«Scuola, concorrenza pubblico-privato»

«Scuola, concorrenza pubblico-privato» «Scuola, concorrenza pubblico-privato» mento pensati in altre epoche, per altri "mondi"». L'esigenza di migliorare l'organizzazione e il funzionamento degli apparati pubblici non si ferma comunque alla scuola. Per Prodi, l'Italia ha anche bisogno di un sistema fiscale «non solo più equo e più giusto ma anche più efficiente e più capace di assicurare davvero che nessuno si sottragga al proprio dovere di contribuente». ((Abbiamo bisogno - ha proseguito il Presidente del Consiglio - di abbandonare il modello organizzativo-ammiiustrativo di uno Stato accentrato, attraverso un fortissimo decentramento di funzioni e di rafforzare la nostra convivenza civile». [Asca] ROMA, Riformare profondamente il nostro sistema di istruzione e soprattutto «dare spazio e attenzione alla competizione fra pubblico e privato e tra le diverse strutture scolastiche e universitarie». Questo uno dei terreni su cui il governo si è impegnato «fortissimamente» in questi mesi, come ha precisato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, intervenendo al congresso del ppi. In particolare, il premier ha sottolineato l'esigenza di «rivedere programmi, itinerari di studio, modalità stesse di concepire i processi di apprendimento». «In un mondo in cui l'innovazione è continua - ha aggiunto - non possiamo accettare di tenere fermi i modelli di apprendi¬ ed ecumenici, la presidenza del partito andrebbe a Gerardo Bianco, segretario uscente. Non è da escludere che da tanta confusione iniziale si arrivi ad una unitaria candidatura Marini. Ma per far cosa? Gli organigrammi e il folklore tradizionali dei congressi interessano, in fondo, iscritti ed elettori affezionati. Quel che dovrebbe interessare tutti gli altri è in che modo un partito, anche se piccolo, può influire sui loro destini e toccare, per dirlo prosaicamente, le loro tasche. chiaro, in modo per nulla democristiano, nel dire cosa pensa delle pensioni. Che è il vero oggetto del contendere che si nasconde dietro il parlar di equilibri, strategie, distribuzioni di posti e quant'altro. Perché dire pensioni, significa cominciare a sgretolare un sistema che proprio la de aveva contribuito a creare. Per l'ex sindacalista Marini «la previdenza dovrà aggiornarsi profondamente con un nuovo e forte patto tra le generazioni». Un patto che deve prevedere la disincentivazione delle pensioni di anzianità, il prolungamento delle possibilità di lavoro anche con modalità più elastiche, il decollare rapido della previdenza integrativa, il riequilibrio con equità di gestioni troppo sproporzionate ai contribu¬ ve Domenico Franceschini e Renzo Lusetti (mariniani), ma anche per Enrico Letta e Lapo Pistelli (che stanno con Castagnetti). Tra di loro dovrebbe emergere il segretario de), futuro. Un posto hi segreteria anche per l'autocandidato Moreno Morando, spinto in campo da Rosy Bindi (e che ha il 10 per cento dei voti in tasca). E per essere unitari Ebbene, Franco Marini è stato I/ache

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