D'Alema, ultimatum a Berlusconi di Sergio RomanoFilippo Ceccarelli
Allarme giustizia: impunito l'83% dei delitti. Il governo approva il «pacchetto Flick» Allarme giustizia: impunito l'83% dei delitti. Il governo approva il «pacchetto Flick» D'Alenili, ultimatum a Berlusconi «Pronti allo scontro se il Polo rifiuta il dialogo» IL CAVALIERE FRA PICCONE E TIVÙ' P ~1 QUANDO i giochi romani diventavano troppo imbrogliati e la sua maggioranza accennava a sfilacciarsi, Giolitti si ritirava a Dronero e aspettava che la situazione si decantasse. Non so se le lunghe vacanze di Silvio Berlusconi rispondano a una strategia politica. Ma non credo che egli possa permettersi di starsene in Brasile o in Messico, mentre i partiti discutono contusamente il problema delle riforme istituzionali e si preparano a subire i contraccolpi di una nuova manovra finanziaria. A differenza di Giolitti non ha né una maggioranza parlamentare né l'autorità necessaria per costringere l'Italia ad attendere il suo ritorno. Giolitti aveva dei luogotenenti, pronti a restituirgli la poltrona non appena egli avesse deciso di ritornare a Roma. Berlusconi ha dei «comprimari», decisi a difendere il loro partito e a promuovere le loro personali fortune. Giolitti era un leader politico, totalmente impegnato nel perseguimento di un disegno nazionale. Berlusconi è mezzo politico, mezzo imprenditore, quindi meno credibile deH'«uomo di Dronero» e meno adatto a esercitare una leadership indiscussa. Giolitti tornava a Roma per raccogliere i frutti di una evoluzione che egli stesso aveva preparato a distanza. Berlusconi torna a Roma quando la situazione gli è in parte sfuggita di mano. Proviamo a descriverla per grandi linee. Vi è ormai un «partito della Costituente». I suoi leader sono Mario Segni e Francesco Cossiga, i suoi simpatizzanti sono diffusi trasversalmente in molte forze politiche, il suo punto di forza e la convinzione che la Bicamerale diverrà un bazar nel Sergio Romano CONTINUA A PAG. 14 PRIMA COLONNA INTERVISTA AL SE GRETARIO PDS ROMA. Si accende lo scontro sulle riforme. Silvio Berlusconi è preso da due fuochi. Sul fronte interno del Polo, è assediato dall'asse Cossiga-Fini (che vuole la Costituente), da sinistra - con un'intervista a La Stampa - interviene il leader del pds Massimo D'Alema che lo invita a rompere gli indugi. «Se il Polo rifiuta il dialogo, il pds è pronto anche allo scontro». La giornata di ieri ha visto tornare in primo piano la questione giustizia. «L'83 per cento dei delitti rimane impunito», è stato il grido di allarme del procuratore generale di Cassazione, in sede di inaugurazione dell'anno giudiziario. Tra i tanti punti affrontati dalla relazione i rapporti tra toghe e politica. Intanto ieri è stato approvato dal Consiglio dei ministri il «pacchetto» del Guardasigilli Flick di riforma della giustizia. Per il premier Romano Prodi, «è la sfida più importante di questo governo». La parola passa ora al Parlamento. FLICK «Sullo stesso piano colletti bianchi e rapinatori» di Giovanni Bianconi A PAG. 9 IL POOL «Troppi sconti e attenuanti Meglio i processi» di Paolo Colonnello A PAG. 9 MARINI // sindacalista che studiava da segretario Bianconi, La Licata e Rampino ALLE PAG. 3,8 E 9 di Filippo Ceccarelli A PAG. 2
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