In fin di vita con manette e catene

in fin di vita con manette e catene in fin di vita con manette e catene Crudele morte per un detenuto malato di cancro LONDRA. Scandalo nelle carceri britanniche: un detenuto in fin di vita per un cancro allo stomaco è rimasto ammanettato e incatenato al letto fino a circa quattro ore prima della morte. Del crudele trattamento ha fatto le spese in Galles un pregiudicato di 25 anni, Geoffrey Thomas, in attesa di processo per furto con scasso. Le suppliche dei famigliari e del personale medico del Marie Curie Centre di Penarth, nei pressi di Cardiff, non hanno convinto le due guardie a togliergli le catene né a consentire un ultimo colloquio privato con la madre. Thomas è stato in catene e con le manette ai polsi per tre giorni dentro un ospizio per malati terminali dove era stato trasferito dalla prigione di Cardiff quando i medici si erano resi conto che le sue condizioni erano senza speranza. Invano i suoi familiari hanno chiesto ai dirigenti della prigione di Cardiff un approccio meno severo. I secondini hanno sorvegliato 24 ore su 24 Thomas in preda a lancinanti dolori e quando la catena ha incominciato a gonfiargli le gambe gliel'hanno stretta attorno alle braccia. Il recluso è morto senza il peso di catene e manette - previste dal regolamento per ospedalizzazioni fuori delle mura carcerarie soltanto perché il suo avvocato si è dato da fare e ha ottenuto in extremis dal tribunale un provvedimento di libertà provvisoria per «ragioni d'emergenza». Il decesso risale al 3 gennaio, ma solo ieri i giornali inglesi hanno dato spazio alla vicenda facendone un caso. «E' stato un modo inumano di trattare un uomo agonizzante. Non c'era modo che potesse fuggire. I secondini non mi hanno nemmeno permesso di dirgli addio in privato. Avrebbero dovuto lasciarlo almeno morire con un po' di dignità», ha denunciato Marina, la mamma del detenuto che era finito dietro le sbarre ad ottobre per es¬ sere penetrato in una casa ed avervi rubato un videoregistratore, una radio e un telefono. A nome del governo Ann Widdecombe, sottosegretario agli Interni, si è detta «rammaricata» per la vicenda e ha indicato che «normalmente» le manette e le catene vengono tolte ai carcerati malati su richiesta dei medici. La direzione della prigione di Cardiff si è difesa dicendo che non aveva avuto informazioni precise sulla gravità delle condizioni in cui versava il recluso. Le autorità penitenziarie hanno aperto una inchiesta su pressione delle organizzazioni che si battono per la riforma delle norme penali, della famiglia di Thomas e del locale deputato laburista. La vicenda ricorda precedenti comportamenti disumani nei confornti di carcerati, come diversi casi in cui delle detenute sono state fatte partorire con le manette ai polsi e alla presenza delle guardie di custodia. [Ansa-Agi]

Persone citate: Ann Widdecombe, Geoffrey Thomas, Marie Curie

Luoghi citati: Cardiff, Galles, Londra