«Vanno trattati come Riina»

«Vanno trattati come Rima» «Vanno trattati come Rima» Gasparri: il carcere duro è la medicina giusta mi domando, arrivassimo anche ai "pentiti" del cavalcavia? Cosa penseremmo di imo che ha lanciato un sasso, e magari ha anche ucciso, ma che poi si pente e fa arrestare i suoi complici, in cambio di denaro?». Cosa bisogna fare, secondo lei? «Niente taglie, soprattutto se private. Perseguire i reati è onere e dovere dello Stato, che deve impegnarsi adottando misure di vigilanza più efficaci». Come le telecamere sui cavalcavia? «Potrebbe essere un'idea, forse servirebbe da deterrente. Mi sembra di difficile realizzazione, perché immagino che in Italia ci siano migliaia di ponti da sorvegliare... Però, si potrebbe pensare a postazioni mobili, tipo quelle dell'Autovelox, in grado di spostarsi. Siamo nell'epoca di Internet e delle tecnologie avanzate, ci sarà ben qualche ritrovato utile, no? E anche le società autostradali potrebbero far qualcosa: ad esempio assumere vigilantes, e pagarli con i proventi del recente aumento dei pedaggi». Lo scrittore Vittorio Messori ha parlato di pena di morte, di impiccagioni sotto i cavalcavia... «Lo so. Si pensò a quella soluzione anche negli anni del terrorismo. E io ero tra quelli che la pensavano così. Ma l'emergenza terrorismo è finita, e anche la mafia oggi è meno potente. No, non credo che la situazione richieda il ricorso alla pena di morte. Ma bisogna aggravare le sanzioni, questo è certo». Lei cosa pensa di questi lanciatori di sassi? «Che sono degli sciacalli. Malati di una devianza che andrebbe studiata, perché compiono reati senza una giustificazione, seppur assurda e comunque non giustificabile. Forse ne hanno una soddisfazione ludica, forse una volta - anni fa non si rendevano conto delle conseguenze. Ma oggi, dopo questi episodi terribili... Carcere duro, mi creda, non c'è altro da fare». Brunella Giovara

Persone citate: Brunella Giovara, Gasparri, Vittorio Messori

Luoghi citati: Italia