Suicida: «Non licenzio i dipendenti» di Gad Lerner

Suicida: «Non licenzio i dipendenti» Suicida: «Non licenzio i dipendenti» Napoli, imprenditore sconvolto dalla mancanza di lavoro NAPOLI. Si è ucciso perché gli affari andavano male e non avrebbe mai avuto il coraggio di dire ai suoi operai che dovevano trovarsi un altro lavoro. Francesco Perillo, 36 anni, è stato trovato morto sul letto della sua abitazione a San Giuseppe Vesuviano. Prima di spararsi un colpo di pistola alla tempia ha scritto due biglietti: il primo alla fidanzata, l'altro alla madre. Poche righe per testimoniare l'amore per i suoi cari, invocare perdono e spiegare che aveva deciso di farla finita: «Per non essere riuscito a portare a termine le nostre cose». Le sue tre aziende sono in una crisi che appare irreversibile. Specializzate nella trasformazione di materiale ferroso, le fabbriche sono sull'orlo della chiusura per la drastica diminuzione delle commesse. Nell'84 Perillo fu rapito e liberato dopo sette mesi. Pini SANDRO CAZZACI l\ ROULETTE l miei studi, le mie ricei miei segreti SP MUTIMI diamond 1 IHUI La Penna A PAG. 14 rche, Gad Lerner CONTINUA A PAG. 7 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Francesco Perillo, La Penna, Perillo, Pini Sandro

Luoghi citati: Napoli, San Giuseppe Vesuviano