La Germania vede grigio

La Germania vede grigio La Germania vede grigio Previsti 4,5 milioni di disoccupati BONN. Quattro milioni e 600 mila disoccupati in febbraio, secondo le stime della confederazione sindacale Dgb. Quattro milioni e mezzo alla fine dell'anno, secondo l'autorevole istituto Diw di Berlino, che ha reso note ieri le previsioni economiche per l'anno appena cominciato. Anche nel '97 la grande emergenza tedesca si chiamerà lavoro: con la prospettiva che niente riuscirà a cambiare in meglio entro il Duemila. Per smuovere il mercato del lavoro non basterà la crescita del 2% prevista per quest'anno dall'istituto berlinese, secondo il quale è in atto la «ripresa più debole del dopoguerra». Neanche se si compisse un nuovo miracolo economico, avvertono gli esperti del Diw, la Germania riuscirebbe a dimezzare il numero di disoccupati entro il 2000, come il Cancelliere Kohl aveva pro¬ messo Una crescita del 2%, del resto, rappresenta una delusione rispetto alla prognosi governativa del 2,5. Anche quest'anno, dunque, il movimento dell'economia tedesca sarà «tentennante»: particolarmente all'Est la situazione sarà difficile, con una quota di disoccupazione del 16,4% (contro una media nazionale compresa fra il 10 e 1' 11 ), e una crescita di appena l'l%. Un risultato tanto più grave, quest'ultimo, se si considera che soltanto due anni fa la crescita nelle regioni della ex Ddr sfiorava il 10%. Ma un risultato che, nell'insieme, getta nuove ombre anche sulla partecipazione tedesca all'Unione monetaria, il 1° gennaio 1999: anche a causa delle sovvenzioni di disoccupazione, secondo le previsioni del Diw, il rapporto deficit-pil sfiorerà di nuovo il 3,5%, sfondando la soglia consentita dai trattati di Maastricht. In proposito, l'istituto suggerisce una interpretazione «tollerante» di un criterio che nessuno, fra i Quindici, riuscirà probabil¬ mente a rispettare tranne il Lussemburgo. In questo modo, suggerisce il Diw, l'avvio dell'Unione monetaria non sarebbe compromesso (senza Germania e Francia non ci sarebbe nessuna Unione) e all'Urne potrebbe anzi aderire un numero «relativamente grande» di Paesi. E l'Italia? L'istituto non entra in dettagli. Ma numerosi autorevoli commenti, in questi giorni di allarme per i nostri conti pubblici, sono preoccupati. «Con tutta la comprensione per le prospettive italiane, i partner dovrebbero mostrare fermezza sulle regole, e in nessun caso consentire furberie», notava ieri un editoriale della Frankfurter Allgemeine Zeitung. «Altrimenti non si potrebbe escludere che l'Italia riesca, magari, ad entrare nell'Unione monetaria e a garantirsene i vantaggi, ma che un futuro governo voglia di nuovo negoziare quali regole, e in quale misura, bisognerebbe rispettare». Emanuele Novazio li cancelliere tedesco Helmut Kohl

Persone citate: Emanuele Novazio, Helmut Kohl

Luoghi citati: Berlino, Bonn, Ddr, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo