Il boia colpisce tre volte di Franco Pantarelli
Il boia colpisce tre volte Il boia colpisce tre volte Notte di esecuzioni in Arkansas GIUSTIZIATI IN BLOCCO SNEW YORK I andavano sempre più assottigliando, ieri sera, le speranze dei tre condannati a morte dell'Arkansas di vedere le loro esecuzioni rinviate. Il triplo rito mortale (i «dead men» dovevano entrare tutti insieme nella cella speciale dove sarebbe stata iniettata una sostanza letale nelle vene delle loro braccia) era previsto alle 19 locali, quando in Italia sarebbero state le 2 del mattino, e soltanto un intervento all'ultimo momento della Corte Suprema, ormai considerato estremamente improbabile, avrebbe potuto fermare la mano del boia. «Voglio vederlo morire. Voglio vederlo supplicare per avere salva la vita come mia madre ha fatto con lui», ha detto Angela Cunningham, figlia di Barbara Smith, uccisa nel 1988 da uno dei tre, Kirt Wainwright, 30 anni, durante la rapina compiuta nel negozio in cui la donna era commessa. La storia di Wainwright non ha nulla a che vedere con quella degli altri due, Paul Ruiz di 49 anni e Earl Denton di 47, condannati per avere ucciso due poliziotti quando, nel 1977, scapparono da una prigione nel vicino Oklahoma. L'unico punto di incontro è dato dalla decisione di giustiziarli insieme, in quella che per l'Arkansas è una specie di tradizione. La richiesta di rinvio presentata dai loro avvocati è già stata respinta dalla Corte d'Appello dello Stato e da quella federale, che non hanno trovato sufficientemente congrua la ragione addotta - quella che ai loro clienti non ò stato concesso il tempo di preparare tutta la documentazione necessaria a presentare una richiesta di clemenza - e le speranze che la Corte Suprema potesse decidere di rovesciare quei due pronunciamenti ieri sera erano considerate molto remote. Oltre tutto, nei confronti di Ruiz e Denton la Corte Suprema era già intervenuta in anni lontani. Dopo che un tribunale dell'Arkansas li aveva condannati a morte nel 1978, il processo era stato annullato per il sospetto che l'eccessiva pubblicità attorno ad esso avesse in qualche modo intluenzato i giurati. Fu celebrato un altro processo, i nuovi giurati furono debitamente «istilliti» a non leggere i giornali e a non parlare con nessuno, neanche fra loro, delle deposizio¬ ni cui assistevano in aula, ma la sua conclusione fu la medesima. Ieri, sperando fino all'ultimo nel rinvio, fuori del penitenziario di Varner, dove l'esecuzione era prevista, c'era un piccolo gruppo di manifestanti deciso a rendere la propria testimonianza di minoranza sparuta, in un Paese in cui i sostenitori della pena capitale sono oltre il 75 per cento. L'Arkansas, quanto a numero di esecuzioni, non è ai livelli del Texas o della Florida, ma è specializzato nelle esecuzioni «plurime». Due anni fa in quello Stato avvenne la prima esecuzione tripla dopo il ripristino della pena di morte nel 1974, ma in passato ce ne sono state altre due: nel 1936 e nel 1939. In precedenza, sempre nell'Arkansas, c'erano state due esecuzioni, nel '26 e nel '30, in cui gli uomini giustiziati insieme erano stati addirittura quattro. Franco Pantarelli Ultima (remota) speranza: l'intervento della Corte Suprema
Persone citate: Angela Cunningham, Denton, Earl Denton, Paul Ruiz, Ruiz, Varner, Wainwright
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