Venezia, acqua alta record
RAPPORTO DELL'ENEA RAPPORTO DELL'ENEA Venezia, acqua aita record Rinnovato il sistema di allerta ANNO record, il 1996, per l'acqua alta a Venezia: i 12 mesi dell'anno scorso sono stati archiviati dalla statistica come i più straordinari del secolo: 79 giorni con alte maree superiori a 80 centimetri - 6 giorni in più rispetto al ! 966, anno della storica alluvione, quando l'acqua salì sino a 194 centimetri - e una settimana, dal 18 al 24 novembre, con la città continuamente sott'acqua, con un minimo di 96 centimetri e un massimo di 134. Anche il '97 è iniziato con l'acqua alta. L'eccezionalità di questi eventi ha costretto studiosi e amministratori a rivedere le cause del fenomeno e le eventuali soluzioni. Per quanto riguarda il primo aspetto, l'elevata e inattesa frequenza dell'alta marea, che negli anni passati era sensibilmente inferiore, dipende in larga parte dalla presenza contemporanea di un forte vento di scirocco e dalla sessa, l'onda di ritorno dell'Adriatico che ha praticamente impedito l'abbassamento della marea, apportando inoltre un incremento di 40 centimetri. Sull'interpretazione del fenomeno nel suo complesso e sul lento ma costante sprofondamento della città lagunare, invece, le valutazioni sono più difficili e contraddittorie. Secondo un recente rapporto di ministero dell'Ambiente e Enea, i prelievi di acqua dolce del sottosuolo avrebbero già fatto sprofondare la città di 25 centimetri, con punte di 8 millimetri l'anno al Lido. Mentre le estrazioni di metano - previste in Alto Adriatico e ancora oggi ostacolate dagli ambientalisti - produrrebbero un ulteriore incremento del fenomeno di subsidenza pari a 2 centimetri l'anno. Anche l'effetto serra metterà a dura prova il fragile tessuto veneziano: tra 60 anni, con due gradi di temperatura in più, si prevede una crescita del livello del mare tra 15 e 20 centimetri. In ultimo, un ulteriore innalzamento medio del mare sembra essere indotto dall'intenso traffico petrolifero nella vicina Marghera, lungo il Canale dei Petroli. Per quanto riguarda le soluzioni, va a rilento l'ipotesi del Mose, il modello meccanico a paratoie mobili ideato per bloccare le maree al di fuori della Laguna, mentre maggiori consensi sembra trovare l'ipotesi di un riequilibrio naturale dell'ambiente lagunare, dalle bocche di porto alle valli da pesca. Sul piano della previsione del fenomeno, il Comune ha previsto l'impiego di boe oceanografiche, così da tenere sotto controllo, in tempo reale, le condizioni atmosferiche, che sono una variabile di difficile previsione e con forte influenza sul fenomeno dell'acqua alta. Inoltre, le antiquate sirene, che ancora oggi avvertono gli abitanti del centro storico dell'imminente acqua alta, verranno sostituite da un sistema più sofisticato, provvisto di una centralina telefonica con avviso diretto nelle case interessate dall'evento. L'unica soluzione concreta in difesa dell'acqua alta è il progetto - già approvato dalla commissione di salvaguardia - delle «Insule», che prevede l'innalzamento di pavimentazioni delle fondamenta e dei piani terra di 5 aree nevralgiche della città. Per questo complesso intervento sono stati stanziati 130 miliardi. A tutt'oggi, tuttavia, ai veneziani restano 4 chilometri di passerelle, gli stivali e, ancora una volta, le cifre: su 1855 famiglie che nel centro storico sono proprietarie di alloggi o locali al piano terreno, ben 903 sono direttamente colpite da una marea di 140 centimetri. Salvatore Russo
Persone citate: Salvatore Russo
Luoghi citati: Venezia
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