Congresso ppi, Castagnetti in rimonta

Decisivi gli «ultimi giochi» nella notte, oggi si vota. Appelli di Bianco e Rosy Bindi all'unità Decisivi gli «ultimi giochi» nella notte, oggi si vota. Appelli di Bianco e Rosy Bindi all'unità Congresso ppi, Castagnetti in rimonta Ma Marini è sempre in testa: riprendiamoci i voti del Polo ROMA. Marini è sempre in testa nella corsa verso la segreteria del ppi, ma ora sente sul collo il fiato di Pierluigi Castagnetta. Solo le votazioni eli oggi potranno dire chi è il vincitore di questo singolare duello che non contrappone divergenti linee politiche, ma caratteri (il razionale Marini e l'appassionato Castagnetti), antropologie (l'uomo del Sud e quello del Nord). L'uno o l'altro, in fondo, sarebbero uguali per i popolari a congresso. In questa fase di ricostruzione, in realtà, la maggioranza ò per il «concreto» Marini. Ma una paura ne ha rallentato la corsa trionfale verso il traguardo. Il timore che si rifaccia la vecchia de centralista, tutta occupata nel lavoro di vertice, senza slanci e progetti. E a questa ombra che offusca Marini i congressisti hanno dato un nome: Ciriaco De Mita. «Il guaio non sono i candidati - chiarisce Guido Bodrato - ma gli sponsor. La rimonta di Castagnetti è dovuta alla pp'ir- di De Mita». E, di fatti, urla e nschi salgono dalla platea quando il presidente Emilio Collimilo nomina l'ex segretario per annunziare che il suo intervento e rinviato al pomeriggio. Era stato incastrato tra quello di Marini e quello di Castagnetti, ma si dice che Marini abbia chiesto di spostarlo, probabilmente conscio del rischio ('boomerang». "E che vi ho detto? Cosa è questa villania? Non c'è mai stata nei nostri congressi...» gridava sdegnato Colombo alla platea che rumoreggiava. Piii tardi, quando De Mita lia finalmente parlato (superando di tre volte il tempo che gli era assegnato), ha raccolto calorosi applausi a scena aperta ed ha ottenuto il consenso a proseguire oltre i limiti, da un congresso affascinato dai suoi «ragionamendi». Insomma, non è con la persona che ce l'hanno, ma con quello che simbolizza. E' la vera sorpresa di questo congresso. Non c'è il partito degli assessori in platea. C'è tanta gente nuova che non si vedeva ai congressi della de. E questa gente accetta Franco Marini con riserva, come una soluzione necessaria ma non sufficiente. Vogliono organizzazione, ma anche grandi visioni e progetti per il futuro. Per questo si è aperto uno spazio più largo del previsto per Pierluigi Castagnetti. Il quale, ancora ieri sera, continuava a ripetere che affronterà oggi il duello delle urne, non ritirerà la sua candidatura. Il «nordico» Castagnetti è convinto di potere raccogliere anche un 40 per cento di voti. Che sarebbe un notevole successo, tale da condizionare fortemente la Pierluigi CASTAGNETTI NATO Reggio Emilia. IL: 9 giugno 1945. STATO CIVILE: Sposato i pcon un figlio. PROFESSIONE: Europarlameniare e ora alla segreteria del partito. ALLEATI INTERNI: Andreatta, Granelli, PinzALLEATI ESTERNI:....Vellroni. AVVERSARI: Marini, Mancino, De MitLA FRASE: «Dobbiamo essere un pa di svegliare l'aurora» (d stanno giocando la partita finale. Contornati da un coro che li esorta all'unità. Unità, ha chiesto Rosy Bindi a sera. Unità continua a chiedere Gerardo Bianco. Sorpreso, De Mita rilevava: «Siamo qui senza rete, senza accordi preventivi, con una discussione che si anima da un intervento all'altro». Lui ha messo in dubbio che il governo Prodi possa durare oltre gestione del «suddista» Marini. Si sono schierati in buona parte per Castagnetti i fans di Moreno Morando, il veneto che ha ritirato la sua candidatura. E lo stesso ha fatto Alberto Monticone, ex presidente dell'Azione Cattolica. Ieri Marini era arrivato a 540 firme di appoggio, ma Castagnetti, di volata, era già a oltre 450. Nella notte, secondo tradizione, i due superstiti candidati si 1 DUELLANTI NATO IL: STATO CIVILE: PROFESSIONE: ALLEATI INTERNI:.. ALLEATI ESTERNI:.. AVVERSARI: LA FRASE: candidalo a, Letta. ta. artito capace al Salmo 56). ROMA. L'associazione donne democratiche iraniane residenti in Italia ha affermato, in un comunicato, che «il sottosegretario agli Esteri Patrizia Toia nel ricevimento di Velayati (il ministro degli Esteri iraniano, nei giorni scorsi in visita in Italia, ndr) martedì sera dal ministro Dini è comparsa con il chador». Secondo Massumeh Azali, presidente dell'associazione, che ha appreso la notizia trasmessa in iraniano dalla Bbc, si tratterebbe di «uno scandaloso riconoscimento di una legge della.dittatura.religiosa e terroristica dei mullah nel territorio italiano da parte delle autorità italiane, per corteggiarli» ed «è una grave offesa alle donne iraniane che ogni giorno sono sottoposte alle varie torture legalizzate dal regime fondamentalista in Iran». ; Interpellato da alcuni cronisti sulla questione, un addetto della Farnesina ha smentito ieri sera categoricamente quanto affermato nella denuncia dell'associazione donne democratiche iraniane perché - si legge nel comunicato - ciò «non corrisponde a verità». l'eventuale accordo sulle riforme. Marini e Castagnetti si sono sentiti obbligati a scrollarsi di