«Gli insegnanti non saranno soli»

«Gli insegnanti non saranno soli» «Gli insegnanti non saranno soli» Berlinguer: corsi di formazione per tutti «Abbiamo deciso di cominciare l'istruzione a 5 anni perché già oggi in parecchi asili si impara già molto durante il terzo anno» «Fra le nuove materie ci sarà il cinema» mento di Alleanza Nazionale l'hanno soprannominata Nightmare. Dicono che lei è un incubo. Metterà gli studenti tutti insieme a studiare tutti le stesse cose, dicono. «Mi telefoni, quel giovanotto. Gli spiegherò quello di cui parla, e che evidentemente non conosce. Allungando a 6 anni la scuola secondaria, i ragazzi si orienteranno meglio. Avranno diritto al pentimento. Poi, avranno 5 anni per diventare buoni latinisti, o buoni geometri. E poi introdurremo la musica, il cinema, il computer, tutte le materie della modernità». Abbiamo fatto un sondaggio: il 75 per cento delle persone che abbiamo intervistato sono favorevoli a che si allunghi la scuola dell'obbligo, il 39 per cento dice che la scuola serve per educare, il 54 per cento che invece serve a formare per il mondo del lavoro. Ma il 74 per cento dei genitori, chiede aiuto nell'educazione dei propri figli. Lei cosa risponde? «La scuola deve formare anche la coscienza civile, la sensibilità sociale dei ragazzi. E deve servire davvero a trovare lavoro». [r. r vranno reinventare la propria professionalità. «Non li lasceremo soli. Accompagneremo con attenzione questa riforma. Sarà graduale, formeremo gli inse¬ gnanti esistenti, offriremo loro specializzazione nelle scuole universitarie. Molti docenti hanno molta voglia di impegnarsi». I giovani del coordina¬ zione, e la partecipazione scolare. Insomma, nascono meno bambini, ma tutti vogliono studiare». In complesso, però, circa 700 mila insegnanti do¬ «Inutile, senza strutture» «Non prima di sette anni» «Ma non risolve i problemi» «Così entriamo nell'Europa» Maria Teresa Ruta, presentatrice, due figli piccoli: «Io non voglio riforme, ma applicazioni. Cioè: palestre decenti per giocare anche solo uno sport, ma bene. Insegnanti di ruolo, invece dei precari che si alternano continuamente. Computer in classe, lezioni di educazione sessuale. Queste sono le cose davvero utili. Se ci vogliono dare scuole di modello americano, devono darci strutture. Sennò, è tutto inutile. Le famiglie medio-borghesi non hanno problemi per dare ai figli quello che la scuola non ha. Ma gli altri? Sono stata a Palermo, al quartiere Zen. Lì non hanno niente, altro che riforma». Marcello D'Orta (autore di «Io speriamo che me la cavo» e «Il maestro sgarruppato», un figlio alle scuole medie), è «assolutamente d'accordo sulla riforma, soprattutto perché studiare più anni fa sempre bene. Sono perplesso però sulla possibilità di mandare i bambini a scuola un anno prima. Secondo me un bambino può essere sovraccaricato, anche perché la prima non è più quella dei miei tempi, e c'è il rischio di andare ad interessare un processo evolutivo che invece deve avvenire in casa. Non per niente in Danimarca e Svezia i bambini vanno a scuola addirittura a 7 anni». Neo mamma (da un mese), ma già interessata alla riforma: «Ottima idea, ma che va "aiutata". Non credo, ad esempio, che si possa risolvere il problema dell'abbandono scolastico alzando di 2 anni il livello dell'istruzione obbligatoria: esistono famiglie con problemi gravissimi, che hanno bisogno di aiuto. Per il mio bambino spero nella preparazione delle maestre, fin dalle materne. Mi auguro che siano adeguatamente preparate, che sappiano creare in bambini così piccoli le basi per un apprendimento più facile. Sennò, preferisco curarmelo da sola, mio figlio». «Se davvero arriveremo ai dieci anni di scuola dell'obbligo, ci adegueremo al resto dell'Europa, ed è un bene - dice Mario Lodi, esperto di scuola -. Ma io aspetto i contenuti di questa riforma: voglio sapere gli obiettivi, le metodologie, la futura organizzazione delle scuole italiane. A mio avviso, la scuola deve produrre nei bambini e nei ragazzi quella formazione necessaria per sviluppare le capacità individuali, e sociali. Così com'è, la scuola non va. Adesso che c'è un progetto per riformarla, bisogna utilizzare ogni mezzo per parlarne: come la tv, che così sarebbe utilissima».

Persone citate: Berlinguer, Marcello D'orta, Maria Teresa Ruta, Mario Lodi

Luoghi citati: Danimarca, Europa, Palermo, Svezia