Frigorifero rotto? Chiamate Einstein di Fabio Galvano

Frigorifero rotto? Chiamate Einstein Negli Anni 20 brevettò un congelatore: la scoperta negli archivi dell'Electrolux Frigorifero rotto? Chiamate Einstein Un congegno inventato con Szilard, futuro padre dell'atomica LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Chiamare il tecnico, per il frigo rotto? Non ce n'era bisogno, in casa Einstein. Perché il celebre fisico aveva sì enunciato la teoria della relatività, ma non era alieno da cose più terrene: come inventare frigoriferi. Riaffiorano i brevetti registrati negli Anni Venti, con le loro curiose appendici: la lettera, per esempio, con cui uno sbalordito impiegato dell'ufficio brevetti americano domandava se quell'Albert Einstein fosse «davvero lo stesso che propone la teoria della relatività». Quello che l'impiegato non domandava era un ragguaglio sull'altro titolare del brevetto, Leo Szilard. Soltanto dopo qualche anno l'emigrato ungherese, ebreo e quindi costretto a fuggire dalla Germania, sarebbe diventato uno dei «padri» - qualcuno anzi dice «il» padre - della bomba atomica, stretto collaboratore prima di Fermi e poi del «Progetto Manhattan». A scovare i documenti è stato Gene Dannen, studioso dell'Oregon che ha dedicato 15 anni a quello che chiama «il fenomeno Szilard»: i mille capitoli di un'attività poliedrica, che nella biblioteca dell'Università della California occupano 14 metri di scaffali. Non è facile pensare un gigante come Einstein alle prese con serpentine e compressori. Ma nei suoi archivi di Stoccolma una delle più note industrie europee di elettro- domestici - la Electrolux - conserva ancora i documenti originali di due brevetti comperati da Einstein e Szilard. I due si erano conosciuti a Berlino nel 1920, quando Einstein aveva 41 anni ed era già noto in tutto il mondo, mentre Szilard era soltanto uno studente. Einstein, spiega Dannen in un articolo pubblicato dalla rivista Scientific American, aveva letto di una famiglia uccisa per una fuga di gas velenosi da un frigorifero. Il raffreddamento, a quei tempi, si faceva con ammoniaca o anidride solforosa. «Ci devono essere siste- mi migliori», ragionò lo scienziato. E si mise al lavoro, alla ricerca di un frigorifero «senza parti mobili». Alla fine fu Szilard a completare la ricerca; ma Einstein, il cui primo impiego era stato proprio all'ufficio brevetti, contribuì persino alla copiatura finale. La Electrolux acquistò due brevetti: uno, rivelano i documenti, per 750 dollari (oggi, 15 milioni di lire). Un altro, per un piccolo refrigeratore a immersione presentato alla Fiera di Lipsia del 1928, fu acquistato dalla tedesca Aeg. Ma un quarto brevetto, per una pompa elettromagnetica usata per comprimere il liquido refrigerante, si sarebbe rivelato il più riuscito. Chissà, senza Hitler, Einstein e Szilard sarebbero diventati forse i maglii del gelo. Dannen è andato a ripescare il verbale di un interrogatorio ad Einstein fatto dall'Fbi nel 1940, quando stava coagulandosi l'equipe per l'atomica americana. Szilard, uno di quei geni che aveva avuto parte in alcune fra le grandi scoperte e invenzioni del secolo l'acceleratore lineare, il ciclotrone, il microscopio elettronico, la reazione nucleare a catena - doveva essere «passato al setaccio». Così Einstem, nell'interrogatorio, ricorda gli anni di Berlino, la fuga di Szilard nel '33, il passaggio in Inghilterra, il riparo negli Usa. «Per anni - dichiara - l'ho visto ogni giorno». E ricorda la loro collaborazione alla «costruzione di una piccola macchina di raffreddamento simile ai comuni frigoriferi». Probabilmente, aggiunge, Szilard riceve ancora royalties, anche se non dalla Germania. «E' impegnato alla Columbia University in alcuni esperimenti sull'uranio a scopi militari», spiega Einstein: «Con un italiano che si chiama Fermi, uomo di assoluta fiducia». Ma anche Szilard gli risulta «onesto, affidabile, degno di fiducia». «Lo raccomanderei senza riserve al governo degli Stati Uniti, assumendo ogni responsabilità per la sua condotta». Fabio Galvano Albert Einstein