L'ira sulla montagna di detriti di Fulvio Milone

I/ira sulla montagna di detriti I/ira sulla montagna di detriti «Il caso? No, tutti sapevano del pericolo» I vigili sono riusciti ad allontanare gli automobilisti prima del disastro Il sindaco accusa «Qui ventanni fa si voleva costruire una superstrada» non sono mai stati rimpiazzati. «Pensi che una ventina di anni fa, proprio nel punto in cui si è verificata la frana, Antonio Cava voleva far costruire ima superstrada», spiega Polito. E un deputato del pds, Salvatore Vozza, rincara la dose: «Tutti, qui, sapevano che il costone era pericolante: anche l'Arias, che due anni fa transennò parte della carreggiata. Dopo quattro mesi, però, la recinzione fu rimossa. Perché? Davvero sono stati fatti i lavori di consolidamento?». E poi c'è la galleria in costruzione, un lungo tunnel che dovrebbe bypassare proprio quel tratto di strada e terminare un chilometro più avanti, vicino allo stabilimento balneare dello Scrajo. Secondo la famiglia Somma, che abitava nella palazzina trascinata a valle da almeno diecimila metri cubi di acqua, terra e tronchi d'albero, i lavori di scavo hanno reso il costone fragile come Equense. Sono state salvate dai vigili del fuoco, che per estrarle dalle macerie hanno lavorato per cinque ore alla luce delle fotoelettriche. Il sindaco Polito dice che il bilancio delle vittime poteva essere molto più grave. «Poco prima della frana, i vigili urbani sono stati messi in allarme da una serie di piccoli smottamenti - racconta -. Per questo motivo hanno detto agli automobilisti incolonnati nel traffico di allontanarsi al più presto, perché c'era il rischio di crolli più consistenti». Un vigile, Ferdinando Di Martino ha rischiato la vita per salvare le persone rimaste intrappolate nelle macchine: ne ha liberate due, prima di essere trascinato in mare dal fango. «Ora sta bene, ma non fa che chiedere notizie dei morti», dice Catello Polito. quando troveranno mia madre», dice, e il tono di voce è di quelli che non ammettono repliche. L'altra sera Giuseppe era in macchina quando la montagna è venuta giù con la palazzina. «Per un attimo ho creduto di morire: sapevo che nella casa c'erano mia moglie e le due bambine». Sabrina di quattro anni e Ilaria, che ne ha solo due, compaiono assieme alla madre nell'elenco dei venti feriti portati nella notte negli ospedali di Castellammare di Stabia e Vico un castello di carta. Così dice Giuseppe Somma, un uomo sfinito da una notte insonne e dalla tensione accumulata. La frana gli ha portato via un fratello, la madre e la casa. «Le mine fatte brillare in quel maledetto tunnel facevano tremare la palazzina da cima a fondo», grida prima di arrampicarsi su una ruspa che scava fra i detriti: non potrebbe salire, ma il vigile del fuoco al volante non ha il coraggio di dirglielo. «Voglio esserci anch'io Fulvio Milone

Persone citate: Antonio Cava, Arias, Catello Polito, Giuseppe Somma, Polito, Salvatore Vozza, Vico

Luoghi citati: Castellammare Di Stabia