Gli affari di Barbonopoli

I clochard diventano imprenditori con un gioco sulla miseria I clochard diventano imprenditori con un gioco sulla miseria Gli affari di Barbonopoli Amedeo d'Aosta; pronto per Torino Il candidato sindaco del Polo: la sfida mi attira dell'Oca, la provocatoria iniziativa anziché arricchire i poveri - come l'azzardo ama lasciare intendere - impoverisce virtuosamente i ricchi. Prendi una pedina e eccoti nei panni di un alter-ego barbone. «Rèmi», «Jacques», «Alex», «Roland» - ciascuno con la sua brava ex professione: pasticciere, coiffeur, meccanico... «Sono personaggi veri della Parigi marginale, li conosciamo bene», dice Francis Manette, l'ideatore. Sfangano l'esistenza tra bottiglione, ospedale, flic, solitudine e paura. Chi vive sulla strada, rischia. I giocatori non tarderanno ad accorgersene. Tra una zuppa calda che l'Esercito della Salvezza ti scodella, la prigione, un bianchino nel café dell'angolo, il sussidio da inseguire peregrinando tra filantropi e astrusi uffici assistenziali s'inanella un'atroce via crucis. Jacques, Roland e gli altri girano in tondo sul tavolo come BPARIGI ARBONOPOLI è un gioco di società che ti fa divenire clochard. Tiri i dadi e inizia lo slalom infernale tra caselle dickensiane. «Torna alla Caritas», «Attenzione, sei uno squatter», «Lavori e non ti pagano: fermo un turno...». Idea fustigatale, se non l'avessero escogitata alcuni clochard della banlieue parigina che si accingono a commercializzare il loro inferno quotidiano per uscirne. Obiettivo, 100 mila esemplari. Realistica, la confezione prevede una minivaligia cartonata con maniglia in cordino. A mezza strada fra Monopoli, Trivial Pursuit e il Gioco 7 0 1 1 2> 771122"176003 nella vita. Ma chi si aggiudica la partita? A Monopoli vige l'«arraffa e vinci». Senza rovinare il tuo prossimo sottraendogli anche l'ultima catapecchia - il mitico Vicolo Corto: come se ce ne fossero di lunghi - impossibile trionfare. Mors tua, vita mea. Nel nostro caso, invece, si annaspa in gruppo. E alla fine qualcuno emerge, lasciandosi l'incubo alle spalle. Tappe chiave sulla scacchiera: un coiffeur per essere meno ispido, il vestito nuovo da bella presenza e - dulcis in fundo - il lavoro. Non quello promesso e mai concretizzatosi, né il precario o sottopagato, bensì l'Impiego con paga il 27. Pena il riaffacciarsi dell'incubo. Ma nel loro crudo realismo, i senza fissa dimora hanno voluto dimostrarsi pietosi: i concorrenti potranno imbattersi nell'Abbé Pierre ma non in Tony Blair. TORINO. Amedeo duca d'Aosta candidato-sindaco di Torino per il Polo di centro-destra? L'offerta gli è stata presentata da una delegazione di Forza Italia, guidata dalll'onorevole Edro Colombini. E riconfermata martedì a Reggio Emilia, dopo le celebrazioni per il centenario del Tricolore, dal coordinatore del Piemonte azzurro, Roberto Rosso. Che racconta: «Il principe mi è parso interessato a partecipare all'avventura». Poi è volato in Marocco per lavoro». E al telefono da Marrakesh il Duca d'Aosta non nasconde di essere combattuto tra la voglia di «mettersi a disposizione» della sua città e i timori per un impegno politico e amministrativo che si presenta difficile. «Non ho ancora deciso - precisa -. Lo farò a metà gennaio dopo una terza riunione con gli amici del Polo. Per ora, mi hanno tolto il sonno». premio

Persone citate: Amedeo D'aosta, Duca D'aosta, Edro Colombini, Francis Manette, Roberto Rosso, Tony Blair

Luoghi citati: Aosta, Marocco, Marrakesh, Monopoli, Parigi, Piemonte, Reggio Emilia, Torino