Addio a Hallier, divino briccone
Addio a Hallier, divino briccone Addio a Hallier, divino briccone In un libro svelagli scheletri di Mitterrand PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Il mio cervello è una RollsRoyce» amava ripetere. L'ha ucciso un'emorragia cerebrale. E non sull'Aston Martin che lo vide per anni furoreggiare a Montparnasse - finché i medici non gli fecero ritirare la patente - ma in sella. Pedalava in mountain-bike lungo il litorale normanno, il sessantenne Jean-Edern Hallier, malgrado non vedesse quasi più. A Deauville, come ogni domenica mattina. Un passante l'ha visto cadere, inutili i soccorsi. La Francia perde lo scrittore più atipico - insieme a Celine, Genet, Artaud - del XX secolo. E un formidabile polemista, «mitomane e impostore» per citare Jean d'Ormesson eppur «talentuoso» come lo definisce Jacques Chirac tessendone l'elogio funebre. Tace, per ora, Giscard, cui Jean-Edern indirizzò la memorabile «Lettera aperta a un merluzzo freddo». E, nella tomba, Mitterrand. «Di quanto gli sopravvivrò?» domandava spesso il «novello Aristofane» cui ha reso omaggio ieri sera Jean-Marie Le Pen. Facile la risposta. Di centomila copie. Quelle che trasformarono a sorpresa in best-seller la sua ultima fatica. Titolo: «L'onore perduto di Frangois Mitterrand». Uscì l'anno scorso. Ma risale all'82. Glielo rifiutarono ben 17 case editrici temendo guai giudiziari e, ancor più, i fulmini dell'Eliseo. Hallier rivelava al mondo con largo anticipo su «Paris-Match» la Mazarine story - una figlia naturale che l'establishment protesse con pudore non alieno da ipocrisia - e, con uno schiaffo agli storici, i più bui trascorsi presidenziali nella Vichy filohitleriana. L'ex presidente ossessionava il nostro autore. E vale, forse, il reciproco. La «cellula segreta» dell'Eliseo non ordinò forse intercettazioni telefoniche su Jean-Edern Hallier? Odio. Ma da rottura amorosa. Un tempo, ai primordi del mitterandismo, i due trascorrevano spesso insieme il fine settimana. L'ex presidente giunse a dichiarare che era «il più grande romanziere della sua generazione». Sottovalutò l'affabulatore. Che già si vedeva nominare bardo in esclusiva del Principe Rosa. Il vedersi affiancare da altre muse, inclusa Francoise Sagan, gli Scrisse a Giscard la «Lettera aperta a un merluzzo freddo» riuscì intollerabile. E il cortigiano mancato iniziò a vomitare fiele. Non che gli mancassero le buone ragioni oggettive per dirsi deluso - come peraltro la nazione - dal suo idolo. Ma l'acrimonia e le intemperanze multiple furono tali da obnubilare qualsiasi riscontro. Li unì - e separò - un'ambizione smisurata, l'ego ipertrofico, l'amore per Venezia cui nella fantasiosa autobiografia Jean-Edern attribuisce la sua trombosi oculare («dopo uno splendido pomeriggio in motoscafo senza occhiali da sole», infine la scapestratezza femminile (grazie a cui anche Hallier può vantare la sua Mazarine). Per tacere il «beau ge- IL CAino Bloccati gli scavi sulla to rpnQlgussl ste» teatrale. E una debolezza per l'intrigo, vuoi la macchinazione. Tra le numerose ombre mitterrandiane, la Storia ricorderà l'attentato dell'Observatoire nei primi Anni 60. Se ne disse vittima. L'accusarono d'esserne il mandante. mba del condottiero Jean-Edern Hallier, lui, si fece rapire da un fantomatico gruppo rivoluzionario che esigeva lasciassero il governo i 4 ministri pcf. Lascia ventitré opere. Un giornale - «L'Idiot International» - oggi ingoiato dalle que- GRAN BRETAGNA Uno studio condotto su
Persone citate: Artaud, Celine, Francoise Sagan, Genet, Jacques Chirac, Jean D'ormesson, Mitterrand, Principe Rosa
Luoghi citati: Deauville, Francia, Gran Bretagna, Parigi, Venezia
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