Streisand-Clinton, guerra per l'alcova di Franco Pantarelli

E Barbra diserterà 1 «inauguration» se non potrà dormire col suo compagno alla Casa Bianca E Barbra diserterà 1 «inauguration» se non potrà dormire col suo compagno alla Casa Bianca Streisand-Clinton, guerra per l'alcova II Presidente non la ospita: è nubile NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Stavolta si è proprio arrabbiata, Barbra Streisand, e minaccia di non cantare alla grande «inaugurazione» di lunedì 20, quando Bill Clinton comincerà ufficialmente il suo secondo mandato giurando ancora una volta di rispettare la Costituzione degli Stati Uniti. Sono previsti grandi festeggiamenti, con «numeri» di gente di nome, ma quello di Barbra, che quattro anni fa fu la stella numero uno (tanto che le solite malelingue cominciarono a parlare di uno speciale «feeling» fra lei il Presidente appena eletto), se il braccio di ferro ingaggiato con la Casa Bianca non si risolverà a suo favore, dovrà essere cancellato. Perché? Che cosa ha rotto il sodalizio fra lei e Bill Clinton? In sintesi: un problema di alloggio. Barbra, durante il suo soggiorno a Washington, vuole dormire alla Casa Bianca. In fondo, deve essere stato il suo ragionamento, negli ultimi quattro anni le stanze del più importante edificio del mondo sono state aperte a un sacco di gente. Chiunque si fosse adoperato per la rielezione di Clinton, sia diffondendo il suo credo, sia (più spesso) versando soldi nel fondo della sua campagna elettorale, acquisiva il diritto di dormire nel letto che fu di Abramo Lincoln o in qualche altro letto eccellente. Barbra, dopo tutto quello che ha fatto per propagandare la causa democratica a Hollywood, ritiene di avere acquisito quel diritto. Niente da fare, le è stato risposto. E' vero che la pratica di pagare per dormire in quei letti (o per farvi cosacce, o per vedere se davvero, come si dice, sono popolati dai fantasmi dei loro illustri occupanti di un tempo) ha trasformato la Casa Bianca in una specie di albergo di superlusso; ma certi limiti morali devono comunque essere rispettati. La regola è che per dormire insieme in quei letti bisogna essere regolarmente sposati. E siccome Barbra non lo è, delle due l'una: o lascia che il suo fidanzato James Brolin vada a dormire in qualche albergo di Washington (magari il Willard, che è proprio a due passi: potrebbero anche fare colazione insieme, visto che la regola scompare con lo spuntare del sole), o rinuncia a dormire alla Casa Bianca. Niente letto, niente «performance» all'inaugurazione presidenziale, è stata la risposta di Barbra, e adesso tutti si chiedono se i dodici giorni che mancano alla grande festa saranno sufficienti per i «negoziati» necessari a cercare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. Naturalmente, come sempre succede in questi casi, due partiti si sono subito formati. Quello del «Presidente, tenga duro» sostiene che il prestigio della Casa Bianca non può e non deve essere messo in secondo piano di fronte alle bizze di una diva (mentre evidentemente di fronte ai soldi sì); quello del «Ma sì, lasciamole portare il fidanzato» ritiene che in fondo siamo negli Anni Novanta e nessuno chiede più il certificato di matrimonio a due che vogliono dormire insieme. Per un partito di centro non sembra esserci margine possibile. Se comunque la grande festa sarà costretta a fare a meno di «Funny Girl», non per questo sarà meno imponente e ricca di «attrazioni». Fra quelli che hanno aderito senza creare problemi di alloggio ci i sono Aretha Franklin, Steve Wonder, l'intera compagnia di «Chicago», il musical che sta furoreggiando a Broadway, il violoncellista Yo-Yo Ma, il ballerino Mikhail Barishnikov e tanti altri. Una cosa ancora non chiara (anch'essa forse oggetto di trattativa) è se Bill Clinton si metterà anche lui nel cast, come fece l'altra volta, armato del suo adorato sassofono. Franco Pantarelli Alla festa del primo mandato l'attrice fu la star, la sua assenza sarebbe un grave colpo Ma la regola vuole che al letto che fu di Lincoln abbiano diritto soltanto le coppie regolarmente sposate Barbra Streisand e Bill Clinton Un sodalizio sull'orlo della rottura

Luoghi citati: Hollywood, Lincoln, New York, Stati Uniti, Washington