Ma l'Italia si divide
Ma l'Italia si divide FAMIGLIE E DOCENTI Ma l'Italia si divide «La scuola non è un dispensario» IVIDE i genitori l'idea torinese d'installare distributori di profilattici a scuola. E anche l'Associazione nazionale preside storce il naso: «Mi sembra la peggiore conclusione di im corso di educazione alla salute - commenta Rosario Drago, capo istituto a Bassano del Grappa, esperto giuridico del soldalizio dei dirigenti scolastici italiani e convinto sostenitore della piena autonomia scolastica -. Così, si trasforma la scuola in un dispensario; ma la sua funzione non è questa. Bisogna fare prevenzione autentica, non semplice prevenzione meccanica. Serve solo a risolvere qualche problema di coscienza; anche da parte delle famiglie. Dove sono le Usi? Che cosa fanno i servizi di prevenzione del sistema sanitario nazionale, i consultori?». E' pollice verso anche da parte di Luciano Sgobino, past-president dell'Age, l'Associazione genitori di ispirazione cattolica. «La cosa non mi lascia nemmeno meravigliato. E' diventato quasi un costume, oggi, assecondare quello che è di moda. Ma il sì al preservativo è solo un alibi, non risolve i problemi. Famiglia e scuola debbono educare i giovani ad impara- re a far le cose a tempo debito. Lasciarli liberi di fare quello che vogliono, non è nè educativo, nè valido. Quella di Torino mi sembra una fuga in avanti; un non assumere le proprie responsabilità da parte degli adulti». Di diverso avviso, ma cori alcune riserve, il parere di Luisa Quaranta, del Coordinamento genitori democratici, Cgd, organizzazione laica e di sinistra delle famiglie: «Se l'installazione di una questa macchinetta può servire a preservare la salute e a garantire dal rischio di gravidanze indesiderate, fino alle conseguenze estreme come l'abbandono dei neonati, mi pare una cosa buona, un tentativo per evitare guai peggiori. Ma, da sola, l'iniziativa non mi pare sufficiente. L'intervento educativo della scuola deve continuare; e, soprattutto, non deve sparire quello dei genitori. Bisogna l'are di tutto per aiutare i ragazzi a diventare adulti responsabili. Mi dicono che l'idea è nata dopo un corso di educazione alla salute; dobbiamo presupporre che gli studenti abbiano strumenti per decidere l'uso di questa macchina. All'interno di un progetto educativo non vedo che cosa ci sia da scandalizzarsi... Ma, insisto: scuola e famiglia hanno il dovere di continuare ad aiutare i ragazzi a vivere la sessualità nella maniera più sicura e serena possibile». D'accordo, invece, Claudio Lolli, cantautore bolognese (ricordate «Zingari felici?»), oggi professore di italiano e latino al liceo scientifico di Casalecchio di Reno: «Il mio parere è positivo - dice -: mi pare una scelta collettiva di responsabilità. Sono problemi di tutti e vaimi affrontati insieme. La scuola è una collettività importante, non può chiamarsi fuori da questi temi. Perché le famiglie, spesso, restano assenti. Parlo anche di quelle cosiddetto "aperte", di sinistra. A volti;, perseverano i rapporti protettivi, paternalistici. Ben venga, dunque, la capacità di autodecisione da parto dei giovani, maturando». [r. hit.] Solo il prof, cantautore Lolli non ha riserve: «Scelta responsabile» Il cantautore Claudio Lolli
Persone citate: Claudio Lolli, Lolli, Luciano Sgobino, Rosario Drago
Luoghi citati: Casalecchio Di Reno, Italia, Torino
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