che «l'agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang dà quotidianamente notizia delle manifestazioni» e istiga studenti e operai a continuarle. In un dispaccio, l'agenzia esorta i sudcoreani a «una lotta più dura per rovesciare il traditore Kim Young-Sam e far ritirare le sue leggi fasciste». Dopo l'arresto del leader sindacale, violenti scontri si sono verificati a Seul tra polizia e dimostranti. Almeno 40 mila persone sono scese in piazza nella capitale. In varie occasioni, la folla di studenti e operai, spranghe di ferro in pugno, ha lanciato pietre cui i circa 12 mila poliziotti schierati dal governo hanno risposto sparando gas lacrimogeni. Gli incidenti più gravi si sono verificati sul grande viale a otto corsie che attraversa il centro, dove si erano concentrati 5 nula scioperanti. Migliaia di bombe lacrimogene sono state sparate dagli agenti, mentre i manifestanti hanno incendiato pile di pneumatici e scagliato sassi e bottiglie. Un'altra battaglia tra 3 mila studenti e le forze di sicurezza si è svolta vicino a un centro commerciale, mentre 30 mila lavoratori hanno marciato fino alla sede del partito del presidente Kim Young-Sam chiedendo a gran voce le sue dimissioni e l'abrogazione della legge che facilita i licenziamenti. Ieri, inoltre, un rappresentante della federazione internazionale dei metalmcccaiùci (Imwf), Marcello Malentacchi, ha segnalato che il governo di Seul è intenzionato ad espellerlo dal Paese - con altri tre colleglli - se continua a tenere contatti con i leader sindacali. I quattro sono a Seul da sabato scorso per manifestare la loro solidarietà. [Ansa]
Persone citate: Choi Byong-kuk, Kim Young-sam, Marcello Malentacchi
Luoghi citati: Corea, Corea Del Nord, Seul
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