Juve, reagire a colpi di tridente di Fabio Vergnano

Il tecnico insiste sulle provocazioni del Parma ma ammette un calo generale y Il tecnico insiste sulle provocazioni del Parma ma ammette un calo generale y Juve, reagire a colpi di tridente Lippi affronta l'emergenza cambiando modulo TORINO. Dopo una giornata dedicata al silenzio e alla meditazione, Lippi torna sulla rissa di Parma. Parte dall'ironia: «Dopo nove turni abbiano perso una partita. Non è quello che desideravano tutti?». Passa subito a un verdetto di piena assoluzione per Peruzzi: «Ha preso un gol particolare, ma non deve chiedere scusa. E' un grande campione, non ha nulla da farsi perdonare». Approda infine agli eccessi di domenica. E spiega senza giri di parole cosa l'ha fatto arrabbiare: «Ho visto Dino Baggio felicitarsi con Crippa con la mano, dandogli un "cinque", dopo l'espulsione di Torricelli: manco avesse fatto gol. Come se avessero ottenuto ciò che volevano. Ci hanno provocati, noi abbiamo abboccato. Ecco l'errore più grave». Benarrivo ha accusato la Juve di non saper perdere, Buffon ha sottolineato che se c'è stata provocazione i bianconeri sono stati degli asini ad abboccare. Ma ieri il portiere si è scusato («Ho esagerato, anzi ho proprio sbagliato»). Per Lippi è la conferma di quanto sospettava: «Sono parole che si commentano da sole e ci danno ragione. Ormai è chiaro che c'era la volontà di incanalare subito la partita su certi binari. In genere dopo una sconfitta vado dagli avversari per complimentarmi. Questa volta non l'ho fatto e capirete il perché. Ai miei giocatori ho detto di portare a casa anche questa e di ripartire subito». Ma al di là di tutto la Juve ha confermato di avere nervi fragili. Zidane è il sesto espulso dall'inizio del campionato. Va bene la provocazione, ma ci sono atteggiamenti che non possono essere condivisi. La reazione di Zizou è stata clamorosa, soltanto Ceccarini non si è accorto di nulla. Il francese nega di aver tentato di colpire Chiesa in risposta a una precedente provocazione, ma la sua spiegazione non convince del tutto. Intanto è distrutto: «Ero nervoso, sentivo molto l'importanza della partita. Ora spero che mi diano soltanto due giornate di squalifica. La colpa è tutta mia, non ho attenuanti. Mi sono stupito quando l'arbitro ha espulso soltanto Chiesa. Anche i miei genitori sono rimasti senza parole di fronte a quello che ho fatto». Ma la rissa di Parma non può far passare in secondo piano il malessere della Juve. Stanchezza fisica, stanchezza psicologica, sta di fatto che i bianconeri stanno attraversando un periodo delicato. Domenica hanno avuto 88' per raddrizzare la partita, senza approdare a nulla di concreto. Dopo Tokyo, sulla spinta della grande carica morale che la vittoria mondiale aveva dato, la Juventus ha proseguito «in folle» battendo Bologna, Udinese e Sampdoria. I primi segnali di cedimento sono arrivati con la vittoria-brivido contro il Verona. Poi il pareggio di Piacenza e infine la sconfitta di Parma. E l'immediato futuro non promette nulla di buono. Domenica mancheranno Torricelli e Zidane per squalifica e non ci sarà neppure Monterò impegnato con la Nazionale. Contro un'Atalanta in pieno rilancio, Lippi dovrà cambiare la difesa (anche Dimas è in fase calante e rischia il posto) e medita di tornare al tridente, abbandonato dopo l'infortunio di Conte. Sarà un esame importante in vista della Supercoppa (andata mercoledì prossimo a Parigi), perché ci sono giocatori che mostrano la corda: anche Boksic e Del Piero attraversano un periodo di forma scadente. Il Marcello non nega le difficoltà del momento: «Nelle ultime tre partite non ho visto una Juve eccezionale, ma soltanto normale. Abbiamo vinto tanto prima, ci sta che non si giochi sempre al massimo. E' vero, non siamo più brillanti come un mese fa, ma si lavora anche per questo. Di sicuro non mi preoccupa dovere giocare domenica senza tre titolari. Conosco la qualità di tutti i miei giocatori, vado avanti serenamente. Del resto nessuno in questo momento è in grado di chiudere il campionato». Fabio Vergnano y Lippi (in alto) e Sacchi

Luoghi citati: Bologna, Parigi, Parma, Piacenza, Tokyo, Torino, Udinese