Ritorna il «picconatore» e chiede la Costituente di Giuliano Ferrara

F L'EX PRESIDENTE COSSIGA Ritorna il «picconatore» e chiede la Costituente F ROMA RANCESCO Gossiga si è calato fino in fondo nei panni del «profeta» dell'Assemblea costituente, e dato che è una vecchia volpe della politica, ci mette poco a individuare tutto quello che potrebbe orientare il Polo verso il «pasticcio» della Bicamerale, che potrebbe spingere Berlusconi ad accettare quella strada. Così, senza pensarci due volte l'ex Presidente spazza via ogni alternativa alla Costituente, a cominciare da quella che prevede un «sì» del centro-destra alla Bicamerale in cambio dell'approvazione della cosiddetta legge Rebuffa, cioè di un provvedimento che spianerebbe la strada ad un nuovo referendum per l'abolizione della quota proporzionale nella legge elettorale. Insomma Cossiga, con la costanza e la pervicacia del vecchio «picconatore», sta martellando ogni ipotesi diversa da quella della Costituente. Contemporaneamente, l'ex Capo dello Stato si prepara a lanciare un pubblico appello al Cavaliere per chiedergli di abbandonare la strada della Bicamerale: «Certamente - annuncia - nei prossimi giorni rivolgerò un appello a Berlusconi». Presidente, quest'idea di approvare la legge Rebuffa insieme alla Bicamerale non la convince proprio? «Quest'ipotesi è un contributo fondamentale alla strategia dell'autoannientamento». Perché? «E' la strategia dell'impossibile. Mi spiego: come è pos- sibile che i sostenitori della Bicamerale, al fine di far passare la stessa e di evitare la cosiddetta deriva plebiscitaria che, secondo loro, consiste nel far votare il cittadino... Mi permetta una digressione. Io ho qui il manoscritto di un famoso sostenitore della deriva plebiscitaria». Chi sarebbe? «Saint-Just. Ormai per i fautori della Bicamerale la so¬ vranità popolare e la deriva plebiscitaria sono la stessa cosa. Per loro bisogna arroccarsi a Versailles. Io, Mario Segni e gli altri siamo fuori da Versailles, noi siamo per le strade di Parigi. Ah, ah, ah. Alla fine ci metteremo la coccarda». Insomma, lei a quell'ipotesi proprio non crede? «Stavo appunto dicendo: pensare che i sostenitori della Bicamerale siano pronti a pagare al Cavaliere il prezzo dell'approvazione della legge Rebuffa al fine di far fare con la Bicamerale in corso un referendum pannelliano duplice, in poche parole la ripetizione del referendum sull'abolizione della quota proporzionale che spazzerebbe via la Bicamerale, beh, francamente, questa mi pare un'ipotesi impossibile». E se invece si realizzasse? «In quel caso anche io e Segni, ferma sempre la nostra posizione a favore della Costituente, ci staremmo. Se questi si mettono a raccogliere le firme per il Pannella-due, se Rebuffa e gli altri amici fanno questo, ebbene allora le raccogliamo subito anche noi. Subito: E alla fine andiamo tutti a votare». Quindi se l'«impossibile» diventasse realtà lei ci starebbe? «Certo. Perché ovunque c'è la Comune - o meglio, le se- zioni della Comune di Parigi che si accendono per le piazze -, lì noi siamo. Noi non siamo a Versailles. Ormai lo scontro è tra le strade di Parigi e Versailles». E chi c'è, asserragliato dentro Versailles? «C'è il Cavaliere, c'è Gianni Letta, c'è il Centro che cresce non si sa bene come, insomma. Tutt'al più c'è Mirabeau». Quindi per lei l'unica strada che rimane è l'Assemblea costituente? «Noi ora faremo le nostre riunioni, parleremo per le strade, nelle piazze... Se credono che noi ci fermeremo si sbagliano di grosso. Noi siamo tutti esponenti della piccola borghesia che è cresciuta, che vuole il potere e lo raccatta nelle piazze attraverso la sovranità popolare». A proposito. Domani si aprirà il congresso del ppi. Lei che è stato democristiano per una vita non dice nulla? «Nulla». Non vuole proprio parlare dei suoi ex compagni di partito? «Sono degli amici di famiglia». Giulio Andreotti è convinto che alla fine si tornerà ad un unico partito dei cattolici. Lei ci crede? «No». [au. min.] L'ex ministro Giuliano Ferrara

Luoghi citati: Parigi, Versailles