Incuria, disinvoltura, faciloneria: un disastro

Incuria, disinvoltura, faciloneria: un disastro Incuria, disinvoltura, faciloneria: un disastro intenzioni (ella le ha inviato una lettera comparsa nella sua rubrica il 31/12). Resto in fiduciosa attesa, con gli amici ambientalisti, augurandomi che la sua rubrica possa portare notizie incoraggianti, non posso però dimenticare che l'Assessorato guidato dalla signora Accossato, definito -Alla difesa della fauna», si occupa tuttora delle triste bisogne che in tempi meno disneyani si definivano con brutale franchezza «Caccia e Pesca». I funzionari con lunga consuetudine di lavoro con i cacciatori sembrano preferire il dialogo con le Associazioni Venatorie piuttosto che con le Associazioni Ambientaliste e questo atteggiamento dovrebbe cambiare, se è vero com'è vero che fra i cittadini italiani, soprattutto fra i giovani, i tifosi della caccia sono ogni anno di meno, mentre aumentano quanti frequentano il territorio armati di apparecchio fotografico e binocolo, ma senza fucile, in pace con la natura e con loro stessi, per gioire della presenza degli animali vivi. Giorgio Crema i Torino 1 toria con limiti massimi di 15.000 ha... ... Il comprensorio attuale si estende per quasi 90.000 ha, su territori fortemente disomogenei che vedono zone alto-alpine a fianco di zone di bassa valle e delle prime propaggini della pianura. Ciò ha determinato un incremento da 500 a I 100 cacciatori che ovviamente, come ampiamente previsto e prevedibile, sono andati a concentrarsi, per la caccia di selezione agli ungolati, nelle zone più interessanti (i comuni di Perrero, Prali, Massello e Pragelato)... ... Non deve quindi stupire se invece della densità 01 un cacciatore ogni 60 ettari stabilita dalle disposizioni Ministeriali, si sia arrivati ad avere 120 cacciatori concentrati in un'area di 150 ettari (quella in cui si è verificato l'episodio), quando al massimo avrebbero dovuto trovarvisi in 3. Stravolgendo quanto voluto dalla legge nazionale, si è allargato il compresorio fino a eludere, i principi di base della legge stessa che voleva ridurre l'eccessiva mobilità venatoria in quanto responsabi¬ le della perdita di quei meccanismi di autodisciplina che si rivelano fondamentali per la corretta gestione della pratica venatoria. La compresenza di fattori quali: eccessiva dimensione territoriale, forte disomogeneità territoriale, numero di cacciatori ammessi, mancanza di corsi per cacciatori di selezione (quanti sono passati dal «mongolia» o dal cinghiale al cervo senza nessuna preparazione?), improvvisazione gestionale del comparto alpino, ha determinato una situazione che richiede una seria riflessione da parte di Regione e Provincia, .;osì come ci risulta stia facendo da tempo la parte più .sponsabile del mondo venatoI no... Un comprensorio alpino che ponga le condizioni, omettendo la necessaria regolamentazione, per autorizzare 250 cacciatori (l'equivalente di ! 20 piani di tiro al cervo) a recarsi tutti nello stesso giorno e potenzialmente nello stesso luogo pei prelevare il capo assegnato, si deve oggettivamente ritenere corresponsabile di quanto è successo e Com'è andato l'abbattimento dei cervi Per evitare il ripetersi di episodi di questa natura, che dimostrano una enorme incultura venatoria, è innanzitutto necessario che le Autorità competenti .0 vogliono evitare di coinvolgere una intera categoria nel giudizio fortemente critico dell'opinione pubblica nei confronti dell'ambiente venatorio, adottino, indipendentemente da quanto provvedere ad accertare la Magistratura snergiche misure nei confronti dti ioliù gruppo di cacciatori inte; \ enuti Tuttavia si ende evidente che, come a ìuo tempo denunciato in più occasioni anche dai cacciatori delle Alrs Valli Chisone e Germanasca, 11 dimensionamento del comprensorio alpino n. I è eccessivo e che sono stati stravolti i criteri fissali dall circoiare dell'Istituto Nazione per la fauna selvatica di cui al! hr\ lu comma II della L. I 1.2.199/ n. i 57 che suggeriva dimensioni idonee per le unità territoriali di gestione faunistico-vena-

Persone citate: Accossato, Giorgio Crema

Luoghi citati: Massello, Perrero, Pragelato, Prali, Torino