Abbado: sorprese intorno al Tricolore di Giorgio Pestelli

Abbado: sorprese intorno al Tricolore Il concerto di Reggio Emilia, trasmesso da Raiuno, diviso in due blocchi Abbado: sorprese intorno al Tricolore Così la cultura si è coniugata al divertimento REGGIO EMILIA. Trionfale serata al Teatro Valli (su Raiuno alle 18 e alle 23,15, ne parliamo anche in altra pagina), a chiusura della giornata celebrativa per il bicentenario del tricolore: cucito qui per la prima volta, a Reggio Emilia nel 1797, come vessillo della Repubblica Cispadana prima di diventare bandiera italiana; e Claudio Abbado, a sua volta, ha cucito assieme, oltre a un bellissimo programma, una nuova «Orchestra del Bicentenario», formata dalla «Gustav Mahler Jugendorchester» con l'aggiunta di elementi provenienti da quasi tutte le orchestre italiane oggi in azione, il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, musicisti di vari gruppi cameristici, voci gloriose come Mirella Freni, Maria Husmann, Andrea Bocelli, Bryn Terfel, Paola Munari e il nome in costante ascesa del giovane pianista Gianluca Cascioli: una bella conferma del potere coesivo della musica, una prova di fiducia nella continuità fra tradizione e concordia futura. E' sempre curioso infatti il terrore di apparire retorico che s'impadronisce dell'italiano attuale ogni volta che si tratti di patria e simboli patriottici, come inni nazionali, bandiere ecc.; si temono i formalismi, i riti, come fossero elementi disgregativi; lo stesso Abbado, in dichiarazioni apparse qua e là, ha tenuto a sottolineare che il programma vole¬ va tenersi il più lontano possibile dalla retorica; e perché mai? In una nazione in cui 0 gonfiare le gote ha ancora tanta parte, dalla politica all'arte, chissà perché nelle poche occasioni in cui ci vuole bisogna vergognarsi della retorica. Per buona sorte, la musica consente di sottoscrivere in modo inequivoco a favore dell'amor di patria e di altri valori senza dover pronunciare parole che facciano arrossire alcuni timorosi: e il programma era già un piccolo capolavoro per come sapeva esprimere, in pienezza spirituale, la fede e l'entusiasmo della cosa simboleggiata passando attraverso epoche e stili diversi. Splendido inizio con la sinfonia del Guglielmo Teli di Rossini, il cui travolgente finale è stato ripetuto alla fine mentre piovevano i garofani; ma Abbado, anche nell'alta marea del massimo entusiasmo non trascura la più consumata finezza: bastava sentire l'ultrapianissimo del triangolo nell'episodio pastorale. Quindi due frammenti, forse i più significativi, dal «Canto sospeso» di Luigi Nono: la sua composizione (su lettere di condannati a morte della Resistenza europea) che più è riuscita a sciogliere la corazza di diffidenza verso la musica contemporanea. E' seguita la Fantasia op. 80 di Beethoven, opera a suo modo squisitamente patriottica, dove però la patria è il cosmo intero cantato da mi cittadino del mondo; il diciottenne Gianluca Cascioli ha suonato la parte pianistica con straordinaria penetrazione, con impeto, tenerezza e senso della prospettiva: da ricordare la luminosità dei suoi trilli, mentre 0 coro cantava «tenebre e tempeste divengono luce». Tutta per Verdi la seconda parte, aperta da Abbado con la vibrante sinfonia dai «Vespri siciliani»; poi Bocelli ha cantato con voce commossa un'aria dal «Macbeth», la Freni, grandissima come sempre, «Ritorna vincitor» dall'Aida, mentre Bryn Terfel ha scolpito un gigantesco «Credo» dall'Otello; infine Abbado ha guidato il coro di Santa Cecilia istruito da Norbert Balatsch nel Te Deum dai Pezzi Sacri, imprimendovi il suo grande stile di emozionante interiorità: lo stesso trasfuso in un memorabile «Va pensiero» fuori programma. In definitiva, la serata «patriottica» è risultata avvincente anche per un altro motivo secondario: per la varietà, nello spirito di una solenne «accademia», d'interventi sinfonici, vocali, solistici, di pezzi antichi e moderni assieme combinati: esatto opposto del programma monoblocco oggi di moda; mentre con una intelligente varietà si può ancora coniugare la sorpresa culturale con il divertimento e la festa. Giorgio Pestelli

Luoghi citati: Raiuno, Reggio Emilia