«Un boato, poi l'Apocalisse» di Fulvio Milone

LE STORIE LE STORIE DEI SUPERSTITI «Un boato, poi l'Apocalisse» II ristoratore: ho visto la montagna staccarsi CASTELLAMMARE dalla luce accecante delle fotoelettriche, i vigili del fuoco scavano incessantemente da ore, nella speranza di percepire un sia pur debole segno di vita. Quanti sono i morti? Nessuno è ancora in grado di dare una risposta certa. Un ufficiale dei carabinieri dice che la frana, che ha un fronte di quaranta metri, è costata la vita a non meno di cinque persone. Un poliziotto, però, spiega che in realta i corpi recuperati sono solo due, mentre altre tre persone sono ricoverate nell'ospedale di Castellammare di Stabia. Fra i feriti c'era Luigi Matrone, che era con il cognato, Raoul Veropalumbo, sottufficiale della Marina, il cui cadavere è stato recuperato poco dopo la sciagura. Insieme stavano cor- rendo in ospedale dove la moglie di Veropalumbo aveva appena partorito un maschietto. Ma lai, Raoul, non vedrà mai quel suo primo figlio nato nello stesso giorno in cui il padre è morto. La frana ha cancellato uno dei tratti più belli della statale che porta a Sorrento. Proprio in quel punto il nastro d'asfalto costeggia la spiaggia a non più di 15 metri sul livello del mare, accanto ad un vecchio cementificio in disarmo. A Castellammare anche le pietre sanno che in quel punto la strada è da sempre a rischio. Il costone che la domina è franoso. La roccia è friabilissima. Lo sa bene anche Antonio Di Maio, uno dei proprietari del ristorante «la Panoramica», poco distante dal luogo della sciagura. «Anche oggi non erano mancati i segnali premonitori dell'ennesima frana - racconta -. Nel pomeriggio sono caduti alcuni sassi, poi è venuto giù un po' di terriccio. Poi, alle nove della sera, il finimondo». Davanti al cementificio abbandonato, a pochi metri dall'insegna dello stabilimento balneare «Lo scoglio», i vigili del fuoco, i poliziotti e i carabinieri scavano senza sosta. Dal terriccio spunta iì tetto di un'auto blu: fortunatamente è vuota. Altre vetture sono state trascinate dal fango verso il mare. Per cercare i corpi sono arrivati anche i siili e le motovedette della Capita¬ DAL NOSTRO INVIATO La strada non esiste più, al suo posto c'è solo una montagna di fango e detriti venuta giù dal costone reso fradicio da tutta quella maledetta pioggia che non dà tregua ormai da oltre 48 ore. Qui, in uno scenario da apocalisse reso ancora più surreale Milano: maestro uccise l'amante, condanna confermata neria. «Sono convinto che alcuni cadaveri si trovano sul fondo, vicino alla riva - spiega un ispettore di polizia -. Un mio collega ha trovato in acqua il corpo di un giovane, aveva il volto tumefatto». La gente di Castellammare di Stabia si è precipitata in massa al cementificio, ed è tra la folla che si incrociano le voci e le notizie più inquietanti. «La frana si è portata via una palazzina - dice una donna -. So chi ci abitava, li dentro: una donna con i due bambini. Sono tutti morti». La polizia, però, dice che la famiglia è riuscita a salvarsi, ed ora è al sicuro in casa di parenti. Ma qualcun altro racconta che nello scantinato della palazzina semidistrutta vi sarebbero quattro persone ancora vive: «Forse - dice - possono essere salvate». Un uomo tenta di farsi avanti verso il luogo della frana, trattenuto a stento da im carabiniere. «Dov'è mio figlio? Avete visto mio figlio?», grida. «La strada e la spiaggia sepolte dalla frana sono meta di coppiette - spiega un agente -. Molti genitori sono in ansia perché temono che i loro ragazzi siano rimasti intrappolati lì sotto». La notte non dà requie ai vigili del fuoco che continuano a scavare fra i detriti. Lavorano con cautela, nel caso che sotto tutto quel fango qualcuno sia ancora vivo. Fulvio Milone

Persone citate: Antonio Di Maio, Luigi Matrone, Raoul Veropalumbo, Veropalumbo

Luoghi citati: Castellammare, Castellammare Di Stabia, Milano, Sorrento