«Il piano della Bundesbank: risuscitare Hitler» di Emanuele Novazio

«li piano della Bundesbank; risuscitare Hitler» «li piano della Bundesbank; risuscitare Hitler» La trama di un film in lavorazione a Hollywood irrita i tedeschi BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La mente del complotto è il Presidente della Bundesbank, ma il suo progetto è condiviso - fino alle conseguenze estreme - da un gruppo di industriali e politici eminenti. Insieme, la diabolica brigata progetta l'asservimento dell'Europa (che, cedendo alle lusinghe della Cancelleria tedesca, si è riunita nel frattempo in un'Unione d'impronta neoteutonica) e, in prospettiva, la sottomissione del mondo intero: facendo risorgere nientemeno che Adolf Hitler. Mentre ancora la Germania si interroga sulle ragioni storiche, psicologiche, sociali - o semplicemente di superficialità e di cattiva informazione - che hanno indotto una trentina di star americane del cinema, delle lettere e della tv a paragonare la Repubblica Federale al Terzo Reich, per via dell'atteggiamento diffidente e «discriminatorio» a carico di Scientology, la Frankfurter Allgemeine Zeitung rivela che negli Stati Uniti già si lavora a un film destinato a riaccendere, in Germania, una pronunciata diffidenza sulle qualità artistiche di Hollywood. Il film, tratto da un romanzo dello scrittore Allan Folsom - «Dopodomani», pubblicato negli Stati Uniti da Little Brown e trasformato in sceneggiatura dall'autore per un compenso provvisorio di due milioni di dollari - sviluppa il tema del complotto architettato dalla Bundesbank. Con esiti grotteschi, a leggere le anticipazioni della Faz: per ristabilire il dominio del nazismo, il banchiere e i suoi colleghi di congiura decidono di impiantare su un cadavere il cervello di Adolf Hitler. Ben conservato, per l'evenienza, fin dal giorno in cui il corpo del Fuhrer venne ritrovato nel bunker della Cancelleria: un segno chiarissimo - ci fa capire Folsom - che la Germania non ha mai smesso di tramare per conquistare il dominio dell'Europa e del mondo, e che il progetto di ridar vita al Fuhrer era stato ideato nel momento stesso del disastro del nazismo. Il giorno stesso della morte di Adolf Hitler, anzi: quando la sua testa fu trafugata e nascosta in un rifugio segreto sulle montagne svizzere. Sarà adesso cura della nomenklatura del Marco saldare quella testa a un corpo, per compiere il progetto e per ristabilire l'ordine nel mondo. «Dopodomani» è stato pubblicato anche in Germania, dove è passato inosservato. La versione cinematografica, con il suo impatto emotivo certamente più intenso, otterrà effetti più scottanti anche nel Paese che, cinquant'anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si trova a fare i conti con le parodie del suo passato tragico. E con un pensiero che cinquant'anni di democrazia evidentemente non sono riusciti a cancellare, qua e là nel mondo: la convinzione che l'infezione del totalitarismo non si è mai risolta ma sonnecchia, pronta a ritrovare energia e a diffondere il contagio. Anche la «Lettera al cancelliere Kohl» firmata dalle 34 star americane in difesa di Scientology è, comunque la si voglia leggere, un segnale che questa diffidenza è viva. Sia pure alimentata dalla cattiva informazione, sia pure forzata da una superficiale conoscenza della Germania d'oggi, sia pure strumentalizzata. Rifiutarsi di leggere la lettera, come il Cancelliere Kohl garantisce di aver fatto, non è - forse - il modo migliore per dissolverla. Emanuele Novazio

Persone citate: Adolf Hitler, Allan Folsom, Folsom, Hitler, Kohl, Little Brown