Scuola, il primo esame a dodici anni di Raffaello Masci

I «cicli» al posto di elementari, medie e superiori. Obbligatorio un decennio sui banchi. Critiche da Cisl e Uil I «cicli» al posto di elementari, medie e superiori. Obbligatorio un decennio sui banchi. Critiche da Cisl e Uil Scuola/ il primo esame a dodici anni Nasce lafigura del tutore, i bimbi studieranno informatica «una verifica dell'apprendimento» che non sarà però un esame tradizionale. CICLO SECONDARIO 1. Si passa poi a un ciclo secondario, diviso a sua volta in due tranches. La prima, di tre anni, è denominata «scuola di orientamento», e la seconda, sempre di tre anni, «scuola superiore». La scuola di orientamento consta di un primo anno «di orientamento generale che comprende un ventaglio allargato di opzioni disciplinari» e un successivo «biennio di orientamento mirato, diviso in 4 quadrimestri autonomi» che saranno di approfondimento e proporranno «moduli disciplinari caratterizzati: classico, scientifico, artistico, tecnico, professionale eccetera». Durante il triennio gli insegnanti saranno affiancati da un «tutor» che aiuterà lo studente a studiare e capire cosa vuole fare. Alla fine della scuola di orientamento, che si concluderà con mi esame di Stato, lo studente potrà decidere se passare alla formazione professionale per poi accedere al mondo del lavoro, oppure se continuare con la «scuola superiore». Ciao SECONDARIO 2. La seconda parte del ciclo secondario è denominata «scuola superiore», consta di tre anni e - in linea di massima - si pone come specializzazione rispetto agli orientamenti maturati nella «scuola di orientamento», per cui per esempio - se uno ha optato per il «modulo disciplinare artistico» proseguirà e approfondirà questi studi, se uno ha scelto quello «scientifico» proseguirà nelle scienze, e così via. Questo vale soprattutto per i primi due anni, in quanto il terzo e ultimo è di raccordo e, ancora, di orientamento verso il mondo del lavoro (con possibilità di approcci diretti e stages formativi), oppure verso l'università, l'istruzione post-secondaria o la formazione professionale superiore. Per quelli che pensano di andare all'università è prevista anche una «preiscrizione». Il ciclo secondario si conclude con un esame di Stato. SROMA IGNOR ministro, ci spiega la sua riforma della scuola? Sono le otto di ieri sera e Luigi Berlinguer, negli studi della rete che forse ha la più alta fascia d'ascolto tra i giovani, Telemontecarlo, spiega la non piccola rivoluzione che dal ministero di viale Trastevere si è preparata per la sconquassata scuola italiana. Finalmente innalzamento dell'età scolare, ma non solo. Gli esperti dell'Istruzione hanno guardato come dall'alto il palinsesto della scuola, e lo hanno riscritto. Non più elementari e medie, denominazioni di vecchia memoria, ma tre bienni ben distinti. E, soprattutto, dato che sembra la cosa che ha più colpito gli italiani, tutti a scuola a 5 anni. «In molte scuole, già al terzo anno d'asilo si gioca, e insieme s'impara», dice il ministro spiegando la genesi della decisione. In studio, arriva un fax della signora Gabriella Conti, mamma contenta del figlio «alla primina», come finora si chiamava la prima elementare anticipata di un anno, e chiede che si insegnino di più, nelle scuole italiane, i classici e le materie legate all'ambiente. Ma signor ministro, lei elementarizza le medie, o medizza le elementari? «Come sa, noi prevediamo 3 bienni di studio: dunque, ci sarà un'evoluzione dei programmi e anche dell'organizzazione scolastica». E gli insegnanti? Il 20 per cento di loro sarà in esubero, che cosa ne farete? «Li stermineremo». Davvero? «Scherzavo, naturalmente. Li dovremo utilizzare fino in fondo, invece, perché aumentiamo fino a 16 anni la scuola dell'obbligo». Ma come, in Italia la natalità è a crescita zero... «Sta succedendo qualcosa: perché è vero che la natalità è diminuita, ma nel frattempo è cresciuta la domanda di istru- IL METODO. Quello presentato ieri dal governo non è un disegno di legge formalmente approvato dal Consiglio dei ministri, ma una proposta da porre all'attenzione di chiunque abbia titolo per intervenire: insegnanti, sindacati, studenti, pedagogisti e quanti altri. Una volta raccolte le indicazioni della base, il governo definirà un chiaro disegno di legge che Berlinguer conta di presentare entro marzo '97. NEL FRATTEMPO. Il governo non vuole mettere fretta: «Quella che andiamo a costruire sarà la scuola dei primi decenni del prossimo millennio» ha ricordato Prodi e quindi conviene studiare bene le cose. Comunque il ministro della Pubblica Istruzione interverrà per vie amministrative affinché intanto la scuola si avvicini a quella della riforma e quindi prowederà a riformare gli orari delle materie, ad accorpare gli indirizzi della secondaria che attualmente sono un centinaio, e ad allargare l'obbligo di due anni. PROGRAMMI. «L'intervento che ci apprestiamo a fare riguarda l'architettura della scuola - ha spiegato Berlinguer - ma la cosa importante sarà poi definire ciò che si dovrà insegnare. Quindi tutti i programmi dovranno essere modifica¬ ti». Ovviamente con l'aiuto di apposite commissioni. L'intera riforma della scuola - se tutto andrà bene - dovrebbe essere attiva nell'anno scolastico '98-99. REAZIONI. La proposta Berlinguer piace a sinistra, meno al mondo catto-conservatore. Un sì viene, per esempio, dal pds (Barbara Pollastrini), dall'unione degli studenti (Uds), dall'ex ministro Sergio Mattarella (ppi), e dalla Cgil-scuola (Emanuele Barbieri). Gli altri sindacati appaiono invece piuttosto cauti: la Cisl parla di una riforma che «scardina l'impianto» tradizionale, per la Uil si tratterebbe solo di «una proposta sensazionalista». Le associazioni doi genitori (Age) e degli insegnanti cattolici (Uciim) hanno espresso tutto il loro stupore. Tra i pedagogisti, per un Aldo Visalberghi entusiasta abbiamo mi Luciano Corradini che ritiene la proposta «assolutamente scioccante». Durissima, infine la reazione del Movimento diritti civili, che ricorrerà alla Corte europea per i diritti umani di Stra:;rnu-go contro il governo italiano e contro il ministro Berlinguer per la preannunciata riforma della scuola, che prevede tra l'altro l'obbligo a cinque anni». Raffaello Masci l LA PROPOSTA m RIFORMA 1 LA RIVOLUZIONE ATTESA E

Luoghi citati: Italia, Stra