dosso, ciascuno, l'etichetta che gli era stata incollata dai giornali: Marini, l'uomo che apre a destra; Castagnetti, Tuono che tira a sinistra. «Dobbiamo avere la capacità di risucchiare dal Polo una quota di elettori che per paura ha votato il centrodestra» ha chiarito Marini rivolto ai sospet- tosi. Al di là di quel che i candidati hanno detto sul partito, e che era diverso solo nei toni, è emerso da tanti interventi (e anche dai loro) la volontà degli ex de di affrontare concretamente la riforma dello «stato sociale» che loro avevano per primi contribuito a creare (ma de Mita ha detto che lo vollero soprattutto i comunisti). Una mozione firmata da Rosa Russo Jervolino, Guido Bodrato e Nino Cristofori chiede di «avvicinare» le pensioni di anzianità a quelle di vecchiaia introducendo incentivi a chi resta in attività e disincentivi per chi vuole andare in pensione. Marini, dal palco, ha ricordato, cifre alla mano, che ormai c'è un distacco incolmabile tra crescita del prodotto interno lordo e ammontare complessivo delle retribuzioni. Insomma, il problema centrale è quello di come pagare le pensioni in futuro. L'altro dato evidente che emerge dal congresso, è che l'idea dell'Ulivo come partito è sepolta da tutti come un sogno irrealizzabile. I popolari vogliono riprovarci a diventare grandi. «Dobbiamo ritentare la grande avventura» ha detto De Mita, indicando il cammino, sommerso dagli applausi. Franco MARINI San Pio delle Camere (AV). 9 aprile 1933. Sposato con un figlio. Ex segretario Cisl, deputato, responsabile organizzativo della segreteria. De Mita, Rosy Bindi, Mattatila, Garganl, Andreotti, Francescani. Dini, Maccanico, D'Alema, D'Antoni, Bulliglione, Casini. Castagnetti, Andreatta, Mancino, Martinazzoli. «Il centro per noi non è una voglia pazza di una politica mercenaria per rimanere al governo ma il luogo di uno scontro politico vitale per il destino dell'alleanza». Alberto Rapisarda DONNE IRANIANE non è milanese soltanto. La questione teatro riguarda tutti quelli che si riconoscono oggi in una comunità nazionale verniciata di italianità più qualche radice locale superstite, e non è cosa da poco, è una estrema linea di frontiera. La tv ha stroncato il cinema quando era, come evento d'arte, quasi alla fine; però l'immortalità del teatro era fuori discussione. Invece corte rischio di estinguersi, perché con ventiquattr'ore di spettacoli dentro casa la gente non va a cercare fuori casa altre due ore d'intrattenimento, col rischio di tornarne nauseata. Un teatro gremito (escludendo l'Opera) lo si ha per effetti pubblicitari o per richiami estrinseci. Il vuoto, il mezzo vuoto, sono l'incubo di quasi tutti i teatri medi, piccoli e minimi. Il rituale mondano fa ancora pubblico, ma si tratta di funerali di lusso. Coinvolgere veramente un pubblico, farlo uscire dal congelatore, è impresa magnifica e disperata. Il Nuovo Piccolo, a differenza del vecchio nei suoi primi decenni memorabili, potrà fare al massimo dei pieni di mondanità, con spettacoli che al di sotto di qualche miliardo nessuno gli monterebbe. Tutto finirà in videocassette, naturalmente; ti saluto l'irripetibilità. Se si vuole salvare qualcosa che abbia nome teatro e anima corrispondente, bisogna pensarsi fin da adesso in un Anno Zero, mettersi a recitare come in tende beduine preislamiche o come in un'Eliade pretragica, facendo morire per un momento, interrompendo per un quarto d'ora, con abbagli e sudori, con tranelli semplici e straordinari, l'orribile pena di vivere e la spaventosa indifferenza che formano nelle città tanti pezzi di muro di Berlino a due gambe, annullando tutto questo nella risata, nel sorriso, nel grido - in atti di comunione, in miracoli di pensiero risuscitato. Non mi stanco di ripeterlo: c'è un futuro per i teatri d'ombre, c'è un futuro per le marionette non tradizionali, c'è un futuro per i teatri di strada: ma per i mammuth tipo Nuovo Piccolo non c'è che la rissa futile, lo scempio di denaro pubblico, il sottobanco politico, l'adulazione insensata, un presente crudele, tutto materiale, tutto privo di vita vera. La discesa in scena del deus ex machina Jack Lang potrà sciogliere qualche nodo superficiale: non riempire il vuoto d'anima fondamentale di un'istituzione ormai in ritardo sulla meridiana del tempo. Siamo già molto oltre, perché il deserto si è allargato, e poche pietre bastano, e il potere nudo della parola. WSSm UN BEL NOME NON SALVA IL TEATRO Guido Ceronetti LA STAMPA Quotidiano fondato nel IN67 DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Rossella CONDIRETTORE Luigi l.a Spina VICEDIRETTORI Vittorio Sabadin, Ruolo Passarmi REDATTORI CAPO CENTRALI Roberto I;, Halli Dario (resto-Dina, Franco Tropea EDITRICE LA STAMPA SPA PRESIDENTE Giovanni Agnelli VICEPRESIDENTI Vittorio Caissotti di (,'hiusano Umberto Cuttica AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE Paolo l'illusi hi AMMINISTRATORI Luca Corderò di Montc/.cmolo Giovanni Giovanni»! Francesco Paolo Mattioli, Alberto Nicolello STABILIMENTO TIPOGRAFICO La Stampa, via Marenco 32, Torino STAMPA IN FACSIMILE * La Slampa, v.G. Brano SI. 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