Cuneo, la sfida del Nord-Ovest di Cesare Martinetti

Viaggio nel Piemonte «tradizionale» che compete con l'«altra Italia» rampante e aggressiva Viaggio nel Piemonte «tradizionale» che compete con l'«altra Italia» rampante e aggressiva l Veneto ci ha sorpassati ma noi riusciamo a tenere meglio nelle fasi di crisi Non abbiamo nemmeno Vautostrada Arrivare qui è come andare nel Nepal La Padania? Non sappiamo neppure cos'è» Cuneo, la sfida del Nord-Ovest «Batteremo il Nord-Est, su soldi e vita» Franco Arese ha ancora la smorfia furba e contadina di una volta, quando (1971) vinse i millecinque agli europei di Helsinki mulinando quei trampoli secchi che usava come gambe e presentandosi al filo di lana con i suoi baffi a geometrie variabili da pistolero messicano. Allora si vantava di non aver mai preso pillole, neanche per dormire la notte prima delle gare: «Mi bastava ima sbronza». Adesso non corre più, perché dice che uno come lui abituato a farlo in 2 e 16 non sopporta di metterci sei minuti per un chilometro. «Ma sono sempre in gara e bisogna fare i risultati». E già. Questo imprenditore in jeans che nasconde un po' di pancetta incassandosi sotto una piccola scrivania stretta tra uno scatolone di scarpe da «ginnastica» e la sagoma gigante di Franco Baresi in maglia azzurra, è uno dei concorrenti di una sfida mai apertamente dichiarata eppure mai come ora esplosa su un fronte largo che va dagli uffici studi delle associazioni industriali, alle tavole rotonde degli economisti, alle officine di medie fabbriche e piccole boite, per finire alle chiacchiere da salotto e persino da bar. La sfida tra il Nord-Est e il Nord-Ovest: guerra di modelli, di sistemi, di stili. Guerra di soldi che servono a fare soldi e poi altri soldi ancora. Rispetto a trent'anni fa, da queste parti è cambiato solo che c'è chi riesce a farli anche migliorando la qualità della vita, per esempio nel mangiare e nel bere bene (meglio di una volta) diventati anch'essi business che fan girare immagine, export, miliardi e forse anche salute, che non guasta. Una banda di ex sindacalisti ha fondato a Bra l'Arcigola e stanno costruendo un sistema economico sul cibo sano e consumato lentamente {slow food); sulle colline di Langa una generazione di vignerons giovani e colti ha rivoluzionato la vinificazione e sta innaffiando l'America di Barolo e Barbaresco. Provate a cercarne dell'89 e del '90: è già tutto messo via per festeggiare il 2000. Sì, c'è guerra tra quel lontano e ciacolone Nord-Est che da anni riempie le pagine dei giornali di mezz'Europa e questo silenzioso e bencelato Nord-Ovest. A Torino ne studiano la fenomenologia, gli industriali piemontesi stanno organizzando un bel convegno e basta leggere le prime tre paginette dello studio su cui si discuterà per capire che si tratta di una sfida: certo - scrivono -, c'è stato il «sorpasso» del N-E sul N-0 in termini di prodotto procapite, ma da un'«analisi più accurata» e «integrando» le stime Istat con quelle dell'istituto Tagliacarne, il «quadro cambia in modo sensibile» e sulla base di tali dati, riferiti al prodotto, sembra che il Piemonte abbia mostrato una maggior capacità di tenuta nelle fasi di rallentamento. Lo stesso dicasi per inflazione, produttività del lavoro, rapporto importazioni/esportazioni... Un bel birignao in «statistichese», la cui traduzione sembra essere «a noi del Piemonte non ci mette nel sacco nessuno», con buona pace di quelli col fazzoletto verde che a settembre sono venuti fin quassù da Milano per celebrare una cosa chiamata Padania e che qui nessuno conosce. Sarà snobismo, sarà doppiezza forbita di buone maniere, ma a ricordargli la cerimonia del Po, uno come il cuneese Guglielmo Isoardi, il signor Alpitour (e cioè il primo imprenditore turistico italiano) scuote la testa: «Separare il Sud dal Nord? Effettivamente siamo cosi diversi... ma fatto in quel modo...». Cominciamo il viaggio dentro la sfida dall'Ovest del Nord-Ovest, da quel Piemonte dentro il Piemonte che è la provincia di Cuneo (terza italiana per affari e