«Userò ancora il treno»

«Userò ancora il treno» «Userò ancora il treno» ROMA. L'ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, ha telefonato ieri mattina all'amministratore delegato delle Ferrovie, Giancarlo Cimoli. Il manager delle FS, che era impegnato in una audizione alla Commissione Trasporti, ha interrotto l'audizione per parlare con Cossiga che era nel treno coinvolto nell'incidente di Piacenza. Secondo quanto riferiscono fonti delle FS l'ex presidente della Repubblica ha chiamato per rassicurare Cimoli sulle sue condizioni di salute, per ringraziarlo dell'interessamento mostrato nei suoi riguardi e, infine, per confermare che continuerà ad utilizzare il treno ed il Pendolino. L'ex presidente della Repubblica, al momento del deragliamento alle 13,26 di domenica, si trovava a pranzo con il suo staff e gli uomini di scorta, nel vagone ristorante. Cossiga era rimasto illeso e, in serata, era rientrato a Roma in aereo. [Agi] blocco porte. La tecnologia è così. Basta una luce rossa per fregarti. Crociati e Grasso hanno 41 anni, si conoscono dai banchi di scuola. Sempre insieme, anche sul lavoro. Viaggiano in coppia. Ieri sono venuti su da Roma con il treno 9418, adesso ripartono con questo: 9415. Vanno avanti correndo dolcemente verso Piacenza. Fanno meno rumore di un frusciar di ruote sulla strada. Campi nella neve. Una casa di pietra manda su pennacchi neri dal camino. Ma è tutto nel sole. Domenica a quest'ora c'era una bruma semifumosa: galleggiava nella piana come nebbia sulla pelle di un fiume. L'avevamo vista arrivando a Piacenza, prima di scoprire la carcassa del treno rovesciata sui binari. I passeggeri adesso dormono. Qualcuno chiacchiera come Gloria Altieri, 24 anni, e Giulia Brambilla, 57 anni, da Vimercate. Nel ristorante, quinta carrozza, sono occupati solo tre tavoli: in uno c'è una coppia, negli altri due dei gruppi. Il treno si ferma a Codogno perché c'è un solo binario e si va a precedenze. Tre chilometri prima del ponte sul Po, Adesso sono le 13 e siamo ancora qui. Alla Centrale, c'è una di quelle resse che ti sembrano giorni sbagliati. C'è il marocchino che ti guarda salire sulla scala mobile, e c'è l'Armenia che è scivolata con le sue valigie, in questo brulicare di mondo che s'affastella sui marciapiedi, per gli spiazzi dietro alle cabine, sotto le voci che si confondono. «Sul binario 14 è pronto l'Etr 460 per Roma», ripete l'altoparlante. Come se fosse una cosa normale. Invece, è il Pendolino Botticelli che riprende la sua corsa, sul filo del tempo, attraverso l'Italia, da Milano a Roma. L'ultimo era quello della tragedia, domenica, festa di colori grigi, di strani presagi. Quel giorno la stazione di Piacenza era surreale, silenziosa, lontana, non c'era gente che si incrociava, non c'erano addii, saluti. Non c'era nessuno che correva, che parlava, che rideva. Non c'era qualcuno che si allontanava. Un treno che riparte è un buon segno per la vita. Ecco. Alla fine, l'Etr 460 per Roma lascia la Centrale che sono le 13,08, Crociati e Grasso, i due macchinisti, avranno scoperto cos'era quel pasticcio del

Persone citate: Botticelli, Cossiga, Francesco Cossiga, Giancarlo Cimoli, Giulia Brambilla, Gloria Altieri, Grasso