Un coro a Mosca, zar Boris abdichi
Un coro a Mosca, zar Boris abdichi Un coro a Mosca, zar Boris abdichi Lebed: «Il Paese è ricoverato assieme a lui» del sangue e ci sarebbe il rischio - anche se non molto alto - di un'ostruzione del bypass. Il Cremlino comunque ci tiene a minimizzare l'improvviso ricovero del Presidente e a sottolineare che rimarrà lo stesso alla guida dello Stato. Al punto che il premier Viktor Cernomyrdin, che dovrebbe, secondo la Costituzione russa, sostituire il capo dello Stato in caso di necessità, è partito ieri per una settimana di «Eltsin è un problema secondario, la Russia sta cambiando silenziosamente nei suoi strati profondi e le forze in movimento sono così potenti da risultare più forti delle personalità e degli uomini»: mentre l'antica febbre dello zar malato per l'ennesima volta contagia Mosca, la voce di Iljia Levin, uno dei maggiori politologi del Paese, va controcorrente. Professor Levin, Herzen diceva che in Russia c'è soltanto una buccia di Europa, adesso che lo zar è malato non diventa drammaticamente attuale chiedersi quanto è spessa questa buccia? «Senza che la gente se ne accorga stiamo assistendo a un cambiamento radicale. Appena sei mesi fa i problemi di qualsiasi tipo erano posti con un aut aut: o noi o loro, o Eltsin 0 Ziuganov, o le riforme o la guerra civile. Oggi si discute di bilancio, si parla deUe imposte che non si riesce a riscuotere; della politica industriale, dei rapporti tra centro e periferia. Come si spiega? Per la prima volta nella storia di mille anni succede che 1 reali detentori del potere non vengono nominati dall'imperatore o dal Politburo ma eletti democraticamente. Come è successo ad esempio per i governatori. Si possono fare obiezioni, ma bisogna constatare che sono elezioni democratiche: con molti candidati, una lotta reale, non molto diverse da quelle che si svolgono in tutto il resto del mondo. Un quotidiano di Mosca pubblica ogni mese un elenco dei cento politici più influenti della Russia. Dopo tre anni si scopre che l'incidenza dei politicipolitici si riduce a un decimo, i restanti nove decimi sono, ancora una volta, rappresentanti di interessi reali, banche, imprese di Stato e non, manager, amministratori pubbblici e privati, militari, padroni di giornali. Ecco la conclusione: stiamo assistendo alla formazione, se non al consolidamento, di una classe politica. Evito qualsiasi giudizio di valore, se è buona o cattiva (forse più cattiva). Ma il fatto importante è che per la prima volta nasce una classe politica reale, che esiste al di la del rapporto tra potere e suddito che attraversa tutta la storia russa, dal '400 all'altro ieri». Resta comunque il problema dell'opacità del potere, la sindrome di Rasputin che continua a regolare i rapporti al Cremlino, un meccanismo di stampo tipicamente zarista e per certi aspetti staliniano. «La gente spesso mi chiede perché non parlo di Eltsin, della sua salute, vacanza nella regione di Mosca, come a dimostrare che non sta accadendo nulla di grave. Il portavoce presidenziale ha tranquillizzato i russi comunicando che il Paese è in buone mani e che ieri il Presidente e il premier - il primo in ospedale e l'altro in dacia - hanno discusso per ben 15 minuti al telefono «i problemi urgenti». Una maniera di governare abbastanza originale che ha subito inquietato l'opposizione che si è rimessa a denunciare la «reggenza» dell'odiato capo dell'amministrazione presidenziale Anatolij Chubais, che di fatto ha avuto il potere in mano nei quasi sei mesi della malattia e del recupero postoperatorio di Eltsin. La malattia del presisdente ha avuto ripercussioni anche sul mondo degli affari: ieri mattina la Borsa di Mosca ha subito un crollo. I più colpiti sono stati na¬ turalmente i settori dove sono attivi gli investitori stranieri. Della notizia del ricovero di Eltsin ha risentito anche il mercato delle «eurobbligazioni», i titoli di Stato con i quali la Russia sperava di raccogliere un miliardo di dollari all'estero. Comunque il parere dei commentatori russi ieri è stato praticamente unanime: il grande inganno del Cremlino è fallito, ormai è chiaro che il presidente El¬
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