Bicamerale, arriva il sì di Berlusconi di Antonella Rampino

L'ex premier rientra e decide: martedì il via libera dall'assemblea dei deputati del Polo L'ex premier rientra e decide: martedì il via libera dall'assemblea dei deputati del Polo Bicamerale, arriva il sì di Berlusconi «Cossiga? Con noi non c'entra», e anche Fini accetta te per la Costituente, e il partito continuerà a sostenere i Cobàc di Cossiga e Segni, ma nell'agenda politica la Costituente non c'è. C'è, invece, la Bicamerale, e su quella occorre confrontarsi: a patto che ci siano garanzie, e da parte del Polo, precisa Fini, su bicameralismo e federalismo. Le stesse parole, guarda un po', che «sacn A destra il presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini Ieri ha guidato una lunga direzione del partito per far decollare la Bicamerale leade anche quella della minaccia. E' in questo quadro che, a mio avviso, occorre valutare quel che ha detto di me e del Cavaliere». E' stato un monito a Berlusconi, insomma... «Certo. Lui ha sostenuto che, in prospettiva, io possa essere il nuovo leader del Polo per una ragione sola, ovvero spaventare Berlusconi. A questo punto non posso che rivolgere i miei complimenti più sentiti a Massimo». Perché i complimenti? «Complimenti perché ormai D'Alema non è solo più il leader del pds. E' anche il leader dell'Ulivo, ma non gli basta. Se va avanti di questo passo, prima o poi lui si ritroverà ad esser il leader del Polo...» Ha parlato con D'Alema? IL PARTITO COSTITUENTE MILANO DAL NOSTRO INVIATO «Berlusconi? Dategli il tempo di farsi una doccia e di sbarbarsi. Poi vedrete che parlerà anche lui...». Francesco Cossiga arriva all'assemblea dei «Comitati di base per la Costituente» sottobraccio a Mariotto Segni, con l'aria divertita di chi sa di aver lanciato un altro sasso nello stagno. Ancora non sa del «no» che il Cavaliere, appena sbarcato dal Messico, gli manderà a dire. Non lo sa, anche se forse se lo aspetta: «Certe cose non si fanno soltanto per vincere - risponde a chi gli chiede se si sente ottimista . Sf fanno quando si pensa di doverle fare...». Per i Cobac, il giorno della «madre di tutte le battaglie, più importante anche dell'occupazione», come si spinge a dire Diego Masi, scatta alle undici del mattino in un cinema del centro di Milano, con le bandiere del movimento che coprono i faccioni di Massimo Boldi e ricorrono nel comunicato emesso, nelle stesse ore, da Arcore. Segno che la via dell'accordo è spianata. Perché nel testo letto al telefono da Berlusconi anche ai professori che siedono in Parlamento per Forza Italia, c'erano anche altri due punti. E precisamente, dice Marcello Pera, la divisione tra magistratura inqui¬ rente e magistratura giudicante, e il mantenimento della forma bicamerale per il prossimo Parlamento italiano. Ma poi, quando il comunicato di Berlusconi è stato diramato, alle 17 e 34, questi due punti erano spariti. Il teso dibattito che si è svolto in direzione di An ha prodotto, ufficialmente, dichiarazioni unanimi. Con la sola eccezione di Domenico Fisichella, che è però rimasto sempre seduto alla destra di Fini, la Bicamerale sembra un male necessario a tutti, alla destra sociale di Alemanno, al ras Tatarella, all'amico di Di Pietro Tremaglia, al portavoce Urso. Ma in realtà, durante il dibattito, si è saldato l'asse Tatarella-Fisichella-Maceratini, ovvero del vero realismo politico, e quello Fini-Gasparri-Tremaglia-Urso, per il quale il documento ufficiale di An, anche se costringe Fini ad entrare nel famoso «viottolo» della Bicamerale, lascerebbe la strada aperta per una ritirala con rottura, nel momento in cui la Bicamerale si dovesse incagliare. E l'interpretazione che Fini ha dato, in direzione, della propria adesione alla proposta Cossiga, è stata quella di dare un segnale a tutti, amici e nemici, alleati e maggioranza: attenzione, An non è affatto isolata. Può trovare proficue alleanze, capaci di riscrivere leadership e maggioranze, se ce dovesse essere bisogno, con Cossiga, con Segni, con Scognamiglio. Insomma, il messaggio che Fini ha voluto mandare a Berlusconi è «attento a percorrere ipotesi d'inciucio con D'Alema». E un passo importante, in questo senso, è nel comunicato ufficiale di via della Scrofa, quando dice che si considera «l'unità nel Polo non un valore in sé». Silvio Berlusconi, ieri, ha invece ricevuto molti appelli perché non lasciasse nelle ninni dell'assemblea del Polo tutto l'ultima parola in materia di Bicamerale. «Rischi di perdere la leadership» gli ha obiettato Colletti. «Se lo fai, ci fai gelare il sangue nelle vene: è un trabocchetto» gli ha detto Marcello Pera. 11 Cavaliere ha gentilmente risposto che ci avrebbe pensato. Ma in realta non ha esitato nemmeno 5 minuti a conferire all'assemblea del Polo tutto il potere decisionale. Perché su benissimo che così costringerà Fini ad allinearsi senza neanche muovere un dito, rafforzando al tempo stesso la propria leadership. «Persone che con me erano ai margini sono tornate a faro il bello e il cattivo tempo. Ma poi, mi sono messo al lavoro, e in poche ore ho fatto capire chi comanda» diceva soddisfatto, ieri sera, nell'ennesima telefonata ad un umico. Poi, qualche progetto di relax. Domenica, allo stadio con Emilio Fedo. «Ho fatto capire subito a tutti chi comanda nella coalizione* leader Antonella Rampino

Luoghi citati: Arcore, Messico, Milano