Romiti, si decide sulle parti civili di Francesco Paolo Mattioli
Romiti, si decide sulle parti civili Romiti, si decide sulle parti civili L'avv. Chiusano: «Ilprocesso non è un comizio» TORINO. Primo giorno del processo a Cesare Romiti e a Francesco Paolo Mattioli. All'estero per lavoro il presidente Fiat, si è presentato il direttore centrale finanziario. Il rito abbreviato, a porte chiuse, prevedeva che dopo la costituzione delle parti civili, la parola passasse immediatamente all'accusa per la requisitoria. Ma la presenza di un certo numero di dipendenti Fiat venuti da tutta Italia e intenzionati a costituirsi contro i manager per chiedere un risarcimento non ancora quantificato (si parla di 2 milioni a testa) - ha creato la prima questione. Non ancora risolta. Se ne ridiscute all'udienza rinviata, dopo pochi minuti, ad oggi. Sono 170 con due piccoli azionisti, per la maggior parte aderenti allo Slai e al Sin Cobas, ma vi sono anche iscritti alla Fiom, un dipendente Fiat consigliere regionale piemontese per Rifondazione e il segretarie del «circolo Mirafiori» dello stesso partito. Prima dell'udienza hanno manifestato nelle vie adiacenti agli uffici giudiziari. Slogan, cori. L'avvocato Vittorio Chiusano ne ha tratto la convinzione che si volesse «creare una cornice di emotività attorno al processo». E ha precisato: «Non possiamo consentire che il processo si trasformi in un comizio, sia strumentalizzato». Subito dopo, sulla costituzione di parte civile, ha aggiunto: «Non è tempestiva». Ieri - dopo il trasferimento dell'udienza dal palazzo dei gip nell'aula della Corte d'assise (la più grande) per fare spazio a tutte le parti processuali - l'avvocato Ennio Festa ha spiegato che per il momento il collegio di difesa aveva chiesto la verifica della legittimità degli operai a costituirsi: aver lavorato per aziende Fiat negli anni dal 1990 al '92. «Sono gli anni considerati dall'inchiesta giudiziaria per i quali ci siamo costituiti parte civile - chiarisce a sua volta l'avvocato Roberto Lamacchia -. Nel 1989 venne concordato il "premio performance", applicato in seguito con mec¬ canismi legati al bilancio consolidato Fiat. Dal momento che in questo processo, oltre che di frode fiscale e finanziamento illecito ai partiti, si sosterrà l'accusa di falso in bilancio, noi riteniamo di avere diritto a stare in giudizio. Siamo stati danneggiati». A sorpresa si è costituito anche il costruttore torinese Augusto Elia, che possiede 52 mila azioni Fiat. Lo rappresenta l'avvocato Andrea Galasso: «Il mio cliente chiederà 100 milioni di danni materiali e morali». L'altro piccolo azionista presentatosi è l'avvocato Pierluigi Zola. Ha un'azione e quest'unico titolo gli consente da anni di prendere la parola, per lunghi interventi, alle assemblee degli azionisti. La sua presenza fa dire a Chiusano: «Non confondiamo le sedi. Qui si fa un processo». Un segnale di opposizione anche alla costituzione dei due azionisti? Si vedrà oggi, quando il gip Francesco Saluzzo darà la parola ai legali. lai. ga.l
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