«Fausto mi vuole in Italia» di Ugo Bertone

« « Fausto mi vuole in Italici » «Il neoliberismo è il nostro nemico comune» la negoziazione attuale col governo messicano, l'importanza che riveste per noi e per il popolo indigeno del Messico che il governo riconosca a livello costituzionale i suoi diritti, le sue necessità, e le sue diverse culture. Abbiamo analizzato le proposte del governo e anche i processi di integrazione economica mondiali che minacciano le nazioni tanto in Europa come in Anerica Latina, e hanno provocato il fuoco di resistenza. Resistenza che non è sufficiente, perché è necessario costruire una nuova speranza nel domani a livello mondiale, un nuovo cammino Studio per la Cisl: «La ge che sarà possibile solo in comune, guardando alle altre esperienze di alternativa ma non cercando di omogeneizzarle imponendo un solo punto di vista». Chi sono i vostri nemici reali nel Chiapas? «Sono i grandi proprietari terrieri, i cachiques, che hanno una struttura di produzione preistorica e usano il loro potere per tenore gli indigeni in condizioni di schiavitù, con la complicità dell'apparto statale e del Partito Rivoluzionario Istituzionale al governo. Ma il vero obiettivo del potere statuale e del neoliberismo e annientare le popolazioni nte non cerca il nuovo du indigene per appropriarsi delle loro terre che nel Chiapas sono ricche di petrolio e uranio». Negli ultimi tre anni come è cambiata concretamente la vita degli indigeni? «E' cambiato, a livello nazionale del Messico, il riconoscimento della loro esistenza. Era un settore sociale emarginato dal resto della popolazione e dallo stesso Stato messicano. La loro vita non è migliorata, da allora. Ma oggi è stato riconosciuto il loro passato, la loro storia e il loro diritto a vivere come esseri umani: prima del 1994, quando il movimento zapatista ha spinto le ri¬ ce ma un po' di autorità» chieste del movimento indigeno a livello nazionale, questo non era chiaro. E ora abbiamo una grande solidarietà internazionale e aiuti che ci vengono soprattutto dall'Europa». Siete per la pace o per la guerra? «Gli accordi del 1994 ci sono valsi anche il nostro riconoscimento come forza che si batte per i diritti politici degli indigeni, cosa che per noi è altrettanto importante della salute, dell'educazione, dell'alimentazione, che nella nuova fase della negoziazione stanno anche per risolversi». II premier Romano Prodi riera, di sinistra; Milano e dintorni, area di servizi orientata a destra. In generale, c'è una forte differenza tra Lombardo-Veneto e ex regno sabaudo. Ma attenzione: su certi temi le risposte divergono, il malessere istituzionale però si avverte ovunque con stessa intensità. Non basta sanare il debito pubblico o andare a Maastricht. La fiducia la si riconquista dando ima risposta a questa domanda di identità sociale». Ugo Bertone

Persone citate: Romano Prodi

Luoghi citati: Europa, Latina, Messico, Milano, Veneto