Muore nel rogo dell'auto

Muore nel rogo dell'auto Muore nel rogo dell'auto Cagliari, giallo sulla fine di un sindaco casco dei motociclisti e il corpetto antiproiettile? La celata del Fieramosca? Di non far sedere i bambini vicino al finestrino? Tralascio i rischi di rapine, i drogati questuanti, le risse multietniche, i ritardi mostruosi. Restiamo nel piccolo sopruso, nello stillicidio continuo di violenza bianca. Ho visto le vitacce che fanno spesso i controllori, inermi a volte tra i lupi. In certe stazioni, bande di scolari e di pendolari invadono le prime classi, vanificando la ricerca di quiete e di spazio libero per cui si paga un biglietto di prima, e i controllori, dopo averli invitati ad andarsene in seconda, sbeffeggiati, desistono, perché sono uno contro cinquanta. Alle battone multietniche chiedere il biglietto può passare per offesa razzista. E' duro, quando si è controllori FS, controllare i propri nervi. Ne ho visti alle prese con dei deviati speciali, isolati questi, che salgono in prima ad ore fisse esclusivamente per mettere alla prova i nervi del controllore. Si mettono a discutere, fingono mansuetudine, alzano la voce, si rivolgono agli altri viaggiatori che restano statuari, patteggiano, biettivo sottaciuto di provocare il fallimento sul campo della Bicamerale attraverso la dimostrazione quotidiana della sua inefficacia. Affinché la Bicamerale possa condurre a esiti decorosi, occorre quindi che il campo venga sgombrato dagli equivoci e dalle distorsioni. Innanzitutto essa non dovrà diventare lo strumento per la prosecuzione della lotta politica con altri mezzi. Ciò significa che saranno dannose tutte quelle iniziative volte ad agitare come irrinunciabili tesi predefinite in termini oltranzisti (e non importa che si tratti del presidenzialismo o al contrario del parlamentarismo). In secondo luogo il destino della Bicamerale è legato alla sua capacità di non apparire come la camera di compensazione fra i partiti, in cui l'architettura istituzionale sarebbe un banale punto di equilibrio al minimo tra gli interessi delle forze politiche. Per sfuggire a queste due tagliole, occorre uno sforzo comu¬ ne aveva avuti quando era un semplice operaio, poi sindacalista in lotta per salvare la fabbrica in cui lavorava, quindi esponente di spicco del partito comunista, infine della Quercia. Non sanno spiegare il perché del dramma, se davvero è stato suicidio, neanche la vedova, Carla Tuveri, e il fratello Tore, il quale ha però escluso che il congiunto avesse problemi finanziari. E non ha una spiegazione neanche l'ex parroco di Elmas, secondo il quale Giovanni Ruggeri era un uomo sincero sulla strada della conversione. E' un giallo, anche se qualcuno ricorda che, a fine dicembre, il sindaco aveva accennato al termine di una seduta del Consiglio alla possibilità che forse si trattava dell'ultima assemblea a cui partecipava. (e. g.] II sindaco di Elmas Giovanni Ruggeri, morto ieri nel rogo della sua auto latori», spiega un amico. Altri non escludono che il sindaco sia rimasto deluso dalla politica, nella quale era impegnato da una vita: era stato per due legislature consigliere regionale, poi si era tuffato con passione nella gestione del paese in cui era nato e che di recente ha conquistato l'autonomia dal capoluogo sardo. Non aveva nemici, come non sogghignano, imprecano e finiscono per averla vinta: un controllore non è un buttafuori di discoteca. Un'autornedicazione filosofica che consiglio: viaggiando in treno, vedere la ferrovia, tutta quanta la rete, i lussi micidiali, le multe estorte, la sporcizia insanabile, i calori da altoforno e i sottozeri da polmoniti, gli scioperi a salsiccia, le prime incessantemente declassate, le seconde Gessificate, le sale d'aspetto barboniche o allucinate, i borseggi d'arrivo, i binari di paura, come ammirevole sintesi dell'Italia-che-nonpuò-cambiare, dell'Italia che è quella proprio degli italiani, che è quella che è e contro la quale rovesciamo (anch'io) per sport, per allegria, per carboneria, le nostre inutili sequele d'indignazioni. Perché indignarsi con un'amante spudorata e schizofrenica, che non si ha la forza di piantare? Si finisce per lasciar correre. Leggere un libro in viaggio è una divina droga... Dimentica dimentica dice la canzone arrochita delle ruote.

Persone citate: Carla Tuveri, Fieramosca, Giovanni Ruggeri

Luoghi citati: Cagliari, Elmas, Italia