«Vestirei la politica» di A. Ama.

«Vestirei la politica» «Vestirei la politica» Dolce: ecco la mia candidatura IL TEMPO L'INCUBO DELLA NEBBIA. L'anticiclone russo si distende ormai su gran parte dell'Europa centro meridionale; soltanto sul Mediterraneo centrale resiste ancora una residua circolazione depressionaria peraltro in via di esaurimento. Le grandi perturbazioni atlantiche scorrono ora suile alte latitudini mentre sugli Stati centrali e sulle nostre regioni centro settentrionali prevalgono i cieli azzurri. Una tale favorevole congiuntura meteorologica si protrarrà per gran parte della settimana; garantirà un tempo stabile e secco ma comporterà temperature notturne in diminuzione e molti casi di nebbie insistenti, soprattutto sulle regioni padane. Soltanto in prossimità del fine settimana il flusso delle perturbazioni atlantiche scenderà di latitudine a lambire le nostre regioni settentrionali. Non si esclude che potrebbe preludere a una nuova invasione di aria artica sulla parte centrale orientale del continente. Intanto per oggi e per domani sulie regioni meridionali la presenza della circolazione depressionaria sarà ancora motivo di annuvolamenti irregolari. al re verana i ondo, forza mbie uzioé non upe Da che parte si schiererebbe lei? «Basta con questa storia delle sfumature, delle correnti. Prima di suddividere le fette della torta ci vuole la torta. Grande bella nuziale, poi penseremo al resto. I colori dell'Italia sono bianco rosso e verde. Non dimentichiamocelo». Secondo lei l'attuale politica allontana i giovani? «Eccome, si rinchiudono in un loro mondo, non l'accettano. Eppure sono i giovani la forza del domani. Questi un giorno come gli zombie usciranno allo scoperto e faranno la rivoluzione. Possediamo risorse eccezionali perché non sfruttarle? Noi, ad esempio abbiamo recuperato i sarti del Sud, a Napoli e Palermo, per evitare che la loro scuola scompaia Le possibilità sono infinite». MILANO. «Mi piacerebbe proprio occuparmi di politica. Quelli che stanno seduti lì a Roma fanno i buffoni, litigano, non combinano niente», sbotta, semiserio, Domenico Dolce alla vigilia della sfilata. Uno sfogo? «No, sarebbe il mio sogno, veramente», ribatte tirando una frecciata al governo Prodi. Ma da che cosa nasce questo desiderio? «L'Italia sta andando a rotoli. Basta guardare gli artigiani, chiudono tutti. Siamo in un Paese dove quando le grandi aziende sono in crisi scatta la cassa integrazione, con i soldi dello Stato. Mentre noi se andiamo male, come si dice dalle mie parti, dobbiamo vendere la vigna, rischiare in proprio». Domenico Dolce - che insieme a Stefano Gabbana con la moda fattura 430 miliardil'anno incalza: «Se dipendesse da me farei reinvestire gli utili a tutti i colossi dell'industria. Bisogna ripartire rimettendo i quattrini in tasca agli operai. C'è bisogno di una maggiore ricchezza. Altro che eurotassa. E' un tormentone. Non è giusto che ci rimettano sempre i più deboli. Sono anche contrario agli incentivi per l'automobile. Dove si trovano poi i mezzi per mantenerla? Risanare l'economia significa dare la possibilità ai piccolo lavoratori di spendere. Guardando le statistiche per esempio, nella carne, a ». [a. ama.]

Persone citate: Della Nebbia, Domenico Dolce, Stefano Gabbana

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano, Napoli, Palermo, Roma