Mancuso: non cadrò mai nei tranelli della sinistra di Antonella RampinoMarcello Veneziani

Mancuso: non cadrò mai nei tranelli eiella sinistra Mancuso: non cadrò mai nei tranelli eiella sinistra «Il Cavaliere ha ripetuto che un eventuale "sì" non significa rinunciare all'idea di far cadere Prodi E io dico: anche Scalfaro» L'ex ministro della Giustizia Filippo Mancuso Aventino? «Bisogna vedere, in quel caso, quali condizioni verrebbero sottoposte ai diversi gruppi del Polo. Mi riferisco al presidenzialismo, parola finora senza alcuna precisazione. Bisogna vedere, dunque, a che condizioni, e se queste verranno accettate. Ci sono formule normative sulle quali, per intendersi, basta stabilire un principio: quale presidenzialismo. Perche le moderne democrazie carabinieri, polizia e inse ne conoscono di parecchi tipi. Qualora prevalesse l'idea di un sì alla Bicamerale, vorremmo sapere prima a quale presidenzialismo ci si riferisce». Lei quale preferirebbe? «Io sarei senz'altro per la Bicamerale se la condizione per accettarla fosse questa: che la carica del presidente della Repubblica, una volta approvata la nuova Costituzione, decada automaticamente. Voglio precisare che noi vorremmo un cambiamento di presidenza non immediato, ma diciamo almeno sollecito». Una richiesta pesante. Ma Berlusconi la pensa come lei? «Non ci siamo ancora sentiti. Ma ieri, nelle sue dichiarazioni, Berlusconi ha insistito: che non si consideri l'eventuale accettazione della Bicamerale come un allentamento del proposito di far cadere Prodi. E io aggiungo: anche Scalfaro». Come valuta l'adesione che Fini ha dato, e poi parzialmente ritirato, al tentativo pro-Costituente di gnanti» II leader leghista Umberto Bossi tenzione: all'epoca gli italiani sfruttarono le incongruenze presenti nel trattato firmato insieme al neoimperatore d'Abissinia Menelik (Trattato di Uccialli, 1889) per rimettere in discussione i termini del protettorato italiano sull'Etiopia e far precipitare la situazione. Galeotte furono le due versioni dell'accordo, redatto in italiano e in aramaico. Oggi, nei rapporti diplomatici sempre più tesi con «Roma ladrona», meglio affidarsi a una lingua sola, evitando le traslazioni in lumbard. La Storia insegna. Alessandro Mondo Cossiga e Segni? A molti è sembrato un tentativo di sostituire la leadership del Polo, di toglierla a Forza Italia. «Questa è l'interpretazione che ne dà Clemente Mastella. Io non ci credo. Quest'idea che si voglia minare la leadership di Berlusconi, come anche l'idea che proprio per questo Fini abbia spinto verso le elezioni durante il tentativo Maccanico, non ha senso. Conosco Fini, è una persona perbene. Casomai, quest'idea potrebbero averla nutrita persone senza convincimenti come Tremaglia, ma non è il solo, che in An tendono ad avvelenare i rapporti. La frangia senza pensiero, i residui di manganellatori, di repubblichini, di giustizialisti che pure dentro An ci sono. Ma Fini no, Fini non è così. Fini non cercherebbe mai di conquistare la leadership del Polo. Ma certo la raccoglierebbe, se gli dovesse cadere in mano». Antonella Rampino Marcello Veneziani: Faust

Luoghi citati: Abissinia Menelik, Etiopia, Roma