Bicamerale, «lunghi coltelli» nel Polo di A. R.

Oggi si riuniscono i deputati azzurri. Il Cavaliere apre alla federazione di centro con ccd e cdu Oggi si riuniscono i deputati azzurri. Il Cavaliere apre alla federazione di centro con ccd e cdu Bicamerale, «lunghi coltelli» nel Polo Fini medita la «vendetta» dopo il no di Berlusconi ACCUSE Al GIUDICI F IL PALAZZO =1 L'Altissimo rimpianto del turismo politico Il leader del ccd Pierferdinando Casini che Fini deve capire che il problema è il centro, e che le forze che al centro hanno sempre appartenuto non possono essere subalterne ad An». Insomma, anche in politica, qualche volta, le azioni si pesano e non si contano: An sarà anche l'alleato principe di Forza Italia in quanto a numeri, ma il peso di ccd e cdu, storiche forze di centro, deve avere giusto rilievo. E gli alleati «minori» di Forza Italia mandano così un messaggio anche a Berlusconi. In ballo c'è quel 25 per cento di proporzionale che ancora resta nel sistema elettorale, che, se abolito, porterebbe alla quasi certa scomparsa di ccd e cdu come entità autonome. «Confido che, in quanto a questo un accordo si potrà trovare» dice il capogruppo al Senato di For¬ prima o poi bisognerà pure riconoscere che quanto a spirito guerriero, e quindi a turismo politico del genere esotico-avventuroso, beh, insomma, Renato Altissimo era molto meglio di Fausto Bertinotti. Molto più assiduo, molto più originale, sebbene anche più elitario. Alla fine degli Anni Ottanta, infatti, quando il leader di Rifondazione non se lo filava nessuno, l'indimenticabile segretario del partito liberale pensò bene di trascorrere le proprie vacanze con i guerriglieri afghani (che lottavano contro il comunismo sovietico). Di quel temerario soggiorno con i futuri kalebani, trascorso assieme al suo amico Fabrizio Del Noce, fa fede una foto un po' fantozziana di Altissimo in Ray-Ban e barracano, nonché una degna auto-celebrazione a due voci ne L'avventura della libertà, ormai prezioso reperto editoriale della Prima Repubblica. Scrisse Fabrizio: «Camminammo a piedi per dieci giorni nelle valli dell'Afghanistan, dormendo in sacchi a pelo, all'addiaccio; mangiando il cibo dei mujaheddin, e cioè poco o nulla; bevendo soprattutto tè. Non pensavo che tu avresti retto». E Renato: «Qualche volta ne ho dubitato anch'io». Tutto sommato, nella selva del Chiapas, Bertinotti ha rischiato di meno. In un'eventuale sfida al brivido internazionale, comunque, il leader comunista ha ancora molto da imparare dall'Altissimo precursore che anni dopo si recò anche a Mosca durante il putsch (ci fu chi malignò che in realtà l'ottimo Renato vi si era trovato per caso, e che il liberale russo che doveva incontrare era divenuto nel frattempo uno dei golpisti). Quindi mise piede nel Nicaragua arroventato, arrivò nella Bucarest insorta e perfino a Kuwait City e a Tel Aviv: ma «sotto i bombardamenti iracheni», beninteso, come l'abbronzatissimo frequentatore del Tarta.rughino fece sapere a più riprese, quando non si occupava di Enimont o dell'alleanza I congressuale con De Loren- I za Italia Enrico La Loggia, finalmente rasserenato. «Con Casini ne abbiamo parlato più volte. E del resto, anche Dini e Maccanico progettano di unire i propri gruppi, in vista di questa modifica elettorale. Allo stesso modo, Forza Italia si federerà con ccd e cdu». E alla fine, potrebbe essere proprio questa, sul fronte degli equilibri interni al Polo, la novità politica dei prossimi giorni. Pur essendo scritto da mesi nell'ordine delle cose, e più volte rinviato per le resistenze dei «liberali» di Forza Italia, il rassemblement potrebbe infine materializzarsi. Consentendo a Berlusconi di respingere, sul terreno elettorale, l'attacco che il nuovo ppi centrista di Marini ha già annunciato di voler sferrare. [ant. ram.) Questo per dire che non è solo di oggi, né un'esclusiva della sinistra, questa smania dei politici italiani di entrare nella Storia, ficcandosi di prepotenza in contesti sahariani e cinematografici, forse pure alla ricerca di un Altrove che gli ridia un po' di carica, considerata la mestizia della Bicamerale di turno o la routine di Montecitorio. Così, magari per puro scetticismo, o per rassegnata allegria, comunque si fa fatica a prender sul serio tante missioni calcolate nella loro imprudenza, tante astute esibizioni di coraggio per Giusta Causa. E Bossi a sventolare il bandierone della Slovenia davanti al carrarmato semi-distrutto, o il senatore craxiano Calvi pronto a offrirsi a Saddam Hussein al posto degli ostaggi, o Formigoni che addirittura partiva, sempre per l'Iraq, mentre Capanna rientrava, fotografato in braghette, con qualche peschereccio riottenuto dai libici. E ancora: La Malfa in Albania; i missini Menia e Staiti che si rincorrevano in Romania; la Boniver, in impermeabile bianco, sotto il fuoco delle granate a Dubrovnik; l'ex leghista Rocchetta che atterra in Ruanda; i berlusconiani De Luca e Romani sul mezzo da sbarco dei soldati italiani in Somalia... Fino al Bertinotti emulo di Altissimo nella selva, stavolta tallonato da una delegazione parlamentare, ma soprattutto da una rumorosa carovana di giornalisti e tv. A riprova di quanto deliberatamente surreali, quasi felliniane, siano oramai le vie della nuova «credibilità» politica. Che un po' fa ridere, per forza, e un altro po' fa anche pensare. I conI zo. o, che grande furbizia Bili \ elli Bili Filippo Ceccarelli LETTERA DI BERLUSCONI Caro Direttore, sulla Stampa di ieri la signora Antonella Rampino mi attribuisce tra virgolette frasi che non ho mai pronunciato. Tengo a precisare che espressioni del genere: «Ho fatto capire subito a tutti chi comanda nella coalizione», riportate anche nella titolazione, non corrispondono al mio modo di essere, di pensare e di comunicare con gli altri. Cordiali saluti. Silvio Berlusconi Le frasi sono state raccolte da fonti degne di attendibilità, [a. r.]