Milosevic: forse avete davvero vinto voi

L'annuncio a una delega2ione di studenti. I leader della protesta venerdì prossimo a Roma L'annuncio a una delega2ione di studenti. I leader della protesta venerdì prossimo a Roma Milosevic: forse avete davvero vinto voi Imminente sentenza dei tribunali», l'opposizione diffida « I« volontà popolare. Ma, sempre secondo il comunicato, tocca alla magistratura indagare sull'esito delle Comunali del 17 novembre scorso. Ed è proprio questa formulazione che non ha convinto i lea¬ «Non sappiamo ancora i dettagli su quanto intenda fare 0 governo per riconoscere la volontà del popolo. Ma da quanto si può leggere nel comunicato, Milosevic non e qualche contentino all'Occidente. Lo scambio di segnali, più o meno muto, funziona già. Ieri sera, pur manifestando profonda diffidenza, Zoran Djindjic ha fatto sapere che non considererà chiusa la vicenda fino al momento in cui «il sistema dei media non sarà liberalizzato. Senza una soluzione del genere non c'è futuro». Arretramento non da poco, per chi fino all'altro giorno chiedeva le dimissioni del Presidente. Dall'alto della sua impenetrabilità la sfinge Milosevic ha già confezionato la soluzione. E per quel che si può capire sarà ancora una volta soluzione di facciata, che sacrifichi qualche maggiordomo senza scalfire gli amministratori del condominio. La prima e più eccellente fra le teste pronte a saltare è quella di Mirko Marianovic, il primo ministro, servitore fedele che togliendosi di mezzo renderà a Milosevic un favore doppio. Servirà a dire all'Occidente: «Vedete? Punisco i falchi» e farà sì che i superfalchi interni della «Jul» siano soddisfatti. E' personaggio molto discusso il dottor Marianovic, tipico esponente della nuova aristocrazia postbellica, quella del potere purchessia e dell'arric- mento: Non Uccidere. Il Decalogo è fatto a pezzetti e perisce anch'esso, trascinando con sé prima la morte di Dio, poi conseguentemente la morte dell'uomo. L'etica perduta forse si ritroverà ma il prezzo è esorbitante: il prezzo del sacrificio umano, che torna ad occupare il centro nella cultura d'Europa. Si sente già il lezzo della cerimonia rituale. Si sentono già le rauche grida del capro. Il furto è un'autentica ossessione, giacché intacca la proprietà. Non così la vita delle persone, quantità negletta che intacca poca cosa. Da questo punto di vista non ha del tutto torto Cesare Cavalieri, quando parla dei sassi assassini in un commento sulVAvvenire del 8 gennaio '97. E' vero: così gettabili son diventate le singole vite umane, così trascurabili e offendibili, che torna sulla scena quella che l'antropologo René Girard chiama la rappresentazione persecutoria del mondo, il sacrificio della vittima innocente odiata senza causa (Girard, II capro espiatorio, Adelphi, pag. 315-323). E' vero, la rappresentazione sacrificale superata dalla Rivelazione torna a esser fondativa, grazie al nichilismo della contemporanea società. der dell'opposizione. sembra pronto a riconoscere la nostra vittoria elettorale nel Consiglio comunale di Belgrado. Noi non siamo pronti ad accettare una cosa simile e continueremo a manifestare finché non saranno riconosciuti tutti i risultati delle elezioni» ha dichiarato il capo del partito del rinnovamento serbo Vuk Draskovic, aggiungendo che l'opposizione rifiuta ogni negoziato con le autorità finché le sue richieste non verranno completamente soddisfatte. «Sono sicuro che siamo vicini alla vittoria, ma la nostra protesta diventerà ancora più grande. Con una nuova tattica e una nuova strategia la settimana prossima forzeremo Milosevic non soltanto a riconoscere i ri¬ sultati completi delle elezioni, ma ad accettare urgenti e radicali riforme democratiche nei media e nell'economia. Il governo di Milosevic è un governo del passato. Noi vogliamo creare il governo del futuro di una Serbia in Europa» ha concluso Draskovic. Le voci sulle nuove concessioni cui sarebbe disposto Milosevic sembrano trovare riscontro nella situazione sempre più critica in cui si trova il regime di Belgrado. Nello stesso partito socialista del Presidente ci sono profondi segni di spaccatura. Primo a farne le spese, il capo del governo Mirko Marjanovic, che sarebbe stato silurato. Alla delegazione studentesca che voleva incontrarlo è stato infatti detto che il premier era assente. Gli studenti hanno così parlato con due vice primi ministri e con il ministro dell'Educazione. Oltre a quella di Marjanovic, stanno per cadere le teste del vicepresidente del partito socialista Goran Percevic e del direttore della televisione di Stato Dragoljub Milanovic. Ma è soprattutto la pressione internazionale a creare problemi al Presidente. Ieri gli Stati Uniti hanno deciso di interrompere ogni rapporto politico ed economico con le autorità ufficiali di Belgrado. Washington ha annunciato inoltre un piano di azione che prevede il finanziamento americano ai media indipendenti della Ser¬ bia. «Una parte dei mezzi sarà destinata al programma di democratizzazione sul quale lavoriamo», ha detto John Kornblum vice segretario di Stato americano. E venerdì della settimana prossima Vuk Draskovic, Zoran Djindjic e Vesna Pesic, i tre leader della coalizione «Zajedno», saranno a Roma, dove avranno colloqui con il governo italiano. Nel frattempo il sottosegretario agli Esteri Piero Fassino visiterà Belgrado. E nelle strade della capitale serba la protesta continua. Malgrado le annunciate nuove concessioni di Milosevic, i manifestanti diventano ogni giorno più numerosi. Ingrid Badurina