Sacchi tuona contro i peccati del Milan
Sacchi tuona contro i peccati del Milan Sacchi tuona contro i peccati del Milan «Poca voglia di lavorare, manca la concentrazione» MILANO. Ambiente depresso, Sacchi è adirato e nervoso. La sconfitta con la Lazio, la seconda consecutiva dopo quella di San Siro con il Parma, ha lasciato un segno pesante nel clan milanista. E il tecnico non usa mezze parole per dare una frustata alla squadra. Non risparmia accuse, ed anzi elenca i peccati capitali: «Bisogna avere voglia di riscattarsi. Invece manca la volontà di lavorare e di rimboccarsi le maniche con umiltà, pensando che c'è una professione da onorare. Non è un fatto fisico, ma una questione di cervello. Una squadra che ha perso quasi il 50 per cento delle partite deve avere una determinazione straordinaria per cambiare andazzo, altrimenti il futuro resta molto nebuloso. Tante sconfitte significano che i problemi non sono soltanto tecnici». Sacchi è pronto ad assumersi le proprie responsabilità, ma pretende che anche gli altri facciano lo stesso: «Le colpe sono di tutti, anch'io ho le mie, ma ciascuno riconosca le proprie. Alcuni giocatori ne hanno pochissime perché si impegnano in modo encomiabile, altri ne hanno moltissime. Bisogna essere professionisti veri, il calcio è fatto per gente seria e concentrata sul lavoro». Un'accusa grave che Sacchi non sviluppa per non fare nomi. Ma è facile pensare ai titolari che dall'inizio della stagione non si impegnano al massi¬ mo: da Panucci a Savicevic, da Reiziger a Simone, da Davids a Dugarry. Poi attacca anche l'ambiente: «C'è troppa tranquillità, qui serve tutto tranne la tranquillità: io voglio furore, intensità e una voglia di vittorie superiore a quella degli avversari». E spezza una lancia in favore di Tabarez: «E' un ottimo allenatore che si è trovato in una situazione difficile da gestire. Lui è il meno responsabile». La ricetta di Sacchi per uscire dalla crisi è pronta: «Ci vuole una sterzata di 360 gradi, tanta umiltà e tanta voglia per ritrovare la personalità che ha contraddistinto il Milan nel passato». E c'è perfino la minaccia per quelli che continueranno a non impegnarsi, come esige lui: «Chi sbaglia le entrate sposando la cultura dell'alibi o scaricando le colpe sugli altri uscirà di squadra». Questo per cominciare. Poi, a fine stagione, ci sarà l'epurazione. Subito dopo lo sfogo, il Milan ha ripreso ad allenarsi sotto lo sguardo del et danese Johansson, venuto apposta a Milanello per studiare i «sistemi» dell'Arrigo. A parte hanno lavorato gli infortunati Maldini e Weah. Boban, reduce dall'influenza, si è esercitato in palestra. E Vierchowod è fermo per un lieve stiramento ai gemelli della gamba destra: riposo per tre giorni. Nino Sorniani
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