Popolari, Marini vince ma non trionfa

L'ex sindacalista è il nuovo segretario di un partito diviso tra «nordisti» e «sudisti» L'ex sindacalista è il nuovo segretario di un partito diviso tra «nordisti» e «sudisti» Popolari, Marini vìnce ma non trionfa A Castagnetti il 42 per cento dei voti ROMA. Franco Marini vince, ma non stravince. Il nuovo segretario del partito popolare sarà fortemente condizionato dal sorprendente successo del suo concorrente, Pierluigi Castagnetti. Perché l'«uomo del Nord», Castagnetti, è stato scelto J dal 42 per cento dei congressisti (soprattutto di Lombardia, Trentino, Umbria, Piemonte, Liguria e Val d'Aosta) e a Marini è rimasto un 58 per cento (Calabria, Puglia, Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Sardegna, I Lazio). Una precisa divisione tra Nord e Sud, un margine sufficiente per assicurare a Marini la vittoria, ma non per «comandare» da solo. Il nuovo segretario, grintoso ex sindacalista abruzzese, lavorava da anni per scalare il partito ma è arrivato alla meta apparentemente col fiato grosso. E ieri, nel cubo marmoreo del Palazzo dei Congressi dell'Eur, mentre riceveva gli applausi della vittoria, sembrava già un segretario di transizione. Costretto, intanto, a fare i conti col rivale che appena sabato aveva liquidato con un perentorio «se perde non gli darò nulla», dopo che Castagnetti aveva rifiutato di ritirare la sua candidatura. «Non tratterò più, la segreteria la faccio con chi dico io» aveva aggiunto sicuro di sé Marini. Ieri, dopo la sofferta vittoria, Marini si è corretto tendendo la mano all'avversario al quale offre un «incontro sulla gestione». E lo sconfitto, raggiante, ora fa il ritroso: «Non chiedo niente, non mi è stato offerto niente». Si dice gli sia stata offerta una vicesegreteria unica, ma pare che non accetterà. Castagnetti manderà avanti i suoi giovani, che dovrebbero avere la maggioranza in segreteria rispetto a quelli di Marini. E per I parti meta Gerardo Bianco, che è uscito di scena con grande dignità e stile, potrebbe esserci l'incarico di presidente del partito, visto che il suo documento congressuale è stato accolto all'unanimità. Ma coloro che hanno votato Castagnetti preferirebbero Guido Bodrato. Vincitori e vinti. Ma tanto agitarsi, in fin dei conti, che interesse politico generale ha? Questa conclusione contraddittoria come può influire sul governo Prodi? E quanto sul ppi? «Molto - assicura Guido Bodrato, sostenitore di Castagnetti perché il risultato bilanciato favorisce, per quanto possa sembrare strano, l'unità del partito». Un ppi con una forte presenza della sua anima di sinistra, molto meno minoritaria del previsto, può realmente rassicurare Romano Prodi. Perché secondo gli sche¬ mi della vigilia, Marini è considerato il console delegato a cercare il raccordo con i moderati del Polo, col connesso corollario di dovere spostare la linea politica e le scelte del ppi un po' più a destra. Il risultato di questo slittamento, prima o poi, potrebbe couivolgere il governo Prodi. La forte affermazione di Castagnetti, invece, potrebbe rendere più caute le mosse del ppi, per non coinvolgere Prodi nei contraccolpi della caccia al voto moderato. La caccia al perduto voto della disciolta de è comunque aperta. Marini si è messo alla testa della «riconquista». E già riceve rassicuranti segnali dai fratelli separati, passati col Polo. «La vittoria di Marini, come il probabile avvio della bicamerale - gongola Pierferdinando Casini, ex de ora segretario del ecd - sono due segnali chiari. Forse è finita la stagione dei falchi, e le colombe possono ricominciare a volare». E promette «nuove e inedite convergenze sul piano parlamentare a difesa dei comuni valori». Beppe Pisanu, ex de ora di Forza Italia, conta sulle «esperienze e l'abilità» di Marini perché il ppi tenga a bada la sua sinistra. Marini si barcamena tra le opposte spinte interne (più verso i moderati, o più verso Prodi e il suo governo sostenuto anche da Bertinotti) e assicura: «Siamo sempre fedeli alle alleanze, che non sono un bicchiere di vino. Sono una cosa seria. Ma il dialogo è aperto a tutti. Il Polo apre alla bicamerale. Bisogna incoraggiarli. Soprattutto bisogna rafforzare l'area centrista, che è piuttosto divisa e gracile. Questo è un grande obiettivo politico. Io credo che il partito popolare continuerà con determinazione quest'azione cercando come abbiamo detto in congresso dialogando per esempio con Dini, Maccanico e i comitati Prodi di stabilire anche la capacità di fare proposte assieme, di trovare forme di collegamento strategico assieme». [a.r.l ! ! pito e non condiviso Fini, che l'ha osannato. Prendiamo atto che invece c'è nel Polo, su invito di Berlusconi, un supplemento di riflessione». Meno male che è tornato Berlusconi, allora... «Non ho paura a riconoscere meriti a nessuno. In questa circostanza, rispetto alla proposta bizzaiTa di Cossiga, Berlusconi ha avuto un atteggiamento positivo». Marmi ha chiesto di superare perdere ogni occasione per dimostrare la loro faziosità e per considerare la Rai come ; la tv dell'Ulivo».«Vorrei sapere dai presidenti delle Camere - ha detto l'esponente di Forza Italia Marco Taradash - se ritengono che la consigliera Liliana Cavani possa rimanere al suo posto dopo l'intervento che ha svolto al congresso del ppi». FANFANI: AUGURI AL VINCITORE. 11 senatore a vita Amintore Fanfani ha inviato al nuovo segretario del ppi il seguente messaggio: «Consapevole delle difficoltà del compito al quale oggi sei stato chiamato ti auguro di assolverlo corrispondendo alle attese di tutti coloro i quali ritengono necessaria un'incisiva e concorde presenza nella vita politica italiana di forze di ispirazione cristiana e democratica che sappiano dare risposta alle giuste richieste dei cittadini e alle esigenze dell'intera collettività nazionale. A te e agli amici con i quali condividerai la guida del partito popolare conclude Fanfani - il mio auspicio che possiate svolgere un buon lavoro». [r. i.] la frammentazione del centro. Il ppi si dirige verso una federazione con Maccanico e Dini? «La formula organizzativa la discuteremo presto, ma al congi esso è venuta, sia da Maccanico che da Dini, una disponibilità a raccogliere il nostro invito. Siamo disponibili, anche se al congresso abbiamo messo due paletti: il centro non lo si fa riunendo a un tavolo la classe dirigente, ma ricercando rapporti con la società; per lare questa operazione non abbiamo intenzione di svendere la nostra identità di partito popolare e d'ispirazione cristiana». Uno dei temi centrali è stata la riforma dello Stato sociale. Pensate che della riforma delle pensioni si possa cominciare a discutere quest'anno? dCon le rifonne istituzionali e uno dei temi caratterizzanti il nostro programma e il nostro progetto. Lo Stato sociale è il finito del pensiero politico di ispirazione cristiana nel Paese. Noi popolari ci candidiamo a essere protagonisti nell'anno in cui il governo dell'Ulivo ha lanciato il tenia delle riforme dello Stato sociale Ma non si tratta di toccare alcune aliquote o percentuali, ma di operare una profonda trasformazione per garantire il futuro dello Stato sodale e non per smantellarlo come vorrebbero la destra o un certo liberismo selvaggio. Anche il congresso ha rinosciuto che in Italia c'è l'anomalia della spesa previdenziale. E tra i tanti squilibri di cui soffriamo sicuramente vi è quello generazionale. Noi dovremo fare, ed esaminare, proposte su eventuali riforme della previdenza, sempre attraverso il dialogo e la concertazione». Già, ma il tema del momento è: nel '98 o quest'anno? «Possiamo cominciare a discuterne, se ne può parlare, si può vedere se ci sono le condizioni per una riflessione. Una decisione che prenderemo al Consiglio dei mmistri». Flavio Corazza