I seni rivoluzionari di Belgrado di Giuseppe Zaccaria

Le ragazze che sfidano gli agenti di Milosevic con topless e baci al rossetto Le ragazze che sfidano gli agenti di Milosevic con topless e baci al rossetto I seni rivoluzionari di Belgrado PBELGRADO ER un sasso Balilla diventò eroe e poi anche automobile, per una stampella Enrico Tori simbolo dell'irriducibilità, per una danza di fronte ai cingoli di un carrarmato lo studente Wang Dan eroe di Tienanmen. Vasta è la gamma dei gesti che fanno una rivoluzione. Scoprire i seni di fronte al nemico era cosa che si era vista fare solo da matrone romane orgogliose di un ruolo matronale, appunto. Dall'altra sera, nell'ufficetto di Knes Mihajlova che funge da quartier generale degli studenti Dragana, Ljubica e Carmen (nomi rigorosamente autentici, per quelli d'arte ci sarà tempo) sono assurte a simboli della tetta rivoluzionaria. E' quella che serve a confondere i poliziotti, scardinare una tradizione di disciplina, mettere in non cale mesi di addestramento alla controguerriglia. Carmen, bruna prorompente, la racconta così. «La cosa è nata per caso, e proprio a causa di voi giornalisti. C'era stato uno, tedesco, che qualche giorno fa ci aveva chiesto: cinquanta giorni di uova, cortei, blocchi di auto, slogan. E adesso che cosa v'inventerete, manderete le il presidente non intenda andare oltre le concessioni parziali fatte sinora sotto la pressione della comunità internazionale e delle quotidiane proteste degli studenti e dell'opposizione anticomunista. Il presidente montenegrino MomirBulatovic ha invece detto ieri che la soluzione della crisi politica in Serbia è alle porte: tempo due settimane, si dovrebbe poter arrivare a un «compromesso democratico e costruttivo», ha auspicato. «Non vedo alcun motivo per cui il governo serbo non dovrebbe accogliere il rapporto e i consigli dell'Osce». Il Montenegro ò legato alla Serbia nella nuova Federazione jugoslava. [ Agi-AdnKronosI BELGRADO. La protesta dell'opposizione serba continua: in coincidenza col Capodanno ortodosso, nella notte appena trascorsa era attesa la presenza in strada, a Belgrado e nelle principali città della Federazione jugoslava, di centinaia di migliaia di dimostranti contro il regime di Milosevic. Nella sola capitale, gli organizzatori si attendevano almeno 700 mila manifestanti. Ma nuove ombre si addensano sulla Serbia dopo che si è capito che Milosevic non ha alcuna intenzione di riconoscere in modo completo (come era sembrato di capire) la vittoria dell'opposizione nelle elezioni municipali del 17 novembre. Le ultime indicazioni avvalorano la sensazione che ragazze nude per strada? Quando i "piavi", cioè i poliziotti, l'altra sera ci stavano davanti e noi li guardavamo in faccia, mandavamo bacini e li vedevamo così imbarazzati, poveri ragazzi, beh ci siamo guardate un momento e, tiè, ci siano trovate a compiere assieme lo stesso gesto». Non dice proprio (die», la ragazza, ma in italiano non esiste altra espressione che possa rendere il senso. Carmen e le altre fanno parte di quella spericolata avanguar¬ dia che da qualche tempo s'incarica della «provokacja», in senso buono. Belle figliolo che si piantano di fronte agli agenti, a dieci centimetri dagli scudi di plastica, e cominciano a dire: «Sei un bel ragazzo, perché non lasci il manganello e ci offri una birra?». Sorridono, chiacchierano, chiedono «Di dove sci? Ce l'hai la fidanzata?». Finora al massimo si erano spinte fino a lasciare, come dire, un timbro rivoluzionario sui simboli del potere. Grandi spennellate di rossetto e poi, tiè, baci al vetriolo stampati sugli scudi trasparenti della milizia. L'altra sera, la contemporanea alzata d'ingegno di Carmen e le altre ha provocato un'ovazione di cui pochi hanno colto il senso. Erano ammassati, gli studenti: uno contro l'altro, premevano contro il solito cordone che impediva il passaggio dalla Knes Mihajlova al piazzale di Terazjie. Non faceva neanche troppo freddo, almeno in La Svizzera conferma d d'aver venduto beni di ebrei vittime dell'Olocausto termini relativi. C'è stato un attimo di sconcerto quando tutte assieme le avanguardie della rivoluzione (tutte studentesse d'architettura: ce n'era anche una quarta, di cui però non si trova traccia) hanno aperto i giacconi e sollevato i maglioni per un attimo, anzi un po' di più. I testimoni giurano che all'ovazione partita dagli studenti piii vicini e ripresa dagli altri solo per riflesso condizionato si sono uniti i poliziotti delle seconde file, quelli privi di scudo, mentre un sottufficiale grande come un orso distribuiva scappellotti su caschi e giubbetti antiproiettile. Non essendo la polizia fornita di eguali protezioni antiseno, le tette della rivoluzione adesso si dicono pronte a nuove performance. Vorrebbero solo trovare alleate, per far sì che il gesto si trasformi in moda e le responsabilità personali s'annacquino in una sorta di tendenza. Carmen rifiuta di fornire il cognome solo per questo: «Paura della polizia? Ma neanche per sogno, loro ormai sono dalla nostra parte. E' solo che se in famiglia scoprono quello che ho fatto...». Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Enrico Tori, Milosevic, Wang Dan

Luoghi citati: Belgrado, Montenegro, Serbia, Svizzera