Il «pacchetto Flick» all'esame del pds

Il «pacchetto Flick» all'esame del pds Oggi la direzione. Sui pentiti la Quercia proporrà una legge per aiutare i parenti delle vittime Il «pacchetto Flick» all'esame del pds Arlacchi: basta con le divisioni inteme sulla giustizia ROMA. Il sonatore Pino Arlacchi, che si porta addosso l'etichetta di capo-cordata «giustizialista» nel pds - «ma è una sciocchezza», ribatte lui - annuncia senza enfasi ma con decisione le richieste che farà stamane nella sala della direzione a Botteghe Oscure. «Chiederò di farla finita - dice - con questa divisione tra garantisti e giustizialisti. E' un'invenzione della destra peggiore, che a i'orza di essere ripetuta s'è insinuata anche al nostro interno». Non vorrà dire che lei e Pellegrino, o Salvi, la pensiate alla stessa maniera, per esempio sul ruolo e le responsabilità dei pubblici ministeri. «E' Pellegrino - risponde Arlacchi - che non la pensa come la grande maggioranza del partito, e che si discosta dai disegni di legge presentati dalla Sinistra democratica in Parlamento. Perché alla fine contano le proposte concrete, non le interviste ai giornali. E fra quelle del pds non ci sono proposte sulla separazione delle camere, o sui presunti disegni strategici delle procure. Dunque...». Dunque oggi si vedrà se l'appello di Arlacchi sarà raccolto o se invece le divisioni esistono davvero. Rinviato di qualche settimana, il giorno della direzione del pds dedicato ai problemi della giustizia, con relazione introduttiva di Pietro Folena e conclusioni di Massimo D'Alema, è arrivato. E nel frattempo due nuovi argomenti sono entrati nell'ordine del giorno: i pentiti e il progetto Flick per abbreviare i tempi del processo penale e, in qualche modo, imboccare «l'uscita da Tangentopoli». Sui pentiti il pds proporrà una legge «a sostegno dei parenti delle vittime», e Folena ha già detto che la normativa in vigore va «affinata» secondo le indicazioni già allo studio dei ministri dell'Interno e della Giustizia. Sul progetto Flick per il processo penale invece, dicono a Botteghe Oscure, il problema è un po' più complicato, perché si discute sulle anticipazioni dei giornali e non sugli articoli della proposta che ancora nessuno ha visto. Tuttavia ieri Flick ha inviato a Palazzo Chigi la sua proposta, in vista della ritmione del governo di domani. Ormai un testo completo e dettagliato, quindi, esiste. Fra le novità dell'ultima «bozza» ci sarebbe pure una norma che fissa una soglia minima per il risarcimento del danno da parte dell'imputato che vuole ottenere lo sconto di un terzo della pena prevista. Il minimo viene calcolato, sulla base di un articolo del codice penale, in 75 mila lire per ogni giorno scontato, all'incirca 27 milioni all'anno. Altre novità, evidentemente inserite alla luce di critiche e perplessità emerse in questi giorni, riguardano la pubblicità del procedimento con la condanna a pena concordata - possibile nei casi di «rilevante interesse sociale», come certi processi per corruzione o concussione -, e l'obbligo per il giudice di motivare la sua sentenza quando l'imputato ottiene una riduzione della pena superiore ai due terzi. Anche se finora, dentro il pds, le posizioni sul progetto Flick sono state molto sfumate, la linea di D'Alema e Folena è quella di appoggiare la proposta del ministro della Giustizia, affidando poi la «pratica» al Parlamento per eventuali modifiche e miglioramenti. Ma sul dibattito eh oggi peserà anche la dichiarazione del presidente della Camera Luciano Violante, che ieri ha detto: «Prima di ogni cosa c'è bisogno che il Paese si doti di uno strumento di prevenzione della corruzione, per arrivare prima della magistratura; solo dopo si possono affrontare le proposte per un'usci¬ ta da Tangentopoli». L'obiettivo del dibattito di oggi è quello di arrivare ad un documento unitario della direzione, anche per ribadire che non ci sono anime diverse dentro il pds. Da un lato saranno esposte le linee generali della politica giudiziaria del partito; dall'altro si entrerà nello specifico, con l'indicazione di alcuni punti sui quali intervenire, una sorta di «decalogo» delle priorità della Quercia in tema di giustizia: dalla distinzione delle funzioni (e non delle carriere) tra pm e giudici alla scuola di formazione per magistrati e avvocati, dalla limitazione delle «esternazioni» delle «toghe» alla riforma del gratuito patrocinio, dalla depenalizzazione al rafforzamento dei riti alternativi. Giovanni Bianconi Violante: prima dobbiamo trovare un modo per prevenire la corruzione Poi penseremo a come uscire da Tangentopoli In alto il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick

Luoghi citati: Roma, Tangentopoli