Pendolino, velocità eccessiva
il partito cattolico il partito cattolico IL SENTIERO STRETTO DEGLI EX DC Oggi il ministro Burlando alla Camera. Tutte riconosciute le otto vittime Pendolino, velocità eccessiva Ma sulla sicurezza è polemica sindacati-Ferrovie «Vi racconto il mio nuovo libro» ADESSO che Franco Marini è diventato uno degli esponenti più profilati delle tre diaspore cattoliche in cui si è frantumata la vecchia de, il primo punto da emendare è l'equivoco che induceva a interpretare i lavori del congresso popolare come uno scontro tra opposte linee politiche. Agli italiani in genere piace occultare il loro innato realismo sotto il manto di schemi sofisticati. Ecco lo schema applicato alle assise del ppi: da un lato la linea Castagnetti, che avrebbe privilegiato la fedeltà all'Ulivo e la lealtà al governo Prodi; dall'altro la linea più mossa di Marini, che avrebbe invece voluto e ora, conquistata la segreteria, potrebbe favorire un più spregiudicato avvicinamento all'agognata area del centro e magari il dialogo e l'incontro con gli altri due tronconi cattolici approdati al Polo. In quest'ottica si è quindi interpretato il risultato numerico dell'elezione alla segreteria, con la risicata riuscita del vincitore e la notevole affermazione del perdente, come indice di una profonda spaccatura in seno al partito. A me sembra che tanto il computo dei voti tendenti alla simmetria, quanto il contenuto dei tre principali discorsi (Bianco, Castagnetti, Marini), tendenti anch'essi con qualche sfumata diversità ad una sostanziale simmetria, siano stati un segno non di spaccatura na piuttosto di concordia strategica. Tutti desiderano «morire democristiani e non socialdemocratici», come ha detto Bianco; tutti vogliono «il dialogo con tutti», in particolare con i «fratelli separati» del ecd e edu, come ha incalzato Castagnetti; tutti vogliamo «sostenere l'Ulivo» e restare dell'Ulivo, come ha concluso Marini. Il radicamento nella coalizione di centrosinistra, insomma, non è stato posto in discussione da nessuno, né da Marini né da Castagnetti, né dai ROMA. Sono state tutte riconosciute le otto persone che hanno perso la vita nel deragliamento del Pendolino Botticelli avvenuto alle 13,30 di domenica a Piacenza. E ieri si è fatta strada un'ipotesi inquietante: a causare il disastro ferroviario di Piacenza sarebbe stata la velocità eccessiva. Nessuna conferma ufficiale. Ma l'indiscrezione, emersa dagli ambienti investigativi fin dall'inizio della mattina, ha preso sempre più consistenza con il passare delle ore. Il ministro dei Trasporti, Claudio Burlando, e l'amministratore delegato delle Ferrovie, Giancarlo Cimoli, si presenteranno oggi davanti alla commissione Trasporti della Camera (al mattino, insieme) e in aula (al pomeriggio, il solo ministro) per dare chiarimenti, giustificazioni e quant'altro possa soddisfare la grande massa di interrogazioni che i parlamentari hanno posto al governo. E sulla sicurezza è scontro sindacati-Ferrovie. Annovazzi, Daniele, Gianotti Masci e Sapegno ALLE PAG. 2,3 E 5 Una carrozza sventrata nel deragliame intervista CQM LA TAMARO ori» INA ori». INA 19
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