I sonni agitati di Berlanda e le grandi manovre in banca
I sonni agitati diBerlanda e le grandi manovre in banca I sonni agitati diBerlanda e le grandi manovre in banca I figli di Salvatore Ligresti dovranno fare l'CJpa su Premafin? E' giusto il valore fissato da Sergio Cragnotti per passare alla Cirio la «Lazio Calcio»? Nei tre mesi che mancano alla scadenza del suo mandato, c'è da scommettere che il presidente delle Consob, Enzo Berlanda, avrà molto da fare. Tanto per cominciare, deve rispondere a questi due interrogativi, e non è cosa di poco conto. Per mettere le sue proprietà al riparo, Ligresti ha infatti passato il controllo dell'impero ai tre rampolli: Giulia, Jonella e Paolo. I quali assicurano che tra loro non esiste patto alcuno. Basterà questo a scongiurare l'obbligo di Opa? Quanto a Cragnotti, la disinvoltura con la quale l'ex pupillo di Raul Gardini ha trasferito per oltre 80 Sergio Cragnotti miliardi la squadra del cuore dalla Cragnotti & Partners Lussemburgo alla Cirio, facendoci su perfino un guadagno di 20 miliardi netti, la dice lunga sulle sue difficoltà. Enzo Berlanda Soprattutto oggi che a soccorrerlo non c'è più il protettore di sempre, il patron della Banca di Roma Cesare Geronzi. Alla Cirio arriva infatti una società che, dopo le perdite del '95, sarebbe tornata al pareggio solo grazie alla cessione di alcuni calciatori. Sull'operazione si agita Assogestioni a tutela dei piccoli azionisti Cirio, e Cragnotti promette: porterò la Lazio in Borsa. Del resto nemmeno Cesare Geronzi ha di che stare allegrissimo, alle prese con un gruppo potente dove troppi nodi sono venuti al pettine tutti insieme. Non è un caso che Bankitalia abbia trovato per Interbanca un nuovo padrone: la Popolare Antoniana Veneta presieduta da Dino Marchiorello. Il quale, in cambio del soccorso alla Kreditna, riceverà in premio l'istituto a medio termine, già fiore all'occhiello della Bnl di Giovanni Auletta Armenise. Sempre nella serie «chiudere in fretta le situazioni difficili», Geronzi preme per vendere alla Seat la quota di minoranza nella Mmp, la concessionaria di pubblicità che ha ammucchiato nel 1996 ben 150 miliardi di perdite. Pronto perfino a litigare con l'amministra- \ tore delegato di Stet, Ernesto Pascale. I pronostici dicono che a marzo, scadenza del mandato, il presidente di Consob la- Cesare scerà la Coni- Geronzi missione. In un recente incontro con il presidente del Consiglio Berlanda avrebbe insistito sulla necessità che, a succedergli, sia un giurista. E avrebbe fatto, indicativamente, Pierluigi Piccini due nomi, quello di Renzo Costi e entello di Guido Ferraiini. Infatti, tra gli appuntamenti urgenti che aspettano al varco la Commissione c'è anche la revisione della legge sull'Opa. Uno snodo fondamentale se si vuole che l'attuale momento favorevole al listino e la stessa privatizzazione della Borsa si traducano in un salto di qualità verso un mercato moderno. Tema che dovrebbe stare a cuore all'economista Romano Prodi. Delle quattro nomine al Montepaschi che gli spettavano, il furbissimo sindaco pidiessino di Sie¬ na, Pierluigi Piccini, ne ha riservate due a pidessini graditi al compagno che più l'ha aiutato nella battaglia, Luigi Berlinguer, e due all'area cattolica: Mario Lorenzoni vicino all'Ulivo e Senio Bruschelli, gradito alla Curia. Grida alla «lottizzazione» si sono levate da An, per bocca del coordinatore dell'esecutivo Maurizio Gasparri. Ma Piccini non fa una piega. Che possono mai due critiche di politici di fronte all'acqua santa e alla benedizione dell'Arcivescovo di Siena, Monsignor Gaetano Bonicelli? Il Nord-Est non finisce di stupire. Mentre Federmeccanica tira per le lunghe sul contratto dei metalmeccanici, cede la diga veneta dove gli imprenditori del settore firmano pre-contratti Maurizio a pioggia. E Gasparri
Luoghi citati: Lazio, Lussemburgo, Siena
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