L'Antitrust indaga su Telecom Italia
Albacom: «Ha violato la concorrenza» Albacom: «Ha violato la concorrenza» L'Antitrust indaga su Telecom Italia ROMA. L'Antitrust (l'autorità garante per la concorrenza e il mercato) ha avviato un'istruttoria nei confronti di Telecom Italia su denuncia di Albacom. Quest'ultima, controllata da British Telecom e Bnl, ha infatti presentato ricorso all'autorità garante sostenendo che Telecom «sfruttando la sua posizione di monopolista legale nel mercato delle reti affittate (circuiti diretti) avrebbe ostacolato l'accesso di nuovi operatori ai mercati dei servizi di telecomunicazioni liberalizzati (telefonia per gruppi chiusi di utenti, trasmissione dati, servizi a valore aggiunto)». I circuiti diretti numerici (detti anche circuiti dedicati o linee affittate) sono linee della rete pubblica di tic che permettono il collegamento diretto e dedicato (evitando le procedure di commutazione) tra punti terminali della rete. Vengono affittati dalle società che forniscono servizi di telecomunicazioni liberalizzati per collegare i nodi della propria rete tra loro e per connettere a questi nodi le sedi dei clienti ai quali vengono offerti quegli stessi servizi. Per questo - ricorda l'Antitrust la normativa comunitaria, recepita in Italia con decreto legge 289/94, ha disposto che il gestore pubblico non possa rifiutare, salvo che per impossibilità tecnica, di fornire circuiti diretti a tutti gli operatori che ne facciano richiesta per loro uso interno o per la fornitura dei servizi liberalizzati. «In questo quadro Telecom avrebbe rifiutato - si legge in un comunicato - in particolare di fornire ai suoi concorrenti circuiti diretti numerici urbani aventi determinate velocità (comprese tra 64 kbps e 2 mbps e superiori a 2 mbps) che invece sembrerebbero essere impiegati dalla stessa Telecom per la propria offerta di servizi. L'utilizzo da pane nel gestore pubblico dei circuiti diretti a determinate velocità esclusivamente per la fornitura dei propri servizi potrebbe avere l'effetto di pregiudicare l'attività delle altre imprese che forniscono i servizi di telecomunicazione liberalizzati e che possono utilizzare solo una ristretta gamma di velocità trasmissive». Inoltre Telecom Italia «sembrerebbe praticare - continua il comunicato -, per l'affitto dei circuiti diretti, tariffe notevolmente più elevate di quelle praticate nei principali Paesi europei, senza che questa differenza sia giustificata da condizioni di costo né da un sistema di contabilità trasparente. «Ciò avrebbe l'effetto di ostacolare - aflernia l'Antitrust - l'offerta di nuovi servizi di tic da parte di operatori concorrenti del gestore pubblico. In questo contesto deve inquadrarsi la pratica, denunciata da Albacom, secondo la quale Telecom, nel caso di abbinamento della fornitura di circuiti con la fornitura di servizi liberalizzati, affitterebbe ai propri clienti finali circuiti diretti a prezzi inferiori a quelli praticati dai concorrenti, con l'effetto di pregiudicare l'attività degli stessi concorrenti nei servizi di tic liberalizzati».
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