BERTINI, IL PIACERE DELLA MEMORIA

BERTINI, IL PIACERE DELLA MEMORIA BERTINI, IL PIACERE DELLA MEMORIA UN ANNO BREVE Valerio Bertini Feltrinelli pp. 268 L. 28.000 UANTE remote storie riaccalappia la memoria quando gli anni sono maturati verso il tramonto. I giorni dell'infanzia, in letteratura, hanno talora il peso di una testimonianza assoluta, proiettata verso l'archiviazione definitiva delie annate storiche, più ancora degli eventi d'amore e di lotta che spesso vacillano nella ripetitività dei dati di fatto. Chissà perché, ogni fanciullezza conserva intatta la sensazione d'essere stata la prima e l'unica di tutte le fanciullezze. Col paradosso talvolta, che leggendone a fasci le une non si discostino troppo - narrativamente dalle altre. Anche Valerio Bertini - il Libraio per eccellenza Valerio Bertini, primo a varare le librerie Feltrinelli in Italia - riapproda ai lidi letterari, e vi torna con un campo aperto di memorie, chissà quanto personali o legate comunque a un'epoca che gli fece da abito e che conserva intatto il sapore delle mele arraffate dall'albero. Il tempo UN ANNO BREVE Valerio Bertini Feltrinelli pp. 268 L. 28.000 delle mele di Bertini - o del suo undicenne protagonista Giovanni Torrini - va a ritroso fino al pieno fulgore mussoliniano, agli inizi degli Anni Trenta. Dapprima è Toscana, aperta e ludica, gravida di odori e densa di sapori, col vispo e minuto Giovanni che cazzeggia le sue giornate senza smog tra il cascinale dei nonni e la scuola, tra le passeggiate di caccia a fianco del mitico nonno Guelfo e le coccole giocose con la ruspante coetanea Sermide. Giovanni è figlio di un socialista espatriato in Francia; dopo quattro anni la madre, l'altera Matilde, torna a riprendere il ragazzo e lo allontana dalla spensieratezza, su verso le piogge e i fumi di Lione. E' subito un'altra vita, intrappolata in alloggetti tanfosi e privi di luce, con i servizi in comune sulle balconate, fra torme di oscuri emigrati d'ogni ceppo e la difficoltà di essere stranieri - «macaroni» - in una terra che comunque è una momentanea oasi di sicurezza. Alla dura scuola salesiana Giovanni - Jean Tonini si scontra con l'ostilità dei compagni e con la perfidia degli educatori che vedono di cattivo occhio povertà e origini estranee, alla faccia della carità cristiana. Giovanni, accorto autodidatta della vita, si barcamena tra amicizie deluse - col benestante Frangois - e successi scolastici strappati coi denti, fino a scegliere, dopo la licenza elementare, la temporanea occupazione di apprendista tipografo. Ù padre si rivela più un fallimento umano che un rivoluzionario in esilio, la madre e la sorella Lea sembrano aver deciso che la Francia sarà un punto d'arrivo definitivo, nonostante i disagi. Ma, nel giocoso assalto finale di Giovanni al rude amico basco Gaspard, i lettori già intuiscono una luce di riscatto. Breviario di memorie, sogno riacciuffato al laccio. Il romanzo di Bertini appartiene alla privilegiata categoria dei testi dell'anima, quelli che macerano dentro per tutta una vita e poi prendono il largo, lasciando intatta l'impronta del ricordo, i profumi, le voci, facendo del tempo un viatico per gli spiccioli del presente. Potremmo citare Bilenchi, Pratolini, Quarantotti Gambuti, etichettando il tutto per partito preso - com'è d'uso - per non trovarci spiazzati di fronte alla voce dei battitori liberi che cercano spazio tra la folla ormai troppo enfatizzata di giovani cannibali della letteratura. Affermiamo, semplicemente, che qualche brano di questo romanzo - soprattutto della prima parte in terra toscana - andrebbe letto ad alta voce per far capire come memoria e parole, in certi casi, diventano poesia della vita. Si può anche non dire nulla di nuovo ad ogni costo, ma il passato di ognuno di noi è un ricordo a sé stante, e sono solo le parole - quelle giuste - a ricrearlo al presente. Così ha fatto, con nostalgica eleganza, Bertini. Sergio Petit

Luoghi citati: Francia, Italia, Lione, Sermide, Toscana