Esami in vendita all'università

« « Esumi in vendita all'università » Messina, manette a 5 prof: tariffe fino a due milioni MESSINA. Per anni è stata una specie di porto delle nebbie. Sull'università di Messina c'erano solo imbarazzati silenzi punteggiati, di tanto in tanto, da minacce, attentati, perfino ferimenti. Adesso si scopre che c'era un'organizzazione in grado di gestire la compravendita di esami, ma anche di diplomi di laurea e di posti di lavoro. Ieri la polizia ha arrestato cinque docenti universitari e un imprenditore; altri quattro docenti sono stati sospesi dalle funzioni; 29 persone sono indagate dalla procura e tra queste numerosi studenti messinesi e calabresi. Le accuse vanno dal falso ideologico all'abuso in atti d'ufficio e alla corruzione. Tra le persone in manette c'è il preside di Scienze statistiche, Eugenio Caratozzolo, 66 anni, accusato anche di associazione per delinquere. Il perno di questa brutta storia sarebbe Salvatore Longo, 47 anni, imprenditore in odore di mafia che faceva da tramite tra gli studenti e i professori che dovevano esaminarli. Per una somma che partiva da mezzo milione per arrivare fino ai due milioni, si poteva «acquistare» un esame a Economia e commercio e a Lettere e filosofia, oltre che nella stessa facoltà di Scienze statistiche. Naturalmente l'esame comprato non era una regola, molti //////a mmm "/////, mb v/////, mmm y//////, mmm. w///smm ////va wmm '////wmmMw//' ww*» «*////* mmm //<////, m*m ///////> mmm* <//;/// wmm '////,/> NOVEMBRE 95: gambizzazione prof. Giancarlo De Vero (giurisprudenza). GENNAIO 96: denuncia studenti anonimi a LineaTre FEBBRAIO 96: bomba carta contro ex aula mineralogia, a giurisprudenza AGOSTO 96: attentato incendiario a istituto diritto privato. AGOSTO 96: due studenti denunciati per minacce a prof. Paolo Romeo a chimica. L'Università di Messina, al centro di un'inchiesta sulla compravendita di esami e diplomi di laurea. La polizia ha arrestato 5 docenti universitari e un imprenditore; 29 persone sono indagate dalla procura e fra queste numerosi studenti docenti in passato hanno perfino subito minacce e intimidazioni per non essersi piegati a questo metodo. Ma l'inchiesta dei sostituti procuratori Vincenzo Barbaro e Salvatore Laganà, partita un anno fa dopo le denunce telefoniche in diretta tv di alcune studentesse, sembra che allo stato sia arrivata solo alla punta dell'iceberg. Lo testimoniano gli episodi che, da un anno e mezzo, si sono verificati nell'ateneo: una docente di matematica a Economia e commercio, Maria Teresa Calapso, minacciata di morte; un docente di Giurisprudenza, Giancarlo De Vero, gambizzato nel novembre del '95; un altro professore di chimica, Paolo Romeo, minacciato da due studenti calabresi con frasi dal tenore: «Agli esami comportati bene, se no finisci male». In mezzo, misteriosi attentati incendiari e danneggiamenti alle sedi di alcune facoltà, e non solo quelle finite adesso sotto inchiesta. Episodi che tuttavia, almeno finora, non avrebbero una diretta connessione con l'attuale indagine. Assieme al preside Caratozzolo, è stato arrestato il fratello Aldo, docente a Economia e commercio e direttore del laboratorio di statistica; gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Manette anche per Sebastiano Giglia e Teresa Cuscinà. Il primo, «contrattista» nella facoltà di Scienze statistiche, è considerato il tramite fra Longo e i docenti da corrompere; è stato rinchiuso nel carcere di Gazzi. La moglie, procuratrice legale e insegnante di Istituzioni di diritto privato, è agli arresti domiciliari. A Lettere è stato arrestato Saverio Guida, docente di Filologia romanza. «Le indagini non sono ancora chiuse», sottolineano gli investigatori. Ad inca¬

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