Gli studenti conquistano Belgrado di Giuseppe Zaccaria

Gli studenti conquistano Belgrado Gli studenti conquistano Belgrado La polizia si ritira, festa nelle strade ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO schi. Finché i giovani non hanno deciso di usare la stessa tattica: blocco contro blocco. Schierati hi fila di fronte ai cordoni delle forze dell'ordine, hanno recitato, cantato, fischiato, scherzato. Con loro grande sorpresa, poche ore più tardi, i poliziotti hanno rotto i cordoni facendoli passare. Nel tardo pomeriggio di giovedì i giovani sono arrivati in centro. Malgrado la forte presenza della polizia, è iniziata una vera festa popolale Ancora una volta gli studenti hanno fronteggiato gli agenti finché a notte fonda tutti i veicoli della polizia si sono ritirati. Decisione salutata da mia vera esplosione di entusiasmo tra la folla in Per una notte e per un giorno gli studenti di Belgrado si sono impadroniti della città. Dopo aver vinto la battaglia di resistenza con la polizia, che dopo 13 ore di faccia a faccia con i giovani manifestanti si è ritirata dalle vie della capitale jugoslava, gli studenti hanno cominciato a festeggiare. Per due settimane, infatti, gli agenti delle unità antisommossa hanno impedito loro di raggiungere il centro di Belgrado. Dopo aver ricevuto l'ordine di assicurare lo smaltimento indisturbato del traffico, la polizia ha bloccato tutti i cortei studente- H H piazza, ma anche tra gli abitanti della capitale che dalle loro finestre hanno continuato a lanciare segnali di sostegno ai manifestanti. I giovani ballavano e cantavano. Durante la notte, dopo il ritiro delle forze dell'ordine, in una delle vie centrali di Belgrado una macchina si è lanciata a tutta velocità contro un gruppo di studenti. Alcuni giovani sono stati investiti, ma hanno riportato soltanto ferite leggere. Con l'aiuto dei tassisti, gli studenti sono riusciti a fermare l'automobilista-kamikaze che hanno consegnato alla polizia. Di certo vi è che sinora il regime di Milosevic non è riuscito a trovare una soluzione efficace per fermare la protesta popolare. A nulla sono servite le concessioni parziali, il riconoscimento della vittoria elet- torale dell'opposizione a Nis, la seconda città della Serbia, nonché in alcuni altri centri minori. I manifestanti che appoggiano la coalizione dell'opposizione «Zajedno» non intendono mollare: vogliono che tutti i risultati del voto vengano riconosciuti. Lo stesso vuole l'Unione europea che ha chiesto ieri al presidente Milosevic di riconoscere il verdetto della commissione dell'Osce che ha confermato la vittoria elettorale dell'opposizione alle comunali dello scorso 17 novembre. La comunità internazionale continua a minacciare il regime di Belgrado con nuove sanzioni, compreso il congelamento dei conti bancari all'estero delle compagnie jugoslave. H Ingrid Badurina H «L'opposizione si è sottratta al confronto parlamentare» Una donna con un bambino in una strada sorvegliata dalla polizia Mettiamola così, allora: lei pensa che la televisione serba sia un modello di obiettività? «No. Ma in questo Paese le cose da migliorare sono molte, nella politica come nell'economia e nell'informazione. Quel che dico, e dice il mio partito, è che le regole del cambiamento sono altre. Credo che nei prossimi giorni, quando l'Osce avrà risposto alle osservazioni del mio governo, tutto si chiarirà». Non si contraddice? Ha appena affermato che quelle elezioni per Zajedno non hanno importanza. «Intendevo dire: spero che tutto si risolva. Comunque, lo ripeto, il mio partito impedirà che le regole siano cambiate dalla piazza». Intanto l'opposizione viene invitata alla Casa Bianca e il governo ha tutto il mondo contro. «Per partecipare all'insediamento di Clinton, Vuk Draskovic e gli altri pagheranno un biglietto d'ingresso di cento dollari». Un'ultima domanda: corre voce di un Milosevic in condizioni precarie, almeno dal punto di vista nervoso. Lei che lo conosce bene, cosa può dire? «Che per Draskovic, Dijndijc e la Pesic una malattia del presidente sarebbe il solo modo per conquistare il potere. Diffondono queste voci da anni, ma si rassegnino: Milosevic sta bene e starà bene ancora molto a lungo». Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Clinton, Draskovic, Milosevic, Pesic, Vuk Draskovic

Luoghi citati: Belgrado, Serbia, Zagabria