lavoro dopo Bolzano e Belluno, secondo l'indagine '96 del Sole-24 Ore) e da questo piccolo ufficio di Franco Arese, anni 52, ex campione di atletica, ora marito che risponde con un «agli ordini» alle telefonate della moglie, papà allegro di tre ragazzini dai 13 anni in giù, imprenditore che si è fatto da solo e dal niente, presidente e amministratore delegato della Asics Italia, scarpe e abbigliamento sportivo - «leader del settore», dice , sponsor delle nazionali di pallavolo, di quel miracolo cuneese del volley che si chiama Alpitour, di Roma e Sampdoria, da quest'anno di una squadra di ciclismo con Chiappucci e Zaina (secondo all'ultimo Giro). «Perché la bici? Perché il ciclismo è uno sport di fatica e il marchio resta nella testa della gente che va sulle montagne a veder passare i corridori». La filosofia di Arese è condita da MODELLI A CONFRONTO ricette semplici come questa. Ricorda che quand'era un campione e arrivava a New York, andavano a prenderlo all'aeroporto con una limousine: «Capisci? Un cazzone di Centallo come me su una limousine... Ma sono stato capace di non perdere la testa: uscivo dall'albergo da miliardari e andavo a vedere i morti di fame che dormivano per terra due strade più in là». E' più o meno così, con i piedi per terra, che da questo piccolo ufficio Arese organizza una settantina di dipendenti, mette insieme mi fatturato di 160 miliardi e progetta di ingrandirsi, conosce le difficoltà del momento: «Francesi e tedeschi tirano PRODOTTO INTERNO LORDO PRO CAPITE A PREZZI CORRENTI 1980 1993 1980 1993 (*) ri n n PIEMONTE 8,2 30,5 118,8 114,2 VENETO 7,5 31,3 108,7 117,2 6,9 26,7 100 100 ITALIA 6,9 26,7 *) milioni di lire *•) indice base Italia =100 TA PIEMONTE VENETO ITALIA la cinghia già da qualche anno, adesso tocca a noi». La partita, per quest'ex campione passato indenne dalla depressione post-agonistica, è lunga e lui dice di volerla giocare fino a 80 anni. Come? «Con lavoro, lavoro, lavoro». Qui nel N-O, è così. Le storie sono infinite. 11 sistema è disperso, polverizzato, intimista. E' uno scon¬ BBB VAW\ jBBSk "ZBSSm ' ESga SSO DI CRESCITA COMPLESSIDEL PILA PREZZI COSTANTI (dato riferito all'intero periodo) 1980/1989 1989/1995 +21,2% +4% +13,8% +7,8% +26,5% +21,9% VA TASSO DI CRESCITA AN , PIEMONTE 127VENETO PIEMONTE VENETO 1 PRODOTTO NNUO A PREZZI COSTANTI 90 91 92 93 1,4% -1,6% 0,8% -2,6% 2/1% J^3% _2/3% -0,1% 7% -3% -4,9% -7,1% 1,6% -1,8% -2,9% -9,2% INVESTIMENTI , PV certante paradosso italiano che da questa marca di confine con un capoluogo dove non arriva nemmeno un'autostrada, dove non ci sono aeroporti, da dove è difficile persino raggiungere la Francia così prossima per lingua, cuore e geografia, si parta per conquistare il mondo. Ma è così. Il signor Alpitour, Guglielmo V/WM WWM Ma Cuneo è così. Il passeggio elegante via Roma-piazza Galimberticorso Nizza s'è trasformato in una rassegna di istituti di credito: ima banca, una boutique, una banca, una b... Tutte quelle «nazionali», due straniere, una valanga di casse rurali e crediti cooperativi, le cinque casse di risparmio della provincia che tra l'altro stanno combattendo ima dura guerra di campanili. Quella di Cuneo s'è fusa Ima in posizione di maggioranza) con la Banca del Monto di Lombardia nel nome ambizioso di «Banca regionale europea». Il risultato è una neo banca con 220 filiali nel NordOvest ricco: Cuneo, Pavia, Bergamo, Milano. Torino (e la sua «cassa» che invece sta per essere colonizzata dai veneti) completamente scavalcata. E in un solo anno di vita, la nuova banca è salita in testa a tutte le classifiche. Tanto per fare un esempio: la redditività media di un istituto di credito in Italia è del 3,5%; a Cuneo dell'8. L'ex atleta Franco Arese Sopra, Guglielmo Isoardi far muovere la gente. Nel '47 i primi viaggi organizzati, in torpedone, da Cuneo a Nizza per il carnevale e a Milano per la fiera. Subito dopo la prima biglietteria acrea Alitalia a Cuneo, un'idea che faceva ridere tutti eccetto lui, che tenne duro anche se nel primo anno non riuscì a vendere più di dieci biglietti. Negli Anni 60 la scoperta e l'invenzione delle Canarie, i Caraibi vicini, dove gli Isoardi hanno spedito a svernare decine di migliaia eli neoricchi del boom. Oggi Alpitour ha settecento dipendenti, sta per compiere 50 anni e punta ai mille miliardi di fatturato. «Sarà diffìcile - dice Guglielmo -, ma Natale è andato così bene...». Isoardi, ci scherza su: «Arrivare a Cuneo è come fare un viaggio in Nepal». La colpa? Dei «politici», naturalmente, che «discutono, discutono e non fanno niente». Altra bella e incredibile storia questa dell'Alpitoiu\ inventata da Lorenzo, uno dei tanti Isoardi nati sulle montagne dell'alta vai Maira e che già al tempo della guerra aveva l'idea fissa di 3BBB8B Piazza Galimberti. Il centro di Cuneo è diventato una lunga rassegna di banche e di boutique L'einaudiana religione per il risparmio fa sì che aziende e aziendine consumino dentro le famiglie la loro storia e nei capitali di casa trovino l'anima e i soldi. «E' vero - dice Arese - in Veneto sono più brillanti, rischiano di più, noi invece siamo più chiusi Ma la nostra vera richezza è l'equilibrio». Le perfoì-mances sono comunque notevoli. Per chi non lo sapesse, anche le gare di atletica alle Olimpiadi di Atlanta (come da Montreal '76 in avanti) si sono corse su ima pista progettata e fabbricata a Gallo d'Alba nella «Mondo» dei fratelli Stroppiane nata dalla bottega di riparazioni delle camere d'aria da bicicletta del padre. E chi volesse andare a cercare la prima azienda europea (terza nel mondo con 230 miliardi di fatturato metà dei quali in export) di «laminati decorativi ad alta pressione», deve arrivare fino a Bra, alla Abet, dove il discretissimo (non parla mai con i giornalisti) ragionier Fabio Mulini, 68 anni, dal '57 a oggi ha realizzato questo miracolo trasformando una fabbrica di tannino. Gli intemi dei treni tedeschi, francesi e olandesi - per esempio - sono fatti a Bra. Piccole grandi storie come quella che ci racconta Bruno Fontana (imo dei quaranta Fontana, tutti parenti e tutti in azienda) alla Fontauto di Boves, i più grandi esclusivisti mondiali di mezzi blmdati che tra i clienti, oltre ai servizi segreti di mezzo mondo, hanno anche il Papa. Bruno è casualmente nel suo ufficio tra un viaggio in Cina e l'altro, ha appena finito un incontro con nuovi clienti malesi, aspetta l'arrivo di un delegazione svizzera, parla a mota libera mentre nel video del suo computer galleggiano leggere e colorate le finestre di Windows». ((Cent'anni fa mio nonno faceva carri a Cuneo, l'altro giorno abbiamo firmato ima joint-venture con i cinesi per la fabbricazione di mezzi blindati scorta-valori». Riassume il boom cinese in questo modo: «Stanno vivendo una meravigliosa crescita economica e il loro sistema, per fortuna, si basa ancora sul contante, perche com'è ovvio, le carte di credito sono le nostre nemiche». I pacchi di banconote vanno invece difesi dalla meno meravigliosa crescita di criminalità e allora ecco il Fontana: «Abbiamo imparato ad essere aggressivi pur mantenendo la nostra umiltà. Qui ognuno fa il suo lavoro: la carta d'identità non conta niente, ci sono Fontana dirigenti, Fontana operai, Fontana fattorini». Nemmeno iì contratto dei metalmeccanici, conj ta. Qui gli operai contrattano ciascuno il proprio stipendio e se non gli va, se ne vanno perché in due giorni trovano un altro posto. «Noi italiani, rispetto agli altri, abbiamo il vantaggio di decidere in fretta, ma lo svantaggio di correre da soli. Quando sono in aereo che sto andando a chiudere un affare, incontro spesso concorrenti tedeschi e francesi. Ma loro hanno appoggi in ogni Paese e spesso, accanto, un funzionario pronto a garantire le condizioni economiche o inventare soluzioni finanziarie. Noi italiani no. Mi chiede cosa vorrei dallo Stato7 A volte anche solo un sostegno morale». Invece l'unica certezza dei Fontana è quella valigia di pelle appoggiata alla scrivania: «C'è sempre uno di noi in giro per il mondo a fare affari». Da Boves: e chi l'avrebbe detto? Cesare Martinetti (1. continuai r