«No alla scuola dei preservativi»

Torino, la preside: «Ho ricevuto solo consensi, replicherò alle accuse lanciate dall'Osservatore» Torino, la preside: «Ho ricevuto solo consensi, replicherò alle accuse lanciate dall'Osservatore» «No alla scuola dei preservativi» Genitori minacciano: non iscriviamo i figli «Intervenga il governo» «Bisogna bloccare quell'iniziativa» problema dell'educazione sessuale, dell'Aids, non l'ho inventato io. Esiste. Visto che gran parte dei nostri ragazzi ha rapporti sessuali, è nostro compito offrire loro sicurezza» La preside, amareggiata dalle critiche, dice che intende rispondere all'Osservatore Romano. «Per difendere la serietà e la dignità della mia funzione professionale. E' per me incomprensibile l'estrema durezza e la mancanza di rispetto che ha manifestato quel giornale, liquidando la nostra inizitiva con giudizi senza prove». E i ragazzi? E' Daniele Cazzari, del consiglio d'istituto, a chiarire: «Non c'è nessuna polemica. Siamo rimasti sorpresi dalla notizia sui giornali. E' un progetto che dura da tanto tempo. Avrebbe dovuto concludersi con l'arrivo delle macchinette entro fine anno. Soltanto uno di noi, su 995 studenti, ha chiesto di essere informato in assemblea». ISTRIBUTORE di preservativi al liceo Giordano Bruno: quel progetto, dopo la notizia sui giornali, sembra diventare occasione di discussione e polemiche anche nella scuola. I primi dissensi sono arrivati dalla Curia e dall'Osservatore Romano. Durissimi. Consenso invece dal sottosegretario all'istruzione Carla Rocchi, dal provveditore Marina Bertiglia, dall'assessore alla Sanità e istruzione della Provincia Aldo Miletto contro il quale si è pronunciato il gruppo cdu. Ieri un autentico plauso all'iniziativa della preside, invece, è arrivato dal presidente della commissione sanità del Comune, Giorgio Diaferia. Ma a scuola qualcuno dice che serpeggiano veleni. Circola voce che ci siano già state rinunce di iscrizioni per il prossimo anno. Che anche fra i ragazzi c'è sorpresa. Che la componente cattolica pensi di fare resistenza. Qualche accusa viene da genitori, docenti, studenti e sottovoce forse anche dai bidelli circa il metodo adottato per informare dell'iniziativa. Si dice sostanzialmente: «Non tutti sapevano». Qualcuno annuncia che verrà fatta una raccolta di firme. La preside Maria Luisa Vighi Miletto non si tira indietro: «Sono arrivate un paio di telefonate in segreteria. Genitori che chiedevano informazioni per capire se questa scuola scelta per i loro ragazzi risponde al progetto educativo desiderato». Ripercorre il cammino che ha portato all'ipotesi di installare quelle macchinette. «Un progetto, ripeto, maturato cinque anni fa con i corsi di educazione alla salute. Ne avevamo parlato con rappresentanti dei genitori in modo speaifico. Tutti d'accordo. I docenti sapevano. Così come i ragazzi, che avevano chiesto quella macchinetta. Avrei fatto la proposta formale a tutte le componenti. E poi al consiglio di istituto. E' previsto un appuntamento istituzionale fra una decina di giorni con il consiglio. Non ho nulla in contrario a farlo prima. Ma non ritengo ci sia alcuna fretta. Ne parlerò intanto con i ragazzi, frastornati dal clamore che stanno facendo tv e giornali». Ieri si è incontrata con i docenti. «Hanno confermato ampi consensi. Se qualcuno avesse chiesto di fermarmi l'avrei fatto. Sono grata al provveditore Bertiglia per l'approvazione e all'assessore Miletto che ha promesso finanziamenti per la macchinetta. D'altra parte il Maria Valabrcga ROMA. «Mai così in basso». L'Osservatore romano polemizza apertamente con il sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Carla Rocchi, senatrice Verde, che, in una intervista alla Stampa, si è dichiarata favorevole alla installazione di macchine distributrici di condom in tutte le scuole superiori. «Si è perduta ogni decenza - scrive il giornale vaticano -. Non è una domanda convenzionale chiedersi: "Dove va la scuola italiana?". C'è da chiederselo veramente, dal momento che c'è chi si arroga il potere di imporre smaccatamente i segni della bassezza morale ad una maggioranza che crede nella decenza, fa poco rumore e che per ora si affida ancora al buon senso di chi del mondo della scuola ha la immediata responsabilità». E' un richiamo al ruolo del ministro dell'Istruzione, Luigi Berlinguer? Ieri sera, il titolare di Viale Trastevere è stato ricevuto al Quirinale da Scalfaro, per un incontro a quattr'occhi. Non erano presenti nemmeno i più stretti collaboratori e c'è chi avanza l'ipotesi che oggetto del colloquio possa essere stato proprio il deli- Il liceo «Giordano Bruno» di Torino, al centro di un caso che arriva in Parlamento Ieri, il capogruppo dei deputati del Ccd-Cdu, Carlo Giovanardi, ha rivolto un'interpellanza al ministro: «Non mi risulta che nel programma elettorale dell'Ulivo fosse prevista questa proposta "pedagogica" - ironizza il parlamentare -. Ritengo grave che nel governo ci sia chi intende trasformare la scuola in uno strumento distorsivo della formazione». «La salute dei giovani è al primo posto - replica la sottosegretaria Rocchi -. Le malattie sono una realtà non superabile con la pretesa di negarle». E Giulio Calvisi, della sinistra giovanile pds, giudica le parole di Giovanardi «gravi, superficiali e viziate da una cultura oscurantista». Ma, sui profilattici all'interno dei locali scolastici, proprio da Bologna arrivano i primi «no». E' la posizione degli assessori provinciali Beatrice Draghetti e Donata Lonzi, oltre che dell'assessore comunale Paolo Ferratini. Franco Grillini (Arcigay) chiede, invece, di dare la parola ai giovani, attraverso un referendum. Proposta analoga a quella dei Verdi. Ribadiscono ancora il loro «no», infine, i genitori cattolici dell'Age: «Meglio una scuola che, al posto di attaccare distributori di condom nei bagni, persegua maturazione affettiva, formazione del carattere e autocontrollo dei giovani». [m.tor.] I PRECEDENTI strare i cinque docenti universitari ci sarebbero alcune intercettazioni. Dal rettorato nessun commento sullo scandalo. Il rettore, Diego Cuzzocrea, ha presieduto una riunione straordinaria del senato accademico prima di condannare quanto accaduto e di affermare che «si tratta di casi isolati»; «Spero che la magistratura accerti che ci sono state interferenze esterne all'università. D'altronde gli attentati dimostrano il contrario, cioè che i nostri docenti sono molto rigidi». Fabio Alban La preside del «Giordano Bruno», Maria Luisa Vighi Miletto, difende la scelta di installare un distributore di preservativi cato tema che divide scuola e forze politiche.

Luoghi citati: Bologna, Roma, Torino