Anthony Quinn sindaco in tv «L'ho promesso a Eduardo»
Anthony Quinn sindaco in tv «I/ho promesso a Eduardo» Dopo un'anteprima a Napoli, il film tv andrà in onda su Raiuno Anthony Quinn sindaco in tv «I/ho promesso a Eduardo» ROMA. Si apre con una anteprima a Napoli, la sera del 9 gennaio, la vita cinematografica de «Il sindaco», tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo «Il sindaco del rione Sanità» e destinato poi ad andare in onda sulla prima rete della Rai che l'ha prodotto con l'Istituto Luce e la Duea dei fratelli Avati. Protagonista del film è Anthony Quinn, ottantun anni, tredici figli e trecento film, messicano di nascita ma americano di nazionalità, scrittore, pittore e scultore molto stimato e molto pagato, una sorta di forza della natura al momento all'opera su una biografia di Tolstoj girata in Ungheria, ha inseguito per trent'anni l'idea di portare sullo schermo questo controverso capocamorra creato da De Filippo, nella convinzione che in tutti i paesi del mondo c'è sempre un «Don» capace di imporre la sua volontà, far da paciere nelle liti, e nel bene e male dominare la vita della gente. Anthony Quinn, questo suo «Sindaco», lo doveva a Eduardo De Filippo: glielo aveva promesso durante gli anni in cui avevano abitato tutti e due ai Castelli romani, diventando amici e facendosi compagnia, anche se allora, per impegni reciproci e difficoltà produttive, il progetto di farlo insieme, uno come regista e l'altro come protagonista, non era stato possibile portarlo a compimento. Accantonato e rinviato a lungo, è diventato un film solo quando Lodovico Alessandrini di Raiuno lo ha proposto ad Antonio Avati, il fratello di Pupi, perché ne curasse la realizzazione. Gli Avati, che hanno anche una casa negli Stati Uniti, hanno girato già alcuni film nello Iowa, vicino Chicago: la trasposizione della vicenda dal popolare quartiere di Napoli alla periferia di una metropoli americana per loro era più semplice che per altri. Diretto da Ugo Fabrizio Giordani, giovane regista amico della famiglia Quinn, sceneggiato da James Carrington per dare più «aria» al testo teatrale arricchendo le storie dei personaggi comprimari di cui nella commedia si sapeva invece assai poco, è interpretato da un folto gruppo di attori italiani che hanno dovuto recitare in quell'italo americano da «Broccolino», tipico della comunità dei nostri emigranti, sul finire degli Anni Cinquanta. Tra loro: Raoul Bova è un giovane in lite col padre per questione di soldi, Maria Grazia Cucinotta è la sua donna incinta e senza una lira, Franco Citti è il padre ingeneroso e violento, Anna Bonaiuto è la giovane moglie di Anthony Quinn, Romina Mondello la loro figlia, Lino Troisi, l'amico medico della delinquenza organizzata. L'unica figura aggiunta di sana pianta al testo è quella di un banchiere, padre del fidanzatine della figlia di Anthony Quinn-don Antonio Barracano: proprio su ordine di don Antonio il banchiere verrà derubato di alcune foto in cui lo si vede a letto con l'amante, per estorcergli il consenso a quelle nozze che avversava. L'episodio, raccontano i realizzatori, sarebbe stato suggerito da Eduardo stesso che, una volta, a Napoli, fu incaricato da un produttore cui era stata rubata una valigia, di far da mediatore con la camorra nel tentativo di farsela restituire. «A prenderla sono stati i sicibani», avrebbe detto mettendo la valigia nelle mani di De Filippo il camorrista, per scusarsi col prender le distanze dal ladro, per la mancanza di rispetto. La stessa battuta che è stata poi utilizzata nel film. [si. ro.] ■ Prodotto dagli Avati e girato in America nel cast Raoul Bova, Maria Grazia Cucinotta, Franco Citti e Anna Bonaiuto Anthony Quinn è il protagonista de «Il sindaco», tratto da Eduardo: ■ Con De Filippo abitavamo entrambi ai Castelli romani»